Per chi come me adora i film di Hayao Miyazaki, è stata una bellissima sorpresa sapere che il premio Hans Christian Andersen Award del 2018 è stato assegnato a Eiko Kadono, autrice giapponese di Kiki consegne a domicilio, romanzo da cui il regista giapponese trasse uno dei suoi più famosi lungometraggi animati.
Il romanzo di Kiki si ritrova nello spirito gentile che pervade il film – che per la prima parte è fedelissimo al testo – la narrazione però è molto più articolata e intrigante, come accade sempre.
Per chi non la conoscesse, la storia di Kiki segue questa ragazzina sbarazzina di 13 anni che, figlia di una strega, deve lasciare i suoi genitori e la sua casa per un anno di tirocinio.
«Questa partenza voleva dire lasciare la propria casa e andare a cercare una nuova città o un villaggio dove ancora non ci fosse una strega, per andare poi a trasferirsi».
Nel mondo moderno descritto, che non si discosta poi molto dal nostro, essere strega vuol dire portare un poco della magia rimasta nel mondo tra le persone, mettersi al servizio della comunità e integrarsi, basando il proprio sostentamento sulla mutua assistenza. La signora Kokiri, la mamma di Kiki, ad esempio aiuta il proprio villaggio grazie alle sue conoscenze delle erbe e distilla rinomate pozioni contro gli starnuti.
Questo viaggio, che corrisponde in modo neanche così velato ai percorsi romanzeschi del bildungsroman, affronta con attenzione e freschezza molte questioni interessanti sulla crescita e l'adolescenza: quali sono i propri talenti? Vale pena mettersi al servizio di qualcuno? Come si trova il proprio posto nel mondo? Tutte queste domande non sono mai esplicitate, ma nello slancio genuino e fiducioso della piccola Kiki trovano tutte una risposta.
Quello di Kiki è il viaggio dal centro del suo mondo infantile fino al suo posto nel mondo. Un viaggio di crescita affrontato con la spavalderia dell’adolescenza, accompagnato passo passo da un amico instancabile come il gatto Gigi e ricco di sorprese ed incontri.
Kiki dovrà fare i conti con i pregiudizi, ma anche con la simpatia disinteressata, con l’indifferenza e la preferenza, con gli sbagli (propri e altrui!) e con le illusioni da ridimensionare. Si affiderà a nuovi adulti, ma scoprirà anche il mondo dei suoi coetanei: è il viaggio della scoperta di sé e delle proprie dimensioni.
Costretta a fare i conti con le sue capacità, Kiki si risolverà a fare il corriere espresso grazie alla sua capacità di volare sulla scopa e questo le permetterà di allacciare ed incontrare moltissime storie e persone (molte più di quanto si narri nel film). Tra tutti spicca lo strabiliante personaggio della panettiera Osono, da subito schiettamente generosa nel prendersi cura di Kiki e delle sue esigenze.
Ogni consegna si trasformerà in un’avventura, ogni pacco in un incontro. La narrazione scorre incalzante e, come Kiki, il lettore si ritrova alla fine della storia a chiedersi: ma è cambiato qualcosa in questo anno? Sì perché è la storia stessa nel suo svolgersi a cambiare la piccola Kiki, nessun pensiero nessuna decisione presa a tavolino, paradossalmente quasi nessuna coscienza di quello che è accaduto.
Alla fine dell’anno, però, tornata a casa dai suoi genitori, la coscienza di quanto ha guadagnato assale Kiki: le mancano gli amici, il lavoro, l’odore del mare della sua città adottiva… Ecco quanto ha guadagnato!
Un bellissimo romanzo sull’adolescenza, per ragazzi dai 10 anni, ricco di speranza e gentilezza.
Non possiamo che gioire del fatto che, a 33 anni dalla sua uscita, ne venga riconosciuto il valore!
P.S. Al primo volume l’autrice fece seguire 5 volumi con altre avventure. Ci auguriamo che sia l’occasione per l’arrivo in Italia di tutta la serie!