L’isola dei giocattoli perduti di Cynthia Voigt mi ha colpito, perché nel mare di una narrativa per ragazzi volutamente sopra le righe, allegra, gioiosa, spensierata, questo libro ha invece un volto pensieroso, malinconico e riflessivo. Rivolto a lettori dagli 8 anni in su, la storia è ambientata in un’isola misteriosa abitata da giocattoli: non sappiamo come ci sono arrivati, non sappiamo perché sono lì o da quando sono lì…l’incipit in medias res e l’assenza di spiegazioni lascia a ogni lettore l’onere di ricostruire il “prima”.

«La notte era passata, era mattina, e il carretto rosso di Teddy era parcheggiato vicino alla finestra. Teddy stava guardando fuori, per cercare di capire se il tempo era abbastanza buono».

La comunità di giocattoli che abita sull’isola (all’inizio non sappiamo neanche che sia un’isola, lo scopriremo insieme i personaggi) riecheggia il ben più famoso gruppo del Bosco dei cento acri, con un sapore però un po’ diverso: c’è Teddy un orsacchiotto senza gambe sul suo carretto rosso, Umpah l’elefante che cucina muffin profumati a tutte le ore del giorno, Sid il serpente multicolore perennemente affamato, Peng il pinguino di legno che odia la compagnia, Zia la porcellina con il gelato in una mano e la scopa nell’altra, Prinny la porcellina bambina sempre alla ricerca di nuove avventure e poi sulla spiaggia approderanno anche il coniglio Signor C e la bambola Clara.

Il moto delle giornate è Teddy o meglio le idee di Teddy l’orsetto infatti, sebbene incapace di muoversi da solo, è un grande pensatore e un imperterrito esploratore: dove abitiamo? Cosa c’è oltre le dune? Perché non proviamo a dormire fuori? Sarà lui a scoprire che il luogo in cui vivono è un’isola, sarà lui a spingere gli amici a imparare a nuotare. La cooperazione, la gentilezza e l’amore che regola i rapporti tra i pupazzi è evidente: ognuno pensa agli altri con cura, attenzione, discrezione e molto affetto. Gli arrivi dei nuovi giocattoli sono l’occasione solo per ampliare il cerchio dell’amicizia, anche quando Clara, con il suo caratterino imperioso, si improvvisa regina dell’isola. Le giornate passano tra la spiaggia, il bosco, la pioggia i giochi svolti insieme nelle diverse case e i pranzetti a base di muffin consumati tra coperte colorate e salvagenti. Ogni personaggio offre semplicemente il suo carattere con le proprie peculiarità, nessuno cambia veramente nell’isola dei giocattoli perduti, ma gli uni e gli altri cooperano ad armonizzarsi insieme.

Il tono della narrazione è dunque leggermente malinconico, perché Teddy è malinconico: bloccato dal suo limite fisico e sempre da un’altra parte con i suoi pensieri proietta nella storia questa sensazione di sospensione. Il tema della disabilità non è mai al centro della riflessione, ma nel raccontare dell’amicizia tra i giocattoli diventa un elemento portante della personalità di uno dei protagonisti principali.

Non aspettatevi grossi colpi di scena, la monotonia viene però accuratamente evitata grazie all’inserimento di elementi nuovi che investono la quotidianità della piccola comunità: una festa, una scoperta, un corso di nuoto, una barca, un acquazzone, un nuovo amico…

Il finale è speranzoso e lievemente tranquillo come il romanzo nella sua interezza: «Si voltò a guardare tutti gli invitati alla sua festa e si sentì felice, fortunato, e pieno di idee per tutti i giorni a venire che aveva davanti, in attesa di cominciare».

La lingua e la sintassi del testo sono giustamente complesse per i lettori a cui si rivolgono. Frequenti dialoghi spezzano la scrittura, ma la struttura sintattica e il lessico mantengono una loro ricchezza. Le illustrazioni sporadiche di Fabio Sardo con il loro bianco e nero amplificano il senso di intimità e sospensione.

Penso a questo libro come ad un ottimo compagno per un bambino timido, di quelli che amano le belle storie e che sia alla ricerca di un libro in cui rispecchiarsi.

L’isola dei giocattoli perduti
Cynthia Voigt - Fabio Sardo - Alessandra Orcese (traduttrice)

224 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 16,50 €
ISBN: 9788809853850

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Commenti
14 Settembre 2020
Maria

Sì potrebbe essere tranquillamente proposto: considererei però il clima a volte malinconico, per capire se sia nelle corde della classe. Simile ma molto più gioiosa, ad esempio, la lettura di Winnie il Puh nelle sue avventure originali.

14 Settembre 2020
Sara Politti

È adatto alla lettura, da parte dell’insegnante , ad una classe seconda? Grazie

16 Novembre 2017
Maria

prego! Grazie a te di essere passato!

13 Novembre 2017
Gomitoliamo Blog

Una storia davvero toccante centrata sul mondo misterioso dei giocattoli. Grazie come sempre 🙂

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