Eleanor Estes - Louis Slobodkin, I cento vestiti, Piemme
Questo è un libro duro, perché mostra come il male, la prevaricazione, l’umiliazione (oggi diremmo bullismo) possono scatenarsi all’interno di dinamiche quotidiane, semplicemente superficiali. Wanda è una bambina diversa, ha un nome e un cognome polacco in una classe di Peggy e Maddie. Non ha la mamma, non ha amici e indossa sempre un unico, seppur pulito e lindo, vestito. La persecuzione di Wanda incomincia quando lei stessa, in modo inopportuno - così almeno pensa il lettore! - dichiara alle sue compagne di avere ben 100 vestiti in casa, 100 vestiti che sa descrivere alla perfezione! Nessuno può crederci e così incomincia un turbine di prese in giro, ironia, sfottò. Il romanzo dà voce a Maddie, un bambina ugualmente povera, ma forse più silenziosa: lei comprende tutta la crudeltà, il dolore, lo strazio, ma è immobilizzata dal terrore di divenire vittima lei stessa. Il romanzo è tutt’altro che cupo (anche se triste!) e una svolta inaspettata mostra con dolore come Wanda abbia affidato all’immaginazione e alla fantasia la sua verità. I cattivi non sono così cattivi e anche a loro è data l’occasione di capire e, forse, redimersi.
Dai 10 anni.