C’è un’esattezza, una essenzialità, un’attitudine molto schietta e diretta di raccontare solo ciò di cui c’è bisogno in alcuni capolavori nati intorno agli anni ’60, una capacità di sintesi equilibrata che è difficile ritrovare con la stessa limpidezza nelle opere attuali, soprattutto quando parliamo di libri per bambini molto piccoli.
Un esempio lampante di questo è rappresentato da Dick Bruna, illustratore olandese che, partire dagli anni ’50 si dedicò quasi esclusivamente all’illustrazione per bambini piccoli, creando uno dei personaggi più iconici della storia della letteratura per l’infanzia: il coniglietto Miffy (in questo articolo Anna Castagnoli ripercorre la sua storia).
Il lavoro intorno a questo personaggio e le storie che nacquero a partire da quel giorno in cui mostrò un coniglietto al suo primo figlio, Sierk, hanno fatto la storia.
L’intuizione iniziale si affinò e si strutturò sempre più stabilmente in libri molto riconoscibili per stile e illustrazione, ma anche per alcune scelte formali che determinarono una serialità editoriale dei suoi volumi che non è una semplice riproduzione uguale a se stessa rispondente a chissà quale vezzo particolare, ma è come se l’artista avesse trovato, in una forma definita, l’esattezza necessaria per comunicare ai suoi piccoli lettori.
Un formato quadrato 16×16 centimetri, misura che resterà invariata, a partire dal 1959, per tutti i suoi libri: libri per piccole mani, per essere maneggiati da piccole mani.
Immagini con personaggi ritratti di fronte, piatti, colorati a colori primari e contornati da una linea nera precisa; il testo, relegato nelle pagine di sinistra, chiaro e semplice su sfondo bianco.
“Essenzialità” era certamente la parola d’ordine che influenzò lo sviluppo artistico delle correnti artistiche che si agitavano in Europa in quel periodo (qui Anna Castagnoli ne fa un’attenta ricostruzione) ed è proprio questa essenzialità che trova nel raccontare storie ai bambini la sua forma editoriale ideale.
Anche Il pesce, un piccolo volume del 1962 arrivato qualche mese fa in Italia per Vanvere, ripropone queste caratteristiche, pur custodendo la storia di un pesciolino e di un bambino.
«C’era una volta un pesce
che nuotava in tondo in tondo
ma cerca e cerca non riusciva mai
a trovare neanche una briciola sul fondo»
La storia di questo sfortunato pesciolino che vede invece gli animali, appena al di sopra del pelo dell’acqua, nutrirsi di ghiotti molliche di pane lo porta a conoscere...
«una bambina molto graziosa,
è lei che dà da mangiare
agli anatroccoli, com’è generosa!»
La piccina con le galosce ben calzate, in un completino con colletto e doppiopetto, con la cuffietta con il ponpon e con un cestino giallo in mano appare proprio come una piccola Cappuccetto rosso.
Ma ecco che accade il rivolgimento della situazione:
«Tutto d’un tratto, con un gran tonfo,
la bambina in acqua è cascata,
e ora sguazza, poverina,
nello stagno disperata»
Sarà questo capitombolo a far nascere l’amicizia tra il pesce un po’ triste e la bambina: dal salvataggio nascerà l’occasione di essere contenti e grati l’uno all’altra.
La storia in rima è semplice e lineare, i bambini potranno leggerla attraverso le immagini chiare e comunicative che riescono, attraverso variazioni spaziali o espressive, a comunicare lo svolgersi e il mutare degli eventi.
Un’avventura dallo sfondo quotidiano ricca di quei colpi di scena che solo la vita vera sa raccontare e che Dick Bruna ha impresso in queste pagine senza forzature o aggiunte superflue, come solo Attilio, Munari e i suoi grandi contemporanei sono riusciti a fare.