In queste ore si festeggia in Cina si festeggia il Capodanno, “la” festa nazionale che blocca e smuove una nazione intera per qualche giorno di festeggiamenti e ricongiungimenti familiari.
Per l’affetto che ci lega a questa splendida nazione, oggi vi presento due novità a tema Cina: Cina mania di Giulia Ziggiotti e Sabrina Ferrero e Mia madre di Li Kunwu.
Per intitolare questo articolo ho scelto una parola cinese che significa ‘pressapoco’ perché i volti della Cina sono molti e mi accorgo che anche questi due libri restituiscono ai lettori solo una piccola parte della realtà.
Buon nuovo anno del bue a tutti!
Cina mania è la guida sulla Cina che mi sarebbe piaciuto avere quando, insieme alla mia famiglia, stavo per partire alla volta di Xi’an. Il testo è organizzato in modo funzionale e strutturato per dare un’infarinatura degli aspetti culturali, geografici e storici in modo succinto, ma chiaro.
Le sezioni spaziano da Cultura e valori a Viaggiare in Cina. Qualche itinerario per scoprire i tanti volti della Cina, dal vocabolario: incontrarsi, salutarsi e capirsi (l’autrice insegna italiano a Pechino!) a Cibo e bevande, da Sport e tempo libero a Mode e tendenze, da Pechino capitale del Nord a Giorni di festa e festività.
Il punto di forza di questo libro è l’orientamento sulla modernità: come si vive oggi in Cina? Cosa fanno i giovani dall’altra parte del mondo? Rispetto a guide un po’ romantiche e (forse) datate, in questa troverete indicazioni sulla moda dei selfie e sulla rivoluzione di W chat, sulla festa “commerciale” Doppio 11 e sulle diverse specialità culinarie da ricercare tra i locali delle diverse città. Le nozioni storiche si intrecciano ai siti turistici più belli e interessanti da visitare, introdotti con semplicità ma anche con gusto. Le curiosità più lontane dalla mentalità occidentale vengono raccontate in modo comprensibile anche per un italiano: «i cinesi non comunicano con le mani. L’eccezione sono i numeri. In Cina si conta fino a 10 con una mano sola. Attenzione, alcuni nostri gesti potrebbero essere fraintesi!».
Scoprirete come sia necessario prevedere la contrattazione nei mercati e come i cinesi siano ossessionati dalla bellezza, saprete in anticipo che nei parchi potrete assistere a balli e spettacoli di aquiloni e quali sono i frutti da provare e che potete trovare solo nei mercati cinesi! Non vi stupirete se per strada incontrerete un parrucchiere e saprete richiedere con chiarezza che vi sia risparmiato il troppo aglio nei piatti.
Le illustrazioni di Sabrina Ferrero (Burabacio) esprimono perfettamente l’entusiasmo che i testi racchiudono: le pagine sono sature di colori e disegni, e l’energia positiva è palpabile anche solo sfogliandolo.
Ciò che però non mi ha convinto fino in fondo è la totale assenza di riflessione sulle grandissime contraddizioni che la Cina contemporanea porta con sé: tutto è allegro in queste pagine, tutti sono felici e spensierati, anche se chi segue un po’ le sorti di questo Paese sa che le minoranze etniche non sono solo una ricchezza meravigliosa del patrimonio culturale della Cina, ma anche oggetto di persecuzioni terribili. Wechat ha certamente rivoluzionato l’uso dei social e dei pagamenti in Cina ma rimane una forma di controllo sociale, in una nazione dove l’accesso a Google è ancora negato per la censura. Il bisogno di ostentare benessere e ricchezza che si trasforma nell’unica ragione di vita di moltissimi cinesi è legato ad un passato di povertà assoluta, violenza e distruzione culturale. La stessa figura di Mao è liquidata un po’ velocemente con una battuta:
«Qual è la sua eredità? Deng Xiaoping disse: “70% buono e 30% cattivo, contributi importanti, errori marginali”»
Una guida sulla Cina di oggi, ricca di curiosità e che cerca di fotografare lo stato attuale della vita cinese, ignorandone però le ragioni e la storia. Forse le guide turistiche però devono proprio fare così.
Per ragazzi che vogliano scoprire qualcosa di nuovo!
Mia madre è invece una graphic novel che l’artista cinese Li Kunwu dedica alla storia di sua madre, un racconto che descrive la Cina degli anni ’30 attraverso i ricordi di una ragazza nata in un periodo storico pieno di stravolgimenti catastrofici.
Si vede la Cina in queste pagine, si percepisce un modo di pensare, lontano, probabilmente, dal pensiero occidentale eppure perfettamente comprensibile, perché inserito nel contesto storico in cui nasce dove la povertà determina una concezione del proprio destino esile e precaria e dove il supporto e l’aiuto reciproco, tuttavia, costituiscono una cruciale rete di salvezza. La storia particolare di una bambina nata a Kunming in seno ad una famiglia povera, ma benvoluta dalla ricca famiglia di cui sono servi, si snoda tra campagna e città. Gli scorci e i ritratti dei volti dei contadini e dei bambini poveri non risparmiano la crudezza di una situazione terribile data dall’indigenza, ma nello stesso tempo preserva e illumina la bellezza di quella ragazzina che diventerà la madre dell’autore. Xinzhen avrà la fortuna di poter studiare al pari di maschi ben più ricchi di lei, ma soprattutto sarà capace di conservare quella compassione per gli altri che ha sviluppato in reazione alla durezza della vita da cui è circondata. I disegni di Li Kunwu sono meravigliosi e lo splendore degli scorci naturali attenua la brutalità che i segni neri non risparmiano nel descrivere alcune situazioni. I racconti della vita quotidiana raccontati minuziosamente, gli scorci di allegria, i tanti piccoli gesti felici si mescolano ad attimi di grande terrore, ai bombardamenti, alla morte, all’orrore, allo scoramento e alla paura.
Ma nonostante tutto questa storia è un’ode d’amore ad una donna coraggiosa e tenace, ad una madre, capace di trarre il meglio da ogni piccola situazione con una levità e un coraggio ammirevole.
Un racconto incantevole nella sua crudezza. Uno scorcio storico di una Cina che non c’è più, ma che ne è la memoria.
Per adulti.