Io da piccola ero terrorizzata dal buio. In realtà, più che dal buio in sé, io ero spaventata da ciò che nel buio vedevo materializzarsi. In ordine sparso: la strega di Biancaneve, la zingara (così mi ricordo!) di Elliot il drago invisibile, l’Accalappiabambini di Chitty Chitty Bang Bang e in generale ladri mascherati intenzionati a far… boh e, a un certo punto, degli strani vermicelli di Star Trek. Perciò ho dormito per anni con la luce del corridoio, fuori dalla mia camera, accesa, finché ad un certo punto sono riuscita a scavalcare il terrore. All’inizio mia mamma provò a dotarmi di una spadina da guerriero (una spatolina arancione del Bimby!) e inaugurammo una sorta di percorso dei “passetti del coraggio”, ma ciò che fece la differenza fu Bobby: un mega (per me allora era davvero gigante) cane di peluches che mi faceva la guardia tutte le notti, nel letto con me.
In questi giorni le ombre e le paure hanno iniziato a sorprendere anche Saverio, un bambino davvero intrepido, ma anche intelligente e quindi inevitabilmente colpito e interrogato dal buio. In vista di questo momento, stazionano da tempo sul suo letto un mostricciattolo e un mastino arrabbiato di peluche, ma non sono bastati.
In questi giorni allora abbiamo comprato Facciamo BÙ! di Francesca Crovara (autrice) e Giovanna Mantegazza (illustratrice): ne avevo sentito parlare da tempo e mi sembrava adatto all’occasione. Il libretto è dell’editrice La Coccinella, «quella dei libri coi buchi», una casa editrice che fu pioniera e rivoluzionaria nell’approccio ai bambini negli anni Settanta e che ancora oggi pubblica libri con i buchi. Tuttavia, pur stimando la lungimiranza dei primi libri che tutti i bambini della generazione degli anni ’80 hanno conosciuto e sfogliato (io avevo quello con la rana che faceva l’occhiolino e insegnava a contare), oggi per alcuni aspetti questa scelta mi è sembrata banale. I buchi infatti, che nel nostro libro rappresentano la profondità di una scatola nera, sono certo un surplus e un filo conduttore, ma tuttavia sono superflui e poco funzionali, e tra l’altro rimane irrisolta la loro presenza nel verso della pagina: i buchi rimangono lì senza integrarsi con le illustrazioni o il testo. Detto questo, l’idea alla base del libro mi è piaciuta moltissimo. Tutte le paure e i mostri spaventosi (fantasmi, streghe, orchi, squali, uomini neri…) si materializzano dalla scatola e cercano di terrorizzare i bambini, ma ecco che il narratore suggerisce il metodo per sconfiggere ognuno: basta urlare «BÙ!». Il testo rimato alterna domande ipotetiche poste da bambini spaventati e risposte decise del narratore, che si affianca al piccolo lettore/ascoltatore (il titolo non a caso è facciamo) o lo esorta, interpellandolo direttamente: la paura non è sottovalutata, ma presa sul serio e affrontata. Saverio urla con me BÙ BÙ BÙ BÙ e ridiamo del temporale, del drago e anche della strega. Le immagini dei mostri sono paurose il giusto, senza gratuite concessioni al brutto e all’orrorifico. Tuttavia immagino che le illustrazioni, se non conosciute attraverso il testo, possano intimorire un bambino o almeno impensierirlo, ma sono anche certa che una volta letto il libro interamente esse possano ottenere il risultato contrario e rassicurarlo della fine certa di ogni paura.
Per rafforzare questa sensazione positiva, io avrei posto sempre bimbi grintosi e tranquilli davanti alle evocazioni paurose, invece l’illustratrice alterna bambini spaventati e fuggevoli ad altri sorridenti e impertinenti.
La chiusura è poi molto positiva e tranquillizzante: davvero ben pensata l’idea di chiamare direttamente in causa il sole, nemico giurato di ogni incubo e quindi sterminatore del buio, e la luna-mamma con i bimbi sereni che riposano. Un bello strumento da avere sottomano la sera quando le paure ci assalgono, ma anche durante il giorno per stigmatizzare con più tranquillità gli inevitabili terrori di ogni bambino.
Facciamo BÙ!
Francesca Crovara - Giovanna Mantegazza
24 pagine
Anno: 1999
Prezzo: 7,50 €
ISBN: 9788877036353