Flavio Faoro - Marta Farina, Barbarina e i nove colombi, Kellermann
La fiaba di Barbarina e i nove colombi intreccia al suo interno motivi tra i più noti delle fiabe europee.
Ci sono principi trasformati in uccelli, ragazze impazienti che non riescono a rompere gli incantesimi e poi devono viaggiare per tutto il mondo per riparare alla loro avventatezza, c’è il numero 3, ci sono orchi che mangiano ragazze sprovvedute, saziati da madri incapaci di opporsi fino in fondo alla loro brutalità, sposalizi e tavole magiche che si imbandiscono da sole…
Insomma ci sono tutti gli ingredienti di una fiaba tradizionale, che potrà appassionare o meno, ma che è quella che è.
Il valore di questa narrazione sta nell’essere una trascrizione italianizzata di una storia raccontata a viva voce dalla nonna dell’autore che ne raccolse la testimonianza. Una fiaba che definiremmo ragionale e che trova il suo valore proprio in questo suo essere locale.
Per offrire una peculiarità che rendesse questa fiaba unica e particolare, rispetto alle raccolte meticolose che ci sono delle fiabe tradizionali, sarei stata felice di poterla leggere in un testo bilingue (dialetto bellunese e italiano): un’occasione per le prossime! Le immagini di Marta Farina tendono forse ad essere troppo interpretative e cupe, ma restituiscono la crudezza e la durezza (anche dei volti segnati dalla fatica!) del contesto in cui le fiabe nacquero: un ambiente montano duro ed essenziale.
Sarebbe bello riscoprire le narrazioni locali, nella lingua in cui nacquero!
Dai 7 anni.