La neve ha il potere di creare mondi, dentro il mondo. Le solite cose, i luoghi vengono inghiottiti in uno spazio “altro” che risponde a regole uniche, oltre le solite regole: i suoni si sentono diversamente, si vedono cose altrimenti invisibili come ci ha insegnato Ninamasima, la luce anche di notte non sembra abbandonare mai i luoghi… Come tutti i mondi incanti, però, ad un certo punto scompare, ma in questo lasso di tempo quanti e quali miracoli possono avvenire!
Me lo ha ricordato una giornata di poco più di una settimana fa quando, partiti da una Brianza tutto sommato assolata, a poco più di un’ora ecco le montagne e la neve: un altro mondo, appunto.
E allora, prima che la primavera inghiotta tutto con i suoi fiori impertinenti, voglio regalarvi lo spazio silenzioso e unico dell’inverno fitto e delle nevicate ancora per due ultime volte.
Lupo e Orsa di Daniel Salmieri racconta esattamente la tregua e la pace che la neve è capace di donare al mondo. Un bosco, il silenzio e un incontro casuale. Le doppie pagine dialogano quasi assumendo il punto di vista dei due protagonisti:
«Quando Orsa si avvicinò, vide che era un giovane lupo. Vide il muso appuntito, il manto liscio e grigio, gli occhi dorati e il naso lucido e nero»
«Quando Lupo si avvicinò vide che era una giovane orsa. Vide la testa rotonda, il manto morbido e scuro, gli occhi ambrati e il naso lucido nero»
Questa strana coppia decide di camminare insieme, nello spettacolo del bosco che accoglie la neve. I due semplicemente camminano, annusano le cortecce, ascoltano i fiocchi posarsi sul loro manto… il bosco si stupisce di loro (la civetta curiosa, fa da interlocutore), eppure loro camminano, fianco a fianco… e basta. Arrivati ad un lago ghiacciato l’incanto si incrina, i due si lasciano:
«“Devo tornare nella mia grotta a dormire per il resto dell’inverno con la mia famiglia” “Anch’io devo andare”, disse Lupo “devo tornare dal mio branco. Stiamo seguendo la pista odorosa di un caribù e ci aspettano molte notti di corsa”»
La neve attutisce la separazione, ma quando la primavera spunta con i suoi colori…sarà possibile che quest’amicizia sia sopravvissuta all’inverno?
Un racconto di pace e amicizia sereno, unico e così bello nei tratti delle matite che segnano il mantello dei protagonisti e nei colori che pitturano i cieli notturni delle sfumature rosate del freddo.
La prima neve di Bomi Park, invece, ci racconta l’entusiasmo dei bambini nelle giornate di neve, lo fa con un sogno o meglio con un viaggio che incomincia di notte, anche perché sulla tela nera e fitta dell’oscurità la neve brilla proprio come una magia.
La trama del supporto, su cui l’artista coreana disegna, rende le immagini irregolari e molto belle, donando quasi inconsapevolmente una microtrama di volumi, pieghe e riflessi ai soggetti rappresentati.
«Shhh, ascolta… Senti qualcosa? È arrivata la neve. Pit, pit, pit contro la finestra»
L’incanto incolla la bambina alla finestra quasi a contare i fiocchi che danzano prima di posarsi al suolo.
«Presto! Scarponcini, giaccone, sciarpa e berretto»
L’eccitazione della prima neve (sarà la prima della stagione o della vita?!) è incontenibile e la bambina esce in giardino: qui un altro cucciolo sembra essersi svegliato per l’euforia. La bambina si immerge nei suoi affari, fa una piccola palla di neve che rotolando, via fuori dal giardino, via oltre le strade deserte, via sotto la luna oltre i campi, via tra i parchi sotto la ferrovia, via nel bosco tra orsi e volpi, via via via… diventa una sfera di dimensioni considerevoli. Fino a che, varcata la soglia «laggiù», la palla, la sua bambina e il fido compagno si ritrovano lì dove tutti bambini con le loro piccole e gigantesche palle si stavano dirigendo, il paese della:
«La prima neve»
Il viaggio incantato della piccola protagonista illustra esattamente la felicità del gioco e le possibilità uniche che offre la neve ai bambini, un vero e proprio foglio bianco su cui e con cui costruire plasticamente i propri sogni.
Due viaggi incantevoli e incantati per immergersi ancora un poco nella bellezza silenziosa e unica dell’inverno.