Immaginate di avere per le mani un faldone di appunti e di documenti, biglietti e memorandum, immaginate poi che questi fossero tutti relativi allo studio dei draghi e avrete un’idea dell’impostazione della bellissima strenna di oggi: L’arca dei draghi di Curatoria Dragonis e Tomislav Tomić.
La cornice letteraria e la finzione entro cui si iscrive questo libro è complessa, ma coerente: la scoperta del mondo draghesco in chiave scientifica viene dipanata all’interno di una narrazione che vuole trasformare il lettore in un «intrepido avventuriero», incappato casualmente in una organizzazione segreta, che si occupa della conservazione e della cura dei draghi. Curatoria Draconis, infatti, risulta fittiziamente l’autrice: la custode dei draghi, una donna al timone di un’arca dall’aspetto mitico e leggendario, un’arca che nasconde e ospita draghi da tutto il mondo, una donna al comando di un team di intrepidi studiosi che dei draghi è difensore e studioso. La cornice appunto è ben studiata e magnificamente documentata, grazie alle illustrazioni del croato Tomislav Tomić che presentano, illustrano e dettagliano un mondo tra il magico e il reale, tra il passato e il futuro, in uno stile senza tempo e per cui eterno.
Il libro alterna messaggi direttamente rivolti al lettore, riportati come scritti che ingombrano una scrivania zeppa di appunti, ritratti e mappe, immagini a tutto campo degli spazi dell’arca, scorci geografici del viaggio, e ritratti particolareggiati delle specie di drago presentate.
Il viaggio del libro segue tre fili narrativi che si uniscono alla fine: da una parte il viaggio tra i continenti che presenta le specie più comuni di draghi, le loro abitudini e le scoperte che l’equipaggio fa, nel suo continuo monitoraggio della popolazione draghesca. Dall’altro il dialogo con il narratario-apprendista che viene guidato nella gestione dei draghi che soggiornano nell’arca, infine un piccolo mistero che si innesta come missione: trovare indizi per l’identificazione del drago più misterioso di tutti i tempi, il Dragone celeste.
L’idea dell’arca come contenitore magnifico e straordinario che preserva e conserva animali e specie naturali dall’estinzione è idea letteraria comune e si declina con tratti moderni che abbiamo imparato a conoscere grazie alla cinematografia contemporanea: un’arca supertecnologica che però ha un’anima e una veste vittoriana.
Pagina dopo pagina rimaniamo estasiati di fronte alla magnificenza delle diverse specie di drago che vengono descritte per comportamenti, storia e fisiologia. I testi sono brevi e attingono alla vastissima e approfondita tradizione letteraria che esiste da secoli su questi animali chimerici. Dalle tradizioni Maori a quella greca, dall’immaginario cinese a quello nordeuropeo l’autrice fa riferimento esplicito, citandone le apparizioni letterarie come vere e proprie fonti dirette: è il caso dell’incontro tra Ercole e l’Idra o la Viverna e Giasone. La storia, gli eventi atmosferici e i misteri che attraversano la realtà diventano occasione per inserire la presenza dei draghi: così se la più antica rappresentazione di un Uroboro si trova in un antico testo funerario egizio, ritrovato nella tomba di Tutankhamon, l’autrice annotata:
«la segreta verità è che Tutankhamon era un fervente amico dei draghi e teneva un uroboro come amato - e assai viziato - animale domestico»
«in Africa, come in tutti i continenti del mondo, fenomeni considerati naturali in realtà sono spesso opera dei draghi. Ovviamente i draghi sono la cose più fenomenale in assoluto, ma io sono di parte…»
I draghi, per chi non li conoscesse, hanno poteri e capacità incredibili (parlano, ad esempio, e poi alcuni volano, alcuni calmano, alcuni sputano fuoco o ghiaccio, altri incantano, altri soffocano con fumi tossici, sono maghi della mimetizzazione...), ma soprattutto hanno un legame particolare con gli spazi, i luoghi e la natura che abitano e modificano:
«esistono diversi tipi di long, ciascuno dei quali ha la responsabilità di un’area specifica dell’esistenza. L’esemplare a bordo è un shen-long, il dragone spirituale che controlla pioggia e tempeste»
Questa impronta “verde”, che definisce i draghi come custodi di luoghi naturali remoti e preziosi, come specchio diventa parte della missione dell’Arca dei draghi, orientata alla preservazione e alla tutela dell’ambiente in cui i draghi stessi vivono, proprio per permetterne l’esistenza:
«Unisciti all’impresa. Fai la differenza per le future generazioni»
La scrivania ingombra di appunti e testi arricchisce e approfondisce temi particolari e trasversali: tutto l’equipaggio mette al servizio le proprie conoscenze e il lettore potrà spaziare tra gli appunti dello storico professor P. Howie o dedicarsi alle osservazioni marine della dottoressa Xiling Chen.
Alla fine del viaggio l’Arca vi avrà presentato innumerevoli e diversissime specie di drago, avrete imparato a pulire gli escrementi degli ospiti della nave a avrete anche assistito alla rarissima identificazione del Drago Celeste: potete desiderare di più?
Questo atlante riesce dunque nell’obiettivo di inserire una trama avventurosa in una struttura che è magica e divulgativa allo stesso tempo. Le illustrazioni splendidamente rifinite dell’illustratore croato, sembrano uscite da un libro tassonomico dell’Ottocento.
Un regalo sontuoso e affascinante per tutti i giovani (dai 6 anni, ma anche prima in condivisa) appassionati di draghi!