Come purtroppo capita spesso con i libri di David Wiesner, arriva solo in queste settimane in Italia Sector 7, libro pubblicato per la prima volta nel 1999 quindi 23 anni fa.
L’autore americano sceglie, come ha fatto per i suoi libri più celebri, la strada e le potenzialità narrative dei silentbook per raccontarci una storia intrisa di immaginazione, avventura e inaspettato.
Gli spunti che hanno dato l’abbrivio a questa storia sono stati raccontati esplicitamente dall’autore in una recente intervista per Robinson: l’immagine di nuvole che uscivano da una ciminiera, la vista da un luogo alto… e il desiderio di intrecciare questi due elementi, inaspettatamente come solo lui sa fare!
Il contesto in cui si sviluppa l’azione è riconoscibile e quotidiano, in questo caso trattasi di una gita scolastica che avviene - immaginiamo - in inverno, a New York, come possiamo dedurre dai cumuli di neve che si intravedono intorno all’Empire State building. Una scolaresca su di giri, arriva, in una giornata piuttosto nebbiosa, a visitare una delle mete più più amate della Grande Mela e raggiunge in un batter d’occhio la terrazza panoramica: i ragazzini si trovano immersi in una dimensione strana, reale e irreale, e il nostro protagonista dal berretto e dalle muffole rosse si guarda indeciso e dubbioso… un attimo dopo però un a creatura emerge dalla nebbia. Chi è?
Non nebbia, ma nuvola! Immediatamente il gioco incomincia, con tutte le implicazioni divertenti del caso: la nuvola si mimetizza, il bambino scherza con la nuvola e gli amici... Quando, però, un’inaspettata folata di vento spazza il cielo, riportando in un attimo il sole, l’incantesimo sembra spezzato: la nuvola non può più mimetizzarsi nella nebbia, deve andare via… Eppure la vista di un taccuino di schizzi nella tasca del bambino fa nascere un’idea e la nuvola invita il bambino in un viaggio! Nuvola e bambino volano via nel cielo fino a raggiungere la strabiliante fabbrica delle nuvole, o meglio il settore 7 della fabbrica delle nuvole, come indicato dal gigantesco mappamondo presente all’interno della fabbrica che ci fa intuire - meraviglia! - che, sospese nel cielo grazie turbine gigantesche, ci siano innumerevoli magiche fabbriche deputate alla gestione/emissione/produzione di nuvole.
L’architettura del luogo è stupefacente e perfettamente progettata: ciò che cattura l’occhio del lettore è una contrapposizione quasi formale tra la rigida perfetta costruzione prospettica degli spazi del Settore 7 e le nuvole impalpabili, sfuggevoli, incontrollabili che si agitano al loro intorno.
La stessa epifania della fabbrica scardina lo stile narrativo: se l’avventura reale era contornata e segmentata in sequenze fumettistiche dov’è il bianco e i riquadri ritmavano regolarmente l’azione, con il viaggio tra le nuvole e l’arrivo al settore 7 le illustrazioni esondano oltre i confini della pagina, tagliate a vivo. I riquadri si fondono con le grandi illustrazioni d’insieme, e giocano nel venire replicate nelle riquadrature nere dei vetri degli interni della fabbrica.
Intuiamo che la “stazione di assegnazione” affida alle nuvole delle forme precise da assumere nel cielo in determinate ore, in determinati momenti, ma queste istruzioni ben definite vengono rielaborate dal nostro protagonista che decide di suggerire altre forme: ecco che l’inaspettato di Wiesner squarcia ciò che già non era prevedibile! Le nuvole si formano perfettamente a foggia di pesci leone, stelle a nove punte, pesci palla... ma, sebbene coerentemente formate, queste nuovi aspetti allarmano i ligi lavoratori del settore 7 che cercano in tutti i modi di sedare quella che è una vera e propria ribellione delle nuvole.
Il bambino viene rispedito sull’Empire State building, immediatamente, grazie a un “nuvolone espresso” e farà appena in tempo a raggiungere la sua classe, ma non è tutto finito, perché le sue amiche nuvole decideranno di dedicargli uno spettacolo inatteso e irripetibile: un mare nel cielo, una parata di spiriti? Un sogno?
Le inquadrature dell’artista americano sono di forte impatto visivo e mantengono tutte quelle caratteristiche che hanno reso il suo tratto riconoscibilissimo. La storia coerente e convincente, fa venir voglia di essere raccontata, si snoda con naturalezza tra industrie nel cielo e nuvole con volti e mani, l’inaspettato con tutta la sua carica imponente di perturbazione si armonizza perfettamente con il prevedibile e lascia al lettore lo stupore per un viaggio che tutti vorremmo compiere e che, in fondo, non ci sembra così irrealistico!
Un bel silentbook da leggere dai 5 anni.
«La prossima volta che vai all’aperto, guarda in alto. Lo vedrai»