Se c’è qualcosa di rassicurante e stupefacente nelle storie di Natale e che queste rimangono identiche a loro stesse, anno dopo anno, anche se passano 200 anni, come nel caso di Era la notte prima di Natale, una delle prime attestazioni che ha conformato, per quella che è oggi, la tradizione di Babbo Natale (Santa Klaus).

L’uomo barbuto che porta i doni nella notte a bordo della sua slitta trainata da renne, nel suo fiammeggiante vestito rosso è una figura che si è stratificata nel tempo per il contributo letterario e anche pubblicitario di un immaginario vastissimo.

Quel personaggio, che apparve in un quotidiano newyorkese il 23 dicembre del 1823, diede vita attraverso le descrizioni che divennero presto illustrazioni ad una delle prime forme di questo beniamino dei bambini e certamente contribuì a definire quegli attributi con cui oggi viene riconosciuto in tutto il mondo (la sacca dei doni, la slitta, le renne, la barba, la risate, le guance rubiconde…).

La tradizione di Babbo Natale era già viva, ma questa filastrocca ebbe il merito di raccogliere tutte le suggestioni e i piccoli gesti infantili in un testo che divenne eterno, tanto che oggi lo rileggiamo ancora e ancora ci colpisce la freschezza, l’incanto e lo stupore che appartiene all’attesa dei bambini di ieri come dei bambini di oggi.

«La notte prima di Natale tutto in casa riposava

non si udiva alcun rumore, neanche un tipo che passava.

Tante calze erano appese con gran cura nel camino

chissà se Babbo Natale si trovava lì vicino»

La notte, le calze colorate, il sonno sognante dei bambini sotto le coperte e poi lui, lui:

«Quella slitta era guidata da un vecchietto un po’ speciale

e io ero quasi certo fosse lui, Babbo Natale!

Con le renne come aquile e la slitta che volava

lui con grida  lunghi fischi tutte quante le incitava:

Forza Dasher, dai, su Dancer, su così Prancer e Vixen

forza Comet, dai, vai Cupid, e anche voi Donder e Blitzen!»

Curioso ed inedito, invece, il punto di vista che noi siamo abituati ad attribuire ai bambini e che invece questa volta è affidato al papà che ci racconta la scoperta e l’incontro inaspettato ed incredibile con la figura di Santa Klaus. 

Oggi come ieri, se anche forse i papà non mettono il cappello per dormire e le mamme non infilano la cuffia per proteggere la capigliatura e se anche noi, forse, non appendiamo le calze rattoppate intorno al camino, l’attesa dei bambini è sempre la stessa. Il fervore, l’eccitazione, la felicità che attende l’arrivo del Natale è uguale ieri come oggi e queste rime ci restituiscono tutta l’emozione di un incontro dell’altro mondo.

Vivide, stupende e incantate le immagini che Jessie Willcox Smith seppe trarre dalle parole dell’autore: gli scorci innevati, il calore familiare della casa, i piumioni pesanti decorati a fiori, la sontuosa vestaglia, le calze colorate…

Un testo imprescindibile per i bambini che credono a Babbo Natale (dai 3 anni!).

«poco prima che sparisse, con il suo fare giovale

gridò: “Buona notte a tutti, a voi tutti buon Natale!”»

Caratterizzata dal medesimo incanto sospeso è La piccola storia dei bambini neve di Sibylle von Olfers, celeberrima autrice e artista tedesca, che finalmente torna in Italia grazie ai tipi di Pulce. L’incanto per la natura – in questo caso l’inverno -, la sensibilità artistica vicina all’art nouveau, e una spiccata dote narrativa si intrecciano in una storia in rima, mefatorica e stupenda.

Come torna e ritorna nei suo i libri, l’elemento naturale infatti si ammanta di magia, così i fiocchi di neve si trasformano in bambini candidi dalle cuffiette ben tirate e dalle scarpine ben calzate che danzano con le guance appena un poco arrossate sospesi nel giardino di casa.

Questa trasformazione dell’elemento naturale si fonde e si intreccia con l’avventura di una bambina che va alla scoperta della neve, in un mondo che è realistico e magico e che sembra anticipare l’ambientazione ghiacciata di Narnia con 45 anni di anticipo.

La costruzione della scena è quasi arichitettonica: una cornice floreale che ricorda i decori in ferro battuto dell’art nouveau incastona le immagini, all’interno le illustrazioni, come quadri, che si animano di bambini fluttuanti, regine che sembrano Madonne in trono, essere magici, scorci ghiacciati che spingono la prospettiva oltre la pagina.

La densità dei riferimenti colti, la simbologia dei colori (il rosso della mantella di Nina, l’azzurro ceruleo del cielo, il giallo aranciato delle lampade, il niveo candore diffuso) si compone in tavole stupende, ricche di piccoli dettagli e movimento armonico, quasi una danza. 

«Il cielo è grigio, il mondo quieto.

Scende la neve, ballano gli occhi.

Soffici e larghi in un vortice lieto, 

Nina sente il richiamo dei fiocchi.

“Vieni ,cara Nina, vieni insieme a noi!”

Dicono i bimbi neve, candidi e delicati:

“Si va dalla regina della neve, vuoi?”

e turbinano in aria a frotte radunati.»

L’iconografia lontana, si unisce ad una storia modernissima, dove l’elemento fantastico è narrato con finezza e fascino: Nina parte con Burrasca fino al regno incanto dei ghiacci, balla, beve la cioccolata calda con l’angelica principessa dei ghiacci e poi colta dalla nostalgia di casa verrà scortata da un pupazzo di neve magico e dalla sua slitta di orsi polari fino a casa dove la mamma la attende.

«E Nina racconta con cuore sincero,

le meraviglie del suo viaggio breve.

Ma se non credete che questo viaggio sia vero

andate anche voi nel regno di neve»

Una proposta sull’inverno e la magia che lo percorre, per recuperare quello sguardo incantato sul mondo, perché in fondo i I bambini sono sempre gli stessi, secolo dopo secolo.

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Era la notte prima di Natale Clement C. Moore - Jessie Willcox Smith - Elisa Mazzoli (traduttrice) 30 pagine Anno 2021 Prezzo 12,00€ ISBN 9788836280230 Editore Pulce
La piccola storia dei bambini neve. Il viaggio di Nina Sibylle von Olfers - Elena Spagnoli (traduttrice) 28 pagine Anno 2021 Prezzo 11,50€ ISBN 9788836280254 Editore Pulce
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