Le contaminazioni tra albo illustrato e graphic novel si affacciano in un mercato editoriale che sta vedendo un’ascesa qualitativa molto interessante del medium genericamente chiamato fumetto che, proprio per la particolare attenzione alle illustrazioni e alla ricerca di ritmi narrativi non per forza ingabbiati nella rigidità di vignette tutte uguali, pesca con sapienza strutture che, almeno inizialmente, non sono sue.
Ugualmente i libri illustrati, soprattutto quelli che privilegiano un ritmo avventuroso e incalzante, cercano a volte di sfruttare espedienti narrativi della tradizione del fumetto, per rendere vividi e personali alcuni passaggi del racconto.
Le narrazioni ibride che nascono da questi accostamenti sono spesso originali esperimenti che incuriosiscono i lettori, ingaggiandoli grazie alla varietà della pagina e ad un ambiente narrativo libero e inaspettato. Vi racconto 3 esempi che mi sono piaciuti.
Una stella da salvare è un libro che esce per un editore specializzato in fumetti (Tunué) e le ambientazioni che richiamano lo stile disneyano confermano questo orientamento, tuttavia se ci addentriamo nella pagina non troviamo nessun balloon: i testi e i dialoghi sono organizzati in blocchi di testo inseriti nella pagina come se sfogliassimo un albo illustrato.
Gli spazi illustrati sembrano catapultarci in un vero e proprio cortometraggio animato, grazie a punti di vista cinematografici che tendono a suggerire una profondità quasi tridimensione e a personaggi e volumi disegnati plasticamente. Non esistono vignette, o meglio ogni doppia pagina è una vignetta unica e grande entro cui volare con la propria navicella spaziale!
La storia è semplice, ma bella e significativa: Flik, una recluta del soccorso intergalattico, intercetta una richiesta d’aiuto e parte da solo: «pensò fosse proprio l’occasione giusta per dimostrare che poteva farcela da solo». Bisogna portare al più presto una stella cadente ammalata in un pronto soccorso stellare. Il viaggio di Flik e la sua stella, sembra fallimentare, fino a che il vecchio Stock non interviene ad aiutare la recluta.
«Flick non era sicuro di aver capito. Però era certo che se avesse potuto tornare indietro non avrebbe mai intrapreso quella missione da solo»
Il lettering maiuscolo, con qualche variazione di font, dona alla scrittura quel piglio che spesso attrae, anche i primi lettori.
Pistillo, opera prima di una giovanissima collana (Peperini di Diabolo editore) e già in lizza per il premio Andersen, si configura come una graphic novel con vignette e balloon, anche se l’assenza di parole e le grandi tavole che si aprono ogni tanto, al girar pagina, riempiono la lettura di un silenzio che ricorda quasi gli albi illustrati senza parole.
In uno spazio che gioca con l’architettonico e il geometrico, ma anche con le tradizioni fiabesche e favolistiche degli animali incantati e simbolici Marco Paschetta regala ai suoi lettori una storia di amicizia. Un bizzarro animale azzurro dal volto umano e dalle sembianze equine, Pistillo, incontra un pesce, Spicchio, e insieme partono per andare a vedere e scoprire il mare. Un viaggio tra ambientazioni oniriche e magiche, con incontri che donano, regalano e indicano il cammino… il tutto innervato dalla presenza ingombrante dei “loro”. Uomini – intenderemo immediatamente – che hanno modificato, stravolto e cambiato l’ambiente che le creature abitano: hanno fatto cadere le stelle, tagliato gli alberi, messo a tacere intere città sottacqua… Eppure l’incontro con un bambino regalerà uno sguardo speranzoso sul futuro. Fino all’arrivo al mare.
«La brezza che correva lungo la costa gli pungeva il naso e poi scappava lontano. Pistillo sapeva che presto si sarebbe abituato alla sua presenza e che sarebbero diventati amici».
I testi stampati in maiuscolo su fondo bianco o neutro, rendono la lettura – seppur lunga! – molto piacevole e scorrevole.
Arthur e la fune d’oro continua una serie (I Brownstone) molto particolare dell’editore Giunti. Questi libri illustrati infatti raccontano le avventure di una famiglia intraprendente che, nel corso dei secoli, ha collezionato cimeli e artefatti magici: ogni volume segue un antenato e le sue imprese. Il libro è impaginato alternando grandi riquadri – che sembrano vignette- nelle cui cornici bianche si inserisce il testo che racconta in terza persona la storia. Tuttavia, non mancano sequenze incalzanti che citano i fumetti e pagine dove i dialoghi sono riportati nelle immagini, dentro ai balloon. Questa forma ibrida rende la lettura accattivante e asseconda un ritmo duplice che è quello lento della narrazione-ricordo delle gesta e quello incalzante della vicenda vera e propria tra galli magici e battaglie mitiche.
«Nato molto tempo fa in un piccolo villaggio islandese, già dei primi anni fu evidente che Arthur sarebbe stato un po’ diverso dagli altri ragazzi»
L’avventura ha il sapore della saga nordica, tra goblin e fate, fuochi sacri e stregoni del bosco. Appaiono anche figure celeberrime tra le divinità germaniche: Thor, il dio del cielo e della tempesta, Fenrir il gigantesco lupo della tradizione norrena… Il piccolo Arthur si troverà ad affrontare da solo imprese epiche, tuttavia il tono leggero della narrazione rende l’avventura tutt’altro che paurosa o pomposa. Una storia di pura azione, innervata di ironia. Una storia lineare, senza troppi intrecci, che sa coinvolgere con un ritmo rapido anche se non frenetico e con colpi di scena, mappe ed espedienti che soddisferanno ogni bambino desideroso di avventura!
Gli piacciono molto le avventure, le storie con viaggi, mostri, eroi oppure situazioni ironiche. Per questo vedo bene la saga!
Che tipo di lettore è? Cosa gli piace leggere? Arthur è autoconclusivo e l’altro volume invece è dedicato all’Egitto… Però ci sono tante proposte diverse per lettori differenti!
Molto interessante! Proverò con Arthur.
Sto cercando di fare appassionare mio figlio ai fumetti, ma vedo che paradossalmente fa più fatica a leggerli.
La saga nordica potrebbe piacerli!
Grazie!