Altra estate, altro stile, altro continente… Kira Kira porta in Italia un’altra magnifica estate giapponese (questa la conoscete già, vero?!) di un artista esordiente di Taipei, Mori: Estate giapponese.
Ma oltre ad un progetto editoriale molto raffinato, questo libro si arricchisce dei testi poetici di Giusi Quarenghi che, con sapientissima esperienza poetica, traduce gli haiku giapponesi in un testo poetico italiano che mantiene la scansione delle sillabe, ma riesce nello stesso tempo intrecciare a questo schema molto rigido una sonorità e un’assonanza tipica della lingua italiana.
Haiku, dunque, ma resi profondamente affini all’orecchio dei lettori italiani che è abituato ad un ritmo ed ad una sonorità che sono proprie della lingua italiana: questo genere poetico giapponese, infatti, non prevede assolutamente un’attenzione all’accordo sonoro, gli haiku sono epifanie che il rigore la disciplina giapponese ricama in una forma.
L’essenzialità dello stile giapponese si riversa nelle illustrazioni che sembrano fotografie in posa, immobili, eteree.
Nella pagina a destra troviamo una bambina in piedi o seduta, ma comunque ferma con il suo gatto nero accanto, ciò che cambia è lo sfondo, il contesto, il vestito e gli accessori come in un teatrino di carta.
L’effetto è di trovarsi di fronte a una serie di cartoline, quasi dei fermo immagine di momenti che devono essere riempiti dall’eco delle parole poetiche lette ad alta voce, le parole preziose cucite appositamente da Giusi Quarenghi, ma anche da tutti quei ricordi, quelle sensazioni, quelle esperienze che ciascun bambino lettore può richiamare alla mente per animare quelle quelle pagine accoglienti.
«Chiusa la scuola,
si aprono le giornate.
Viva l’estate!»
L’aula è vuota, la bambino ha già un cappellino e dei calzoncini corti che preannunciano un’estate che ormai è giunta. L’aula è vuota, ordinatissima… quanti ricordi, quante scene, possiamo richiamare alla mente delle aule che abbiamo lasciato l’ultimo giorno di scuola.
Senza nessuna connessione evidente, pagina dopo pagina cambia lo sfondo, cambiano le sensazioni e si inanellano le esperienze di un’estate intera.
«Granita per due.
Contro il caldo esagerato
ghiaccio tritato!»
Le giornate in piscina, le granite prese per il troppo caldo sotto gli alberi appena smossi dalla brezza e poi il mare con la sua luce abbagliante, le gite in bici senza fretta, le angurie, i piedi pucciati negli stagni mentre si ascoltano le rane, le notti svegli a guardare il cielo, il caldo del sole…
Cartolina dopo cartolina, immagine dopo immagine, avrete collezionato insieme alla protagonista un album di ricordi e non è un caso che in chiusura vi sia una frase che recita così: «sussurrare un arrivederci e dire: “già mi manchi”».
La distanza culturale e geografica viene abbattuta in questa comunanza di esperienze che l’estate e la vacanza regalano ai bambini di tutto il mondo. Molto calzante, in questo senso, la scelta di mantenere tutte le scritte giapponesi presenti nel libro come a dire: questa è un’estate vissuta in Giappone ma che tu puoi vivere e che conosci, un’estate che probabilmente avrà un’insegna diversa del gelataio ma che in fondo è uguale!
Bellissima la palette di colori: tenui, freschi, leggeri su cui spiccano in modo evidente i rossi e i neri, come quello della palla del mare e degli ombrelloni o i puntini neri della zucca dell’artista Yayou Kusama.
Un libro accogliente e magico per non scordare la poesia che vive nell’estate.
Dai 3 anni, senza paura.
Ciao Anna, nel testo giapponese non ci sono gli haiku? Io non l’ho visto, ma dalla scheda stampa mi sembrava di aver capito così!
La recensione è molto bella, ma in realtà gli haiku sono di Quarenghi, originali e non tradotti.