Quando alla Bologna Children’s book fair, quest’anno, in modo del tutto inaspettato, la giuria del premio Braw ha voluto assegnare per la prima volta un premio nuovo, tutti noi addetti ai lavori abbiamo drizzato le antenne, soprattutto perché la titolazione del nuovo riconoscimento non lasciava molto spazio all’interpretazione: Extraordinary award… to an extraordinary book.

Sembra quasi stonare un premio così altisonante per un libretto così piccolo e dall’aspetto quasi dimesso come Bambini nascosti di Franco Matticchio, eppure chi frequenta la letteratura dell’infanzia sa che uno dei nodi cruciali che sta alla base di ogni sguardo critico, di ogni scelta, di ogni libro messo sullo scaffale è riconducibile all’idea di infanzia che l’adulto ha e questo libro affronta esattamente questa questione in modo… straordinario!

Franco Matticchio con il suo stile imperscrutabile, misterioso, lievemente perturbante sembra firmare un albo illustrato-catalogo, apparentemente improntato al gioco. Con la sola eccezione del testo poetico di Vincenzo Mollica, questo libro mostra infatti solo pagine vergate da un nome di un bambino e pagine illustrate entro cui lo stesso bambino più o meno si nasconde.

È questo il cuore della storia? Matticchio invita il lettore esclusivamente a scovare nella pagina i giovani Eugenio, Aldo, Dino, Ennio, Bruno, Lena, Ester Berto …? 

Io non credo proprio e il testo di Mollica, centellinato tra le pagine, ne è una conferma evidente.

«Nel principio

del cammin

di nostra vita

ci nascondemmo

in una selva oscura»

L’infanzia è invisibile agli occhi. Dall’inizio dei tempi quella fase transitoria della vita che è l’infanzia ha preoccupato poco gli adulti, che non vedevano i bambini e non se ne preoccupavano finché non avessero raggiunto un’età stabile, un’età definitiva, un’età interessante: l’età adulta. Ci vorrà Dickens, nell’Ottocento, a schiaffare questa grande verità sotto gli occhi dei tanti adulti che nel periodo Vittoriano iniziavano a costruire un racconto angelicato e ideale dell’infanzia, dimenticandosi, nei fatti, di guardare ai bambini reali da cui erano circondati. Dalla denuncia dello sfruttamento minorile all’interno dell’inesorabile meccanismo della rivoluzione industriale inglese nasceranno i tanti personaggi indimenticabili dei suoi romanzi, schiettamente rivolti agli adulti dove i bambini rivendicavano innanzitutto il loro bisogno di essere visti.

Possiamo pensare che questa fase di invisibilità sia stata definitivamente lasciata alle spalle: la modernità sembra tenere i bambini sotto grandi lenti di osservazione, ma quello che gli adulti guardano è il bambino reale o un’idea di infanzia?

Io credo che l’infanzia rimanga invisibile come diritto del bambino, ma anche come condizione inesorabile di miopia adulta.

L’adulto deve decidere di guardare il bambino che ha davanti, scoprirlo, guardarlo, cercarlo, accantonando forse l’idea che ha dei bambini.

«Il bambino nascosto 

non sta mai al suo posto 

libero e scomposto 

fa sempre l’opposto 

di ciò che gli viene imposto»

L’albo illustrato di Matticchio racconta dello sguardo distratto con cui spesso l’adulto guarda all’infanzia, ridotta ad un nome (Ennio, Aldo, Poldino…) - i nomi sappiamo leggerli bene! -, che taglia fuori paradossalmente i bambini stessi. Infatti, quando i bambini vanno guardati in faccia, l’adulto spesso non sa da che parte girare la testa.

Questa è l’esperienza che il libro con le sue tavole illustrate fa fare al lettore: leggiamo con facilità i nomi e possiamo osservare la galleria di immagini, ma i bambini sembrano sempre scappare, sfuggire al nostro sguardo e ai disegni stessi.

Una volta intravediamo i piedini che spuntano da una poltrona, a volte uno sguardo è visibile solo attraverso il riflesso in una pozzanghera, altre volte dobbiamo cercare dietro le porte, sotto i cappotti, dentro il portascarpe, sotto i mostri nel letto, ai confini dell’illustrazione…

I contesti e gli scenari possono essere fuori dal tempo, nel tempo, a volte sono impossibili come alcune costruzioni di Escher, altre volte giocano con lo sguardo, illudendoci o ipnotizzandoci, ma in ogni caso sono dotati di una profondità, costruita grazie a fini citazioni letterarie - non a caso l’incipit del testo fa riferimento alla dantesca selva oscura…

Questo libro così semplice così banale merita davvero il premio come libro straordinario per il monito, per il richiamo insistito e diretto che fa agli adulti che hanno a che fare con i bambini: cercateli, guardateli è proprio il primo passo!

Tu li vedi i bambini?

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Bambini nascosti Franco Matticchio 48 pagine Anno 2024 Prezzo 18,00€ ISBN 9791280933003 Editore Vànvere edizioni
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