Torna in La donna che trasformava i bambini in uccelli un tema carissimo all’autore, David Almond: la metafora dell’uccello e il tema della metamorfosi (se volete approfondire c’è una monografia dedicata all’universo di Almond a cura di Hamelin, Oblò n. 6).
I bambini vivono in uno spazio temporale e formale liquido che li avvicina in modo schietto e disinvolto a quello delle creature animali. Sono persone in fieri, in una fase di incredibile trasformazione che permette loro di immaginarsi crescere in una forma qualsiasi: posso essere ciò che penso di essere. Un potenziale infinito.
Questa intuizione si enuclea variamente in letteratura e torna in questo albo semplice e potente, illustrato da Laura Carlin.
In una città come tante altre arriva un giorno una donna:
«Si chiamava Nanty Solo. Diceva di saper trasformare i bambini in uccelli»
Le reazioni degli adulti - che non riescono neanche immaginare il fascino della magia - non tardano ad arrivare: «“Che sciocchezze!” … “È contro la legge” … “Robe da matti”…».
I bambini sono più saggi e cauti. La prima ad avvicinarsi è Dorothy Carr: faceva finta di gironzolare per terra.
«Nanty Solo la chiamò. “Vuoi sederti qui con me?”. Dorothy sapeva che magari non avrebbe dovuto. Però, oh, si sedette. Nancy fece dei segni per terra. […] E poi disse: “Su. Sii felice. Spicca il volo”».
Una formula magica potentissima che trasforma Dorothy in una rondine spigliata e velocissima che schizza nel blu del cielo come una cometa diurna.
Laura Carlin comunica con gentilezza la magia che inizia a contagiare i bambini che, senza paura, uno dopo l’altro, spiccano il volo. È un volo temporaneo che dona loro l’abbrivio, un assaggio di quanto il mondo e il cielo sia grande e bello
Il cielo si riempì di stormi, passeri, capinere, scriccioli, picchi, are, gufi, aquile, cicogne, colibrì, martin pescatori, sule, merli, corvi, cardellini…
Gli adulti sono scandalizzati: «“Esci immediatamente da quel cielo!” “Scendete subito qui!”».
Ma Nanty, sdraiata e rilassata sulla sua panchina, è folgorante nella sua risposta:
«“Ma di cosa diavolo avete paura?”»
Sono i bambini a chiamare a loro gli adulti che, forse, si sono dimenticati di un passaggio fondamentale che detta il gusto del passo di ogni giorno nella vita: «“Su. Sii felice. Spicca il volo”».
Questa storia vibrante e semplice ricorda agli adulti e ai bambini che niente accade se non si ha almeno un’intuizione di quale sia l’orizzonte del viaggio della vita e che si enuclea in una decisione: su, sii felice!
La forza degli adulti, la loro magia è rendere consapevoli i bambini di questa libertà che è tutta loro.
Laura Carlin intreccia un dialogo cromatico tra bianco e nero e colori a una riflessione interessante su gesti e atteggiamenti di adulti e bambini. Una rivoluzione gentile e rilassata che è più semplice di quanto si immagini ed è così viva, bella, colorata.
Ma di cosa diavolo avete paura? Io sono qui con voi, ci ricorda Nanty.