Una grande giornata in montagna di Clémentine Sourdais può forse ricordare un wimmelbuch animato, se immaginiamo la rarefazione di ciò che abita la montagna, è certamente un libro esperienziale che svela le creature che vivono nei boschi montani, attraverso giochi di fustellature e alette.
Un particolare lavoro cartotecnico che testimonia il desiderio innovativo e di riflessione sperimentale dell’autrice, già testimoniato in diversi albi illustrati in cui i tagli al laser, le alette e i formati non usuali hanno cercato di adattarsi alle diverse narrazioni.
In questo caso tutto ciò che l’autrice francese ci racconta è l’esperienza autonoma di una ragazzina che vive con la mamma in montagna e che si sveglia con il peso di una litigata che, forse, le ha un po’ annebbiato pensieri e animo (la protagonista si chiama Bruma, forse non a caso!); la ragazzina decide di partire per il bosco per far sì che questa confusione sedimenti o evapori a seconda della gravità di una discussione, di cui non abbiamo altre notizie.
Le pagine seguono l’addentrarsi nel bosco di Bruma e poi il suo salire verso i pascoli e la vetta attraverso paesaggi che cambiano progressivamente: dal piccolo centro montano abitato dalla cui finestra la piccola si affaccia, all’ingresso nel bosco che colpisce per il buio in contrasto con la luce “fuori”.
Su fino ai pascoli montani, dove gli alberi lasciano spazio a miriadi di fiori colorati e alle zolle arancioni, tracce inequivocabili di tane nascoste, e poi ancora più su dove gli alpeggi punteggiano gli spiazzi con piccole malghe di legno circondate da mucche, pecore o capre.
Su su fino all’epifania della vetta che ricorda a Bruma - e ai lettori - la piccolezza degli esseri umani e dei drammi che a volte ci sentiamo addosso. La pagina centrale, che coincide con l’arrivo della camminata, non a caso, sceglie un pop-up che letteralmente esce dalla doppia pagina per investire il lettore con la sua imponenza.
La pace è ritrovata e, dopo un riposino tonificante sdraiata tra l’erba e i fiori, la discesa appare più veloce e conduce Bruma tra le braccia di una mamma, forse un po’ preoccupata, ma certamente in attesa e pronta ad accogliere la figlia.
«Come Bruma, anche sua madre ha fatto un’escursione. Spalanca le braccia e Bruma ci si tuffa dentro. Decidono di fare una torta per celebrare la pace, perché la torta di mirtilli… è pura felicità. Il crepuscolo le avvolge, così come il buon umore. Bocche color mirtillo, si raccontano a vicenda la loro grande giornata»
Ogni doppia pagina ci mostra un ambiente che si anima degli abitanti che, disturbati dai passi della protagonista, si spostano furtivi tra gli anfratti della pagina, apparendo e scomparendo sotto le alette e le animazioni.
Ci sono i cinghiali che scappano, i caprioli che brucano, i formicai in piena attività, i pesci che guizzano nel torrente, gli scoiattoli alla ricerca di ghiande nel sottobosco e poi più avanti le marmotte, gli animali al pascolo e tra le cime gli stambecchi e poi ancora uccelli sfuggenti e dalle fogge colorate, ma anche volpi timide tra gli arbusti.
Una serie di tavole finali rompe la narrazione e ci porta dentro il libro, presentandoci come un in taccuino di appunti i protagonisti silenziosi del cammino, perché, forse, nei disegni piccoli e accennati velocemente nelle pagine precedenti, non tutti brillavano con la dovuta meticolosità. Le ultime pagine, dunque, come un album ci mostrano penne di uccelli, alberi, minerali, fiori, uccelli che chiunque può avere la fortuna di incontrare una grande giornata in montagna.
Il libro, nella sua costruzione, coglie - a mio avviso - lo spirito e l’esperienza che il camminare in montagna regala a chi vi si accinga: un manifestarsi generoso e pullulante di vita che si dona come in una scoperta. I fiori, gli animali, uccelli, il silenzio, l’imponenza e la dignità atavica delle rocce trasformano - come le fiabe da centinaia di anni ci raccontano - e cambiano l’animo di chi vi si accosti, perché quando si esce da un bosco non si è più uguali a prima.