Ho sempre amato le mani di mio padre, credo che sia la parte del suo corpo che ricordo con più lucidità. Di mia madre conservo alcune sensazioni, ma se penso a mio padre, vedo le sue mani e i suoi occhi. Le mani dei padri d’altronde sono dense di simboli che ricordano tanti aspetti della paternità (la storia dell’arte lo documenta, basti pensare a Millet): accolgono i figli che nascono, li sostengono nel cammino e li lanciano nella vita. Per ognuno di questi movimenti universali ci sono miriadi di gesti quotidiani che documentano questo ruolo del papà e al loro centro stanno le mani, appunto. Con i papà (e qui vi racconto del mio papà e del papà dei miei figli) si fanno le lotte matte e i ninja in salotto, con i papà si fanno le corse spericolate sui bob su rotaia e sui go-kart al Luna park, si scalano le montagne e ci si alza nella notte per andare ai concorsi di equitazione, con i papà si scende con lo slittino "a missile" e si va al largo con il pedalò a fare i tuffi, con i papà si costruiscono navicelle spaziali e ci si spara nascosti dietro i divani…e potrei andare avanti tutto il giorno.
Ecco Le mani di papà Émile Jadoul racconta e testimonia proprio questa storia millenaria fatti di gesti diversi, ma molto simili tra loro che testimoniano un legame gratuito di attenzione amorosa.
Si incomincia con un «toc toc toc» discreto e forse un po’ timido mediato dal muro di una pancia, poi dopo la nascita gli attimi che prima erano inevitabilmente condivisi con la mamma possono diventare esclusivi, punti che uno dopo l’altro cuciono quel rapporto unico, intimo e speciale con il proprio padre. Le coccole nella fascia prima di dormire, i salti e i voli in aria, la piscina, la neve, il solletico, lo scivolo, le scale… Non c’è sfondo dietro ai colori pastosi stesi con evidenza sulle figure; del padre vediamo raramente il volto: al centro ci sono le sue mani e il viso del bambino.
In un ideale cerchio che parte dal rapporto con la mamma, la quale discretamente fa un passo indietro lungo lo scorrere delle pagine, ritorna alla fine quando: «uno, due, tre… senza le mani di papà», ma in un abbraccio di mani di cuori e di occhi, felici.
La tecnica dipinta dell’illustratore belga colpisce per la sua matericità e se da una parte lo sfondo bianco universalizza la situazione ritratta, la stesura irregolare del colore rende vivo l’effetto complessivo.
I testi brevi, spesso onomatopeici, e le pagine cartonate fanno del libro un’ottima lettura condivisa con i bambini più piccini che potranno giocare a riprodurre le diverse situazioni, mentre la profondità che, pur nella semplicità, raggiunge il testo comunica commuoverà ogni padre.
Celebriamo grati tutti i padri che ci accompagnano, con mani salde e serene!
Grazie!
Le mani di papà
Émile Jadoul - Federica Rocca (traduttrice)
26 pagine
Anno: 2013
Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788883622854