L’attenzione al creato e alla natura consta di osservazione, ma esige anche tutela; la cura e il rispetto del nostro mondo permette di goderne le meraviglie, ma passa da scelte rigorose e consapevoli. Nel nostro piccolo ognuno può contribuire: lo si dice spesso, ma io credo che i piccoli gesti di ciascuno possano cambiare il mondo. Tuttavia non ho mai pensato di presentare esplicitamente il problema a Saverio attraverso un libro: non amo l’idea di impartire una lezione di ecologia e nemmeno di fregare il mio ascoltatore con una storia che voilà, tra le righe, vuole invece darti delle istruzioni.

Eppure quando a Bologna intravidi il lavoro di Frann Preston-Gannon, un po’ per la fretta, un po’ per l’incanto che mi avevano comunicato le immagini, non seguii esattamente la trama e così, quando a scatola chiusa, ordinai due tra i libri che mi erano piaciuti di più ecco The journey home.

Il primo libro dell’illustratrice londinese è infatti dedicato al problema del rispetto della fauna e dell’ambiente, in particolare all’impatto che la società umana ha sulla sopravvivenza degli animali.

Incomincia tutto sul pack, o su quel che ne resta  («The frozen sea was melting.»), dove un perplesso orso polare non vede alternativa che imbarcarsi alla ricerca di un luogo dove poter vivere. Sulla «little boat» ben presto si aggiungeranno un triste Panda, una scoraggiata Orang-utan e uno spaventato Elefante. La compagnia, all’inizio un po’ straniata, inizia a distendersi «listening to the seagulls and saying hello to the fish» e tutti insieme «looked up the sky and saw the beautiful shapes the clouds had made». Il clima inizia a stemperarsi, gli animali fanno amicizia iniziano a prendersi cura gli uni degli altri (l’elefante sembra quasi difendere il gruppo nella tempesta), ma in fondo «they thought of their homes and how much they missed them». In quel momento un buffo becco sorridente si affaccia da un isola: è un Dodo, dolorosa testimonianza di una storia che fu ed andò in un certo modo, eppure il panciuto pennuto è il più sereno di tutti «Well of course you can go home!». Davvero?!?!? Quando? «When trees grow back anch when the ice returns and when the cities stop getting bigger and when the huntig stops». O o. Anche i nostri protagonisti rimangono pensierosi.

«And when will that be?»«I dont’ know, let’s see what tomorrow brings».

La storia si chiude quindi amaramente, ma con speranza nel futuro, perché il futuro lo fa ogni giorno, ciascuna persona. Il tema scelto per l’esordio è dunque attuale e la storia è declinata poeticamente, ma con molta chiarezza, esplicitamente. L’autrice sceglie un bel font e lo inserisce decorativamente intorno alle immagini o all’interno di bolle e nuvole bianche, con poche eccezioni come la pagina che sancisce la svolta nella vicenda. I dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi, presentati ad uno ad uno alla fine della storia, evita che la trama diventi didattica e permette una lettura godibile, ma tuttavia un po’ impagliata e che stenta a decollare ed è forse per questo che - ve lo dico subito! - la storia non ha molto affascinato Saverio.

Io invece sono rimasta e sono stregata dal talento di Frann Preston-Gannon (sapete che ha lavorato e imparato direttamente da Maurice Sendak?!). Il mix di tecnica digitale, disegno e collage crea sovrapposizioni piatte, da teatrino delle figure, senza che però questo risulti piatto. Le ombre degli iceberg, le linee delle onde, i segni irregolari delle stelle, la marmorizzazione dell’acqua e della pelle dell’elefante, i movimenti segnati nel colore, come spatolate o graffi, i toni su tono che fanno intravedere i pesci o le bolle d’acqua, i blu e i neri e bianchi del cielo ricamano sulla tela della tavola un mondo ricco che si espande e sembra travalicare la pagina. L’alternanza di illustrazioni a tutta pagina che lasciano lo sguardo perdersi nell’immensità di ciò che succede, a riquadri tondi contaminati dal bianco dello sfondo che permettono un raccoglimento ed una focalizzazione del sguardo dei lettori, dona all’albo una scorrevolezza che è tipica del viaggio in mare. I colori attenuati nei toni del verde e del blu, sembrano  non voler gridare: «è una storia speranzosa non un’accusa» bisbigliano. L’espressività dei protagonisti è affidata a gesti e posture a piccoli segni d’espressione, muti e naturalistici. I contorni vivi delle figure, accostati senza la mediazione della linea si compenetrano in un effetto armonico che colpisce. Il libro si chiude su un tramonto che è rosso ed è malinconico, ma anche su un abbraccio e un sorriso confidente.

Saverio aveva già in parte affrontato la questione dell’estinzione degli animali nella Strana enciclopedia libro che non ci molla più da mesi, interrogandosi, ma la reazione non ha poi avuto modo di approfondirsi, così ho colto l’occasione di spostare il libro dal suo scaffale al mio scaffale di libri per bambini.

Io credo che il libro abbia delle potenzialità e proverò a riproporglielo più avanti, nel frattempo mi godo la riproduzione che mio marito mi ha regalato e che campeggia vicino alla mia scrivania, così quando alzo gli occhi distratta dallo studio, la compagnia in barca mi esorta con Montale e la sua prua:

«sotto l’azzurro fitto / del cielo qualche uccello di mare se ne va; / né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: “più in là”». Avanti!

Journey home
Frann Preston-Gannon

32 pagine
Anno: 2012

Prezzo: 10,71 €
ISBN: 9781843652090

Anova Children editore

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