E se finisci le parole? è un albo uscito per Rizzoli a firma dell’illustratrice australiana Felicita Sala.
Il libro è pensato per raccontare il rapporto padre-figlia attraverso una trama già nota basata sul dialogo a due (Suzy Lee ha scritto un libro simile) a cui però si aggiunge la forza di una storia.
Il pretesto con cui si scatena la discussione è introdotto ben prima del frontespizio: un imponente papà dalla chioma corvina chiacchiera con un amico al supermercato e poi ancora parla al telefono tutto concentrato, mentre cucina, e poi già in pigiama ticchetta sul suo telefonino…
A questo punto la bionda figlia, impegnata nell’infilarsi il pigiama e pronta per andare a letto sfrutta l’occasione per una domanda esistenziale (ogni genitore sa che è nel momento prima della messa a letto che si concentrano le maggiori discussioni filosofiche ed esistenziali… Mac Barnett docet).
«“E se un giorno finisci le parole? Non te ne resta nemmeno una per me?” “Ma che dici? Come faccio a finire le parole?” “Ma se succede?” “Beh in quel caso…”»
Parte da questo istante un secondo filo narrativo che si sviluppa internamente alla cornice: da una parte rimaniamo nella camera da letto della bambina con il suo papà, dall’altra seguiamo la storia che il papà, incalzato dalle domande della piccola, improvvisa su due piedi.
«“Dovrò fare visita alla fabbrica di parole degli elfi. Dicono che sia nascosta nella profondità della terra sotto le radici degli alberi”»
Le due pagine successive stravolgono il contesto realistico, portando il lettore in un altro mondo: Sala le illustra, lasciando le immagini si muovano dentro un contorno che ricorda una nuvola, ipoteticamente il balloon della narrazione del papà che prende vita sotto gli occhi dei lettori.
Il papà, dunque, si cala nelle profondità della terra fino alla fabbrica degli elfi e raggiunge il magazzino con la scorta infinita delle parole, ma naturalmente la bambina è agguerrita.
«“E se nel bosco è così buio che non trovi più la strada di casa?”»
Il gioco è fatto e l’invito al gioco che ha preso avvio, si arricchisce velocemente, seguendo le domande incalzanti della bambina e assecondando l’improvvisazione del papà
Il papà scalerà alberi giganteschi per riuscire a intravedere la strada di casa, verrà poi rapito da un gufo che lo porterà sulla luna, ma costruirà un razzo per ritornare sulla Terra e, nonostante il razzo si rompa nel mezzo dell’universo, raggiungerà gli esseri più intelligenti per farsi teletrasportare e, quando il teletrasporto sbaglierà destinazione scaraventandolo nelle profondità del mare, il papà cavalcherà un narvalo per raggiungere un’isola deserta e…
È affascinante seguire questo papà impegnato con tutte le sue energie nel ritornare alla cameretta dove la sua bimba lo aspetta, così come è sorprendente immaginare le svolte che le domande della piccola protagonista determinano nel racconto.
Il ritmo narrativo e illustrativo è ben orchestrato e le pagine in cui la piccola è impegnata a ragionare sul letto si alternano alle ampie e colorate immagini dell’avventura che sta vivendo il suo papà. La conclusione del viaggio, dopo lotte contro i pirati, pozioni magiche che fanno ingrandire e rimpicciolire, navigazioni per mare che ricordano tanto quello di Max di Sendak… si avvicina con il presentarsi della domanda cruciale, perché spesso dietro l’incalzare dei “e se…” si cela una domanda profonda, il motore che ha fatto incominciare tutto.
«“E se il viaggio dura così tanto che ti dimentichi di me?”»
Lo sguardo intenso e serio del papà che ferma la storia, riconducendola al reale è molto bello, poiché contiene in sé una considerazione profonda che non vuole sminuire la domanda della figlia.
«“Piccola mia, questo è semplicemente impossibile”»
Quello che il papà argomenta subito dopo è la conferma che, pur nell’astratta e improbabile situazione di perdere tutte le parole, alcune non si perderanno mai.
Felicita Sala mostra la sensibilità del suo sguardo: i movimenti della bambina, impegnata con la testa in pensieri profondi e forse scomodi, testimoniano come l’illustratrice sappia immedesimarsi nel pensiero infantile che spesso, in momenti di tensione emotiva, ha bisogno del movimento per permettersi la libertà di esprimere alcuni pensieri. Lo stesso accade nella rappresentazione del papà che sa mostrare il coraggio, l’entusiasmo e la complicità con la figlia.
Il talento illustrativo si documenta nella creazione del contesto narrativo: i calzini dimenticati sul calorifero, il cuscino stropicciato, gli oggetti disordinati in giro… e poi la ricchezza precisa dei mondi immaginati, dalla goletta dei pirati al suolo lunare.
Un libro sull’amore dei papà che non si ferma davanti a nulla.