Se ci fosse una gara delle letture estive e vacanziere più richieste, quest’anno il vincitore assoluto sarebbe lui Storie da spiaggia di Edward-James Marshall (i nomi sono due, ma l’autore-illustratore è uno solo che si “sdoppiava” con nome e pseudonimo).

Quali sono gli ingredienti che servono per raccontare una buona storia? Marshall certamente ha dalla sua una sottile ironia che abbiamo imparato ad apprezzare nelle brevissime storie di George e Martha: poche battute, una sapiente collaborazione con le immagini nel creare le situazioni umoristiche e una minuziosa costruzione del climax.

Senza scomodare il Decameron, che pure è l’archetipo anche di questa storia, la sfiziosa copertina a righe conduce il lettore in una di quelle situazioni sonnacchiose e annoiate che le vacanze conoscono bene e dà il via, da questa cornice, ad un florilegio di storie che nascono da una domanda che si ripete da millenni: mi racconti una storia? 

Lolly, Sam e Spider sono reduci da un picnic in spiaggia e obbligati dalla ferrea regola che pensavo solo italiana (!) di aspettare la digestione (2 ore!), prima di poter di nuovo fare il bagno.

«“E adesso tutti in acqua!” propose Spider. “Eh no” obiettò Lolly. “Abbiamo appena mangiato.”»

La cornice narrativa è imperniata sui dialoghi frizzanti, come quelli che nascono tra amici, che si accompagnano ad immagini chiare ed eloquenti.

Lolly, sfavillante con il suo cappello in paglia a tesa larga e con gli occhiali da sole all’ultima moda, si offre di leggere una storia, tratta dal suo libro di lettura. La narrazione si interrompe e lascia spazio alla «Storia di Lolly”:

«Il ratto vide il gatto e il cane. “Io li vedo” disse il ratto. “Io vedo il gatto e il cane”. Il cane e il gatto videro il ratto. “Noi vediamo il ratto” dissero. E questo è tutto.»

La prima storia, come potete vedere, è una storia dell’assurdo, uno scioglilingua che crea un nonsense e  che, effettivamente, è molto probabile appaia in un libro di letture scolastiche.

Anche le immagini, buffamente, percepiscono la vacuità delle parole e sornionamente si comportano come figurine rigide e impacciate.

Questa dimensione dell’assurdo lascia il lettore tra il sospeso, l’incredulo e l’insoddisfatto e si rispecchia nelle reazioni degli ascoltatori della cornice, che non si fanno attendere:

«“Tutto qua?” chiese Spider. “Tutto qua” rispose Lolly. “Non mi è piaciuta per niente” desse Sam. “Banale” disse Spider. “Io potrei inventare una storia molto più bella!” affermò Sam.»

I vincoli decameroniani tornano: le storie per poter essere giudicate devono essere legate da temi o personaggi, ecco dunque che la sfida viene accolta, «”però deve parlare di un ratto e di un gatto”».

Il ratto e il gatto sono quindi i protagonisti “travasati” nel secondo mini racconto che questa volta invece si presenta come un piccolo thriller che racconta di un ratto che decide di comprare un gatto e che, ad un certo punto, deve scoprire cosa mangia… La rigidità bidimensionale delle illustrazioni della prima storia lascia spazio ad un ammiccante scarto tra testi ingenui e un gatto sornione che, come Sherazade, rimanda il momento della rivelazione del suo menù, scatenando attesa mista a paura e a risa nei lettori che non potranno non rimanere ammaliati dagli sguardi carichi di sottintesi del gatto.

La seconda storia riscuote maggior successo nella piccola compagnia, ma anche Spider desidera cimentarsi nella narrazione di una storia: «sarà una storia da far paura».

La terza storia è la mia preferita, perché con un umorismo unico e paurosissimo (il protagonista è un mostro che mangia i bambini, ma ci saranno anche il ratto e il gatto, non temete) riesce a mescolare narrazione e cornice narrativa in modo inaspettato. La costruzione del climax è perfetta e gioca su una sequenza costruita in stretta collaborazione con le illustrazioni grazie a sguardi, rumori (godetevi il mostro in punta di artigli!) e un catartico urlo finale.

Queste storie funzionano con un’esattezza meticolosa proprio grazie al perfetto dosaggio e al legame di parole e immagini che insinuano l’ironia e creano il paradosso grazie allo scarto tra ciò che è detto e ciò che è mostrato.

Un plauso a Virginia Portioli (editor di Lupo Guido) che ci regala un cartoncino per continuare a giocare e a raccontare. Ottima idea!

Un must have che celebra la sapienza di Marshall senza ombre!

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Storie da spiaggia Edward Marshall - James Marshall 48 pagine Anno 2024 Prezzo 14,00€ ISBN 9788885810761 Editore Lupo Guido
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