Immaginate di essere un editor e di ricevere sulla vostra scrivania la sinossi di una storia che racconta di una ragazzina che decide di mandare nello spazio il suo esperimento scolastico di scienze ovvero le sue piccole coltivazioni casalinghe, collegate ad un pallone aerostatico. La storia procede con un cambio di scena che prevede che il pianeta Terra si riempia di verdure giganti che fluttuano in cielo e che galleggiano nei mari.
Io credo che qualsiasi editor sano di mente non avrebbe minimamente creduto né dato credibilità ad una storia di questo tipo, almeno finché non avesse letto il nome dell’autore che aveva pensato a una trama di questo genere: David Wiesner. L’autore e illustratore americano ha infatti una capacità unica di rendere credibili e reali mondi che altrimenti avremmo pensato impossibili o comunque così azzardati da risultare ridicoli.
Abbiamo prove di questo suo personale talento in tutti i suoi libri da Martedì a Flutti, da Mr. Wuffles a Sector 7… perché, se ci fate caso, ogni libro accompagna il lettore in un mondo possibile eppure impensabile.
Accade così anche 29 giugno 2029, un libro nato nel 1992 con il titolo originale June 19, 1999, ma che nonostante i 30 mantiene la sua forza narrativa grazie ad una calzante modifica del titolo che ci proietta nel futuro.
Come vi anticipavo la storia ci catapulta in New jersey, dove Holly Evans si dedica con passione al suo progetto di scienze.
Il testo è telegrafico e sembra quasi prodotto da un computer che ricostruisca indiretta la cronaca di eventi pazzeschi che stanno accadendo:
«Luogo: Ho-Ho-Kus, New Jersey. Anno: 2029. L’11 maggio, dopo mesi di attente ricerche e progetti, Holly Evans lancia nel cielo alcune piantine di ortaggi»
Accanto, le illustrazioni sono ben più eloquenti: giornali, volumi i cui titoli sono ben leggibili, bustine di semi, tavole periodiche, progetti scritti a mano… ed espressioni di compagni di classi e insegnanti che parlano da sole.
Sembra tutto molto familiare e prevedibile, se non che, nella pagina successiva, i nostri occhi rimangono allibiti di fronte ad uno spettacolo che turba anche il «membro della Moose Lodge di Billings, nel Montana», impegnato in un’escursione sulle Montagne Rocciose: rape. Rape giganti emergono con disinvoltura dalla bruma mattutina. I cieli si riempiono di cavoli cappuccio, cetrioli sfilano su zone industriali, piselli planano sul Grand Canyon, fave sorvolano quartieri residenziali, peperoni rossi vengono con gentilezza ammainati sulla spiaggia…
Le scene risultano assolutamente credibili e integrate perfettamente nel mondo che conosciamo (o pensiamo di conoscere), anzi sono immagini talmente affascinanti che, come sempre accade con i libri di Wiesner, il lettore si ritrova ammaliato e quasi ipnotizzato da questi scorgi che sembrano istantanee di visioni in movimento.
Ma a Wiesner interessa sempre raccontarci una storia ed ecco che il focus torna su Holly:
«Ventiquattr’ore su ventiquattro, i canali televisivi trasmettono notizie sul “caso degli ortaggi volanti”. I cavolfiori ammantano la California, gli spinaci ricoprono Greenwich e la rucola tappezza Ashtabula. Holly è perplessa. La rucola non fa parte del suo esperimento»
Nel mondo umano (adulto) la pioggia di ortaggi si trasforma ottusamente solo in produzione ed economia: nascono case-zucca, patate-sculture… Solo Holly si domanda, scrutando il cielo:
«“Cos’è successo alle mie verdure? E di chi sono i broccoli nel mio giardino”»
In un mondo di dati di fatto, con cui si fa i conti e si tira avanti nel bene e nel male, i bambini ci ricordano che chiedersi “perché” è foriero di scoperte inaspettate.
Non vi dico niente sul finale, perché un finale c’è e vi farà ridere e ridere, un finale che, nella sua assoluta imprevedibilità, risulterà, comunque, perfettamente coerente.
Se vi dicessi comprate un libro sulle verdure lo comprereste? Beh questa è l’occasione per farlo, in attesa del 29 giugno 2029.