Quest’anno per Natale abbiamo regalato oggetti fatti con amore da tanti e diversi artigiani (e tra questi faccio rientrare anche i libri!). Il fare con le proprie mani è sempre stato per me un valore aggiunto. Sarà che non sono mai stata molto capace di “fare”: ero una bambina persa nei propri pensieri, ricamavo e ricamo, sì, ma ad esempio non ho mai saputo cucire o rammendare, non ho mai inventato niente, non giocavo con le costruzioni, non disegnavo, ricopiavo, giocavo con le bambole e mi perdevo pensando di essere i personaggi delle mie storie preferite. Mio marito e mio figlio non sono così: loro fanno. Così quando qualche mese fa Saverio è giunto in cucina con un calice tridimensionale ricavato da un cartone che avevamo custodito in un cassetto sono rimasta a bocca aperta. Saverio aveva progettato, ritagliato, costruito, incollato e colorato un oggetto che era nato nella sua mente. Dopo qualche giorno vedo che sgattaiola in garage, dove c’è il laboratorio di bricolage del nonno: «Ho un progetto e devo lavorarci». Quando risale ha realizzato con legno viti e tempera una macchina fotografica. Era orgoglioso di sé ed io più di lui. Così nelle settimane successive ho cercato di documentarmi sul fronte legno e cartone. Mi dicevo: non voglio bloccare o annullare la sua espressività e la sua inventiva, ma vorrei potergli (e potermi) offrire degli spunti e magari dargli la possibilità di imparare qualcosa, perché se una inclinazione è sostenuta dallo studio, credo che esprimersi diventi ancora più facile e bello.
Con grande stupore la proposta editoriale sul tema è tuttaltro che minima, ma io cercavo un libro che fosse ben fatto, chiaro, fattibile e pratico. I due libri che mi hanno maggiormente colpito sono Giocattoli creativi di Roberto Papetti, Gianfranco Zavalloni e Vittorio Belli e Piccoli falegnami di Antje e Susann Ritterman.
Il primo libro è riassunto dalla citazione in apertura: «il gioco è l’elemento che crea la cultura umana. Huizinga». Mastro Nocciola, protagonista artigiano, guida i suoi lettori con naturalezza in un mondo semplice fatto di giochi che nascono grazie alla realtà che ci circonda, «quello di Mastro Nocciola è un fare artigianale, cerimoniale, ricco di emozioni, di ricordi, di voci… Il modello più famoso è Palamede, che secondo la mitologia greca fu inventore della trottola e dell’aratro; quello più vicino a noi è Geppetto, creatore di Pinocchio». L’ispirazione è questa: l’ambiente intorno a noi basta perché, grazie a mani affettuose, nascano divertenti giochi che non smetteranno di divertirvi. Ci sono fionde, trottole, equilibristi, occhiali di fil di ferro, lippe, girandole, domino, collane, coccodè… In alcuni casi non è neanche necessario costruire qualcosa: è il caso delle ruzzole e dei copertoni, basta imparare a guardare nel modo giusto certi oggetti e i giochi nasceranno da soli. Ad ogni progetto è dedicata una pagina (massimo due), le indicazioni sono date succintamente, gli strumenti sono citati nel momento in cui vengono utilizzati, le immagini descrivono chiaramente i passaggi e alla fine è sempre rappresentato il risultato finale e il suo uso. Mastro Nocciola rappresenta il filo conduttore, il narratore di una volta che nella bottega coinvolge i suoi aiutanti (non a caso le indicazioni sono in prima persona plurale: «ritagliamo una sagoma…»). I materiali utilizzati spaziano dal legno ai vasetti di yogurt, dalle canne di bambù alle forchette, ai tappi delle bottiglie, alle mollette. Ciò che ho apprezzato in questo libro è la non-ansia di dire tutto, è come se il mastro guida desse ai suoi lettori la fiducia di chi sa che giocare è un movimento naturale del bambino così come la costruzione. L’attenzione non si focalizza tanto sul come realizzare un oggetto, sebbene le indicazioni siano chiare, ma piuttosto su come è possibile giocare. L’anima del testo è piuttosto attiva: non ci sono progetti per realizzare decorazioni o soprammobili, ogni costruzione prevede che questa sia poi usata e vissuta. Il testo non è utilizzabile in autonomia, ma la proposizione di giochi incuriosisce e intriga molto i bambini che re-impareranno un modo diverso di giocare.
Il secondo testo Piccoli falegnami è più didattico, ma davvero ben fatto per la capacità di rivolgersi in modo diretto ai piccoli. Le due autrici tedesche, gemelle, sono abituate a lavorare con i bambini e con il legno e anche in questo caso risultano convincenti nel loro dare fiducia alle capacità e alle risorse dei bambini, che ben istruiti sanno destreggiarsi tra seghe, lime e coltelli da intaglio senza nessun problema (le foto dei loro laboratori ne sono una testimonianza palese).
Il libro di grandi dimensioni usa il testo organizzandolo secondo temi e tecniche differenti: intagliare - costruire (segare, trapanare, raspare, incollare, inchiodare, avvitare) - scolpire. Ogni sezione è introdotta da spiegazioni sul materiale e sugli strumenti: la grafica essenziale accompagna in modo diretto anche i piccoli lettori che non sapranno destreggiarsi nel testo puntato e organizzato, ma comunque lungo. L’idea di fondo è che una buona conoscenza degli strumenti, anche i più pericolosi, e un’adeguata spiegazione tecnica ispirata all’imitazione (supportata anche da contenuti multimediali, chiari ed efficaci) permetta ad ogni bambino di diventare un provetto artigiano falegname. Su questa scia i progetti presentati mirano ad insegnare ai piccoli un metodo: materiale, strumenti e progetto precedono la realizzazione. Così in doppie pagine ariose e bianche le foto dei progetti compiuti si accompagnano a grandi illustrazioni in bianco e nero che mostrano il materiale, gli strumenti e i passi necessari per svolgere il progetto. I testi sono brevi e anticipano le immagini: i bambini possono seguire esclusivamente le illustrazioni. I progetti sono ben pensati, spesso tratti proprio dall’inventiva dei bambini conosciuti dalle autrici, molta attenzione è data ai particolari che potrebbero sfuggire e che invece nella realizzazione sono essenziali (le basi dei personaggi in legno devono essere piatte ed estese per stare in piedi): barche, automobiline, gufi, nanetti, alberi, case dei topini, scrigni, moto, insetti, giochi delle biglie… Saverio ha trasferito i due libri in garage e i pomeriggi con i nonni trascorrono facilmente lontano da schermi vari.
Due libri splendidi che permetteranno ai bambini (dai 6 anni) di recuperare una dimensione attiva e confidente nei materiali, nella natura ma anche in se stessi, perché la cura e la responsabilità dei piccoli sta anche, a mio parere, in queste piccole scelte: scelte di lasciar fare.
Giocattoli creativi
Roberto Papetti, Gianfranco Zavalloni, Vittorio Belli
96 pagine
Anno: 2012
Prezzo: 11,90 €
ISBN: 9788873075929
Editoriale Scienza editore
Anobii
Piccoli falegnami
Antje Rittermann, Susann Rittermann, Anna Becchi (traduttrice)
167 pagine
Anno: 2015
Prezzo: 16,90 €
ISBN: 9788861893283
Terredimezzo editore
Anobii