Non deludono, anzi è assolutamente piacevole e rassicurante ritrovarsi tra le pagine de Il leone e Ellen che continua idealmente quello che era il primo volume, intitolato specularmente Ellen e il leone di Crockett Johnson.
Le otto avventure contenute in questo volumetto mantengono tutte le caratteristiche stilistiche e illustrative che rendono il primo volume imperdibile, ma si aprono a mio avviso, in modo sensibile, anche ad un pubblico leggermente più piccolo (dai 3, 4 anni).
In questo caso, faremo un salto con Ellen nella storia - immaginata o forse veritiera - del leone prima dell’incontro con Ellen e riscopriremo come, a volte, i pupazzi (ma anche gli amici e i familiari…) siano lo specchio di ciò che noi proviamo.
«Perché non stai zitto in un modo gradevole?», dirà Ellen al leone evidentemente infastidita da qualcosa in sé, ma che invece attribuisce al leone stesso!
Ci sono poi dipinti fatti con il leone stesso, pupazzi di neve capaci di mangiarsi leoni interi e pisolini pomeridiani forzati o ancora giochi circensi e minestre che naturalmente nessun bambino vorrebbe mai mangiare, Ellen compresa!
Il nostro leone esegue la sua funzione di coscienza con meticolosità ed è bellissimo vederlo entrare in azione quando Ellen usa il triciclo in salotto, nonostante i divieti, e ammacca, riga e rompe la sedia, il porta lampada e il tavolino …
«“A dire il vero, il viaggio spaziale in salotto è stato prima di tutto una mia idea. O no?” “Probabilmente” disse il leone. “Quello che facciamo non è mai un’idea mia”»
Un fulgido esempio di come è possibile proporre testi di narrativa a bambini piccoli: basta mantenere e custodire un occhio, come quello di Crockett Johnson, capace di vedere gli eventi dell’infanzia, senza giudizi e veicoli moralistici.