La frenesia e l’eccitazione, nate con la fiera di Bologna, stentano ancora a placarsi in me: vorrei comprare mille libri, sfogliarne altri. Tornerei a Bologna domani, se fosse possibile. Eppure, mi dico, anche i nuovi arrivi, le nuove pagine viste e intraviste hanno bisogno di decantare in me e sono interessata a leggere e rileggere i nuovi libri con mio figlio Saverio, per cercare di intuire anche il suo punto di vista. Beh, con il libro di oggi il feeling è stato immediato ne è testimone il fatto che dal 26 marzo (giorno della nostra trasferta bolognese), tra i due libri che leggiamo la sera, è una presenza costante. Parliamo de Il grande libro dei pisolini di Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani.
Questo titolo era per me al centro di corsi e ricorsi: ne leggevo spesso, a sprazzi, con discorsi brevi e succinti come se fosse un capolavoro che si commenta da sé, non lo trovavo in nessuna biblioteca, non lo trovavo in libreria, insomma non avevo mai visto niente tranne la copertina e quindi ne ero molto incuriosita. Lo stand dei Topipittori, a Bologna, è stata l’occasione per incontrarlo. Finalmente! Non ho avuto neanche un secondo di esitazione: ho DOVUTO comprarlo e non solo perché c’era l’occasione di una dedica dell’autrice :) ma soprattutto perché è libro splendido. Un libro sognante e moderno capace in pochi versi ed immagini di trasformarsi in un classico.
Avete in mente Ninna nanna, ninna oh? Un testo che certamente offre una profonda riflessione sul ruolo della voce della mamma, sull’amore dei piccoli per i suoni ripetitivi, ma che in fondo descrive anche un mondo, un’età, una infanzia che era. Ecco Il grande libro dei pisolini offre ad ogni mamma e papà del mondo l’occasione di memorizzare un testo dolcissimo e moderno che mi auguro trascritto in qualche raccolta, tra 100 anni, tra le filastrocche universali per i bambini.
Il testo è davvero riuscitissimo: ritmico e conciliante, semplice ma significativo (tante le citazioni fiabesche!), familiare ed esotico, immaginifico e sognante. I versi binari, per lo più a rima baciata si imprimono in testa con una facilità disarmante, grazie anche forse per la scansione ogni 8 versi: io e Saverio riusciamo quasi già a recitarlo tutto a memoria (lui più di me!). Colpisce la facilità con cui l’autrice è riuscita, tramite il testo, a determinare anche il tono della lettura, che sembra non poter essere che sussurrata, a bassa voce.
«Nel sonno scivola lento il serpente / riposa il pesce nella corrente / dentro l’armadio riposa il gatto / sogna la tarma dentro al cassetto […] Ninna nanna degli sbadigli / nella paglia stanno i conigli. / Aghi di pino per picchi e ghiri. / Sopra le foglie, merli e tapiri». Vorrei potervela recitare tutta perché non c’è verso che non incanti!
Ma il capolavoro nasce, a mio parere, dall’unione davvero ben riuscita con le illustrazioni di Simona Mulazzani. L’illustratrice è stata capace, con maestria, di abbinare il peso (pondus) del sonno con la leggerezza e la sospensione del sogno, il tutto unito da una capacità decorativa, fatta di trame e particolari davvero unica (io vorrei in casa mia ognuna delle coperte presenti, per non parlare dei pigiami! Ah e non dimentichiamo il letto-trapunta albero della scimmia: meraviglioso!).
Il cadere delle frange della coperta del serpente, il tondeggiante gonfiore della trapunta dell’orso, l’espressione seria del bassotto propria di chi è nel sonno più profondo, l’abbandono “curioso” del braccio del leone, o le mani giunte del coniglio sono immagini che illustrano quello stato di rallentamento e calma che è il reale stato del sonno. Accanto a queste, però, la lampada con il volto di luna, la leggerezza irreale degli uccelli, l’inconsistenza delle poltrone, la sospensione quasi volante del pesce rosso, l’ondeggiare ventilato delle palme donano alla pagina un accento onirico che già fa pregustare sogni belli. L’effetto d’insieme è davvero pacificante e conciliante il sonno, come se non si potesse fare altro, alla fine della lettura e dire che le pagine sono tutt’altro che cupe. I colori per lo più chiari (sui toni dell’ocra, del bianco, dell’azzurro e del verde) si uniscono a colori accessi che incanalano la loro energia in particolari, come le trame, ripetitivi e quindi fermi.
I risultati sono assicurati: Saverio sbadiglia dopo i primi quattro versi e adora le immagini. Si è accorto subito di come i numeri di colombacci, ippopotami e co. non sia esatto, ma da quel che avevo letto molti bimbi avevano già fatto le loro rimostranze a riguardo :D per cui non mi dilungherò. Un libro che si può sussurrare la sera anche a bimbi piccolissimi e che deve essere memorizzato e diffuso: il nostro obiettivo è la presenza nella raccolta delle filastrocche del secolo nel 2100.
[…] Ecco un’ idea in tema nanna, adorabile: Il grande libro dei pisolini, potete leggere una bella recensione su Scaffale Basso […]
Ahahah! Ci riuscirà, vedrai!
Era piaciuto tantissimo anche a me.
Gli albi dei Topipittori non mi deludono mai.
Ma è tornato tra gli scaffali della biblioteca. Pazienza!