In un panorama editoriale che spesso ripete, replica e riscrive il libro di Ericavale Morello, Vendesi casa d’artista è l’esempio di una buona idea, resa libro.
L’intuizione che fa da punto di partenza nasce dal fascino mai pago delle case abitate e la cornice prevede la presenza di un’agenzia immobiliare che mette «a disposizione del cliente la massima competenza e professionalità», proponendo «una galleria di immobili di prestigio, residenze esclusive di elevato valore storico e artistico già appartenute a selezionatissimi e referenziati proprietari».
Quello che segue è una sorta di catalogo - come quelli che trovate disponibili di fronte alle agenzie immobiliari di quartiere - che presenta le diverse proposte con una bella immagine panoramica dell’immobile e alcuni scorci degli interni o dei esterni, a cui si accosta in un perfetto stile “commerciale” un testo che racconta ed evidenzia le potenzialità delle diverse proposte.
25 case presentate una per una con lo stesso schema e che, si immagina, siano appartenute ad artisti del calibro di Pablo Picasso, Andy Warhol, William Turner Salvator Dalì, Giacomo Balla, Marc Chagall, Georgia O’Keeffe, Francisco Goya, Giotto…
In realtà l’esplicitazione dei nomi degli artisti a cui fanno riferimento le case non è dichiarata nell’annuncio, ma potrete trovarli presentati brevemente, in una sorta di legenda, sul fondo del libro. Ad una prima lettura, invece, il lettore si troverà di fronte a una serie di annunci ben caratterizzati e spigliati che faranno intuire, attraverso le immagini e le parole, qualcosa potrà ricostruire e collegare.
Le notizie che l’autrice intreccia nella descrizione delle diverse proposte abitative sono molteplici: ci sono riferimenti storici reali alle case effettivamente abitate dai diversi artisti, ci sono citazioni dalle opere più note, rielaborazioni legate alla vita, elementi che fungono da corredo e da suggerimento per la ricostruzione dell’identità del proprietario...
Ad esempio, l’«Appartamento in palazzina alla francese senza senza bidet e wc» a Buenos Aires riproduce esattamente la casa abitata per nove mesi, tra il 1918 il 1919, da Marcel Duchamp. Nell’illustrazione la Morello inserisce anche un grande una grande scacchiera, inesistente nella realtà, ma che fa riferimento alla passione dell’artista per il gioco che - si dice - lo occupò molto nel suo periodo argentino. Gli interni della casa citano, invece, direttamente le sue opere più note come appunto Fontana:
«bagno con vasca, due lavabi, privo di wc (ma con predisposizione). […] L’ex inquilino lascia un arredo fisso della sala: una specie di fontana in porcellana che fece installare nel 1917, poco prima di andarci a vivere»
La casa successiva «Terratetto con tetto rotto», che scopriamo essere appartenuta a Caravaggio fa riferimento ironicamente, nel suo citare un buco nel tetto, («l’inquilino, moroso di un semestre di affitto, ha danneggiato la copertura con un’importante apertura nel tetto, in cui la proprietaria farà installare un lucernario») ad una prassi su cui si sono spesi pettegolezzi e studi, secondo cui Michelangelo Merisi, il Caravaggio, bucasse i tetti delle case per assecondare una particolare quanto originale prassi di pittura. Nelle illustrazioni della casa ritroviamo poi citato lo Scudo con la testa di Medusa, trasformato in questo caso in uno spaventapasseri, e alcuni riferimenti alle sedute e alle nature morte che hanno reso questo artista unico nella storia.
Nel caso di Van Gogh, a cui appartiene il «Covone monolocale», l’autrice immagina che dentro uno dei famosissimi quadri dedicati ai covoni di fieno dell’artista olandese si trovi una vera e propria casa, che poi non è altro che una citazione da La Camera di Vincent ad Arles.
Un elemento che ho apprezzato è la varietà e l’abbondanza di esempi che Morello ha declinato e che testimonia una generosità e un studio dettagliato della storia dell’arte.
Il testo, per la sua conformazione, si rivolge a un pubblico adulto che possa godere dell’ironia sottile che tratteggia e sovrascrive le storie degli artisti e delle loro opere e che possa apprezzare la ricchezza dei riferimenti e delle citazioni artistiche e biografiche senza i quali il libro manterrebbe una propria bellezza, ma perderebbe la sua originalità.
La conformazione dello scritto ricalca le orme dei testi descrittivi, pescando i propri termini dal linguaggio speciale dell’architettura, ma anche dell’arte, la sintassi è spezzata e si struttura in soluzioni tipiche di questa tipologia testuale che non sono semplici per un lettore bambino, sebbene molto suggestive.
«Giardino non pertinenziale all’immobile
«Si vende attico in condominio con 108 unità abitative»
«La parete centrale ha un tetto spiovente in coppi di laterizio»
«Classe energetica e»
Ad un adulto, invece, con una consapevolezza artistico-storica non sfuggirà l’ironia e la capacità di raccontare l’arte con spigliatezza e umorismo.
Le illustrazioni sono molto belle, calde e accoglienti e ci si perde volentieri in questo viaggio artistico e architettonico.