I libri che nascono specificatamente per una celebrazione come la festa dei nonni, della mamma, del papà, per la giornata del migrante, della sostenibilità… sono libri che spesso peccano di retorica e rimangono un po’ alla superficie proprio per risultare “universali”.
Le due novità che ho scelto per la festa dei nonni, invece, mi sembra scelgano il tono personale e la storia particolare per regalare ai lettori un’istantanea commovente del rapporto nipoti-nonni.
Altissima di Sibylle Delacroix racconta la storia di Elisa, una bambina straordinariamente alta che stenta a sentirsi a suo agio nel mondo.
«Tutto in lei è grande: le mani, i piedi, le gambe, il cuore. Quando cade, cade da molto in alto»
Elisa, però, che sembra così grande, è semplicemente piccola, come tutti i bambini della sua età, ma nessuno sembra ricordarselo.
«Vorrebbe trovare un posto diverso, che non sia sempre dietro, in fondo. Il suo posto»
Comprendo benissimo le sensazioni di Elisa: anche io a scuola ero sempre in fondo, più alta dei maschi alti, lontanissima, nella fila (in ordine di altezza), dalle mie amiche e anche io come Elisa sognavo di diventare piccola e leggiadra, esile e delicata.
Elisa si piega, si accuccia, si ripiega per tentare di essere come tutti gli altri… ma appena si dispiega «combina qualche guaio» e allora il disagio di Elisa è completo, il ripiegamento doloroso definitivo.
Ma ecco una voce: «“Elisa, ma dove ti eri cacciata? Vieni ad aiutarmi per favore. Il gatto è finito di nuovo sopra l’armadio”»
Le immagini (e le dimensioni del libro) rendono reale la percezione che Elisa ha di sé: gigantesca, fuori misura…l’unica immagine perfettamente armonica è quando Elisa, dopo aver ripreso il gatto dall’armadio si rifugia nelle braccia della sua nonna.
«“Grazie piccina” “Grazie a te, nonnina”»
Non so dire con esattezza perché tra le braccia di una nonna la pace e la consapevolezza di essere “perfetti così come si è” è più limpida che tra le braccia di una madre, che pure chissà quante volte lo avrà ripetuto ad Elisa, eppure è così: l’esperienza di accoglienza incondizionata che regalano i nonni è spesso insuperabile.
Un inno a quelle braccia che sono si adattano perfettamente ad ogni nipote!
Il secondo libro che mi ha colpito è firmato da David Grossman e illustrato con acquerelli evocativi di Ninamasina e racconta invece di un nonno e di un nipote, usciti dalla scuola dell’infanzia e intenti a godersi una merenda al bar.
Tra un caffè e un succo d’uva Tom si accorge che il nonno ha il volto solcato delle rughe: «“Non mi hai detto come ti sono venute”».
La domanda si trasforma in tocco leggero e indagatore, le dita lisce del bambino accarezzano quelle pieghe del tempo e della storia di nonno Adam.
«“Alcune rughe mi sono venute perché ormai sono anziano. e altre per cose che mi sono capitate nella vita. cose felici e tristi”».
La nonna ammalata, Papaya la cagnolina… ma anche eventi indimenticabili per la sovrabbondante felicità che hanno portato con loro:
«quando sei nato ero l’uomo più felice del mondo. Non la smettevo più di sorridere. Sorridevo quando camminavo per strada, e anche mentre dormivo, finché non mi è venuta una strana ruga qui… una specie di fossetta…»
«“Sono sicuro che è la mia” dice [Tom] in un sussurro. “E come mai?” chiede il nonno. “Perché è rotonda” spiega Tom, “e a me piace tantissimo la pizza”»
È vero, i nonni sono una risorsa e una compagnia insostituibile ai bambini ed è questo aspetto che si celebra maggiormente, tuttavia quanto è bello ricordarsi della gioia di quel momento in cui i nonni sono nati, esattamente nell’attimo in cui i loro nipoti hanno visto la luce!
Essere parte di una storia, della storia dei nostri nonni, come parte fondante è una scoperta!
Buona festa dei nonni.