Chiara Frugoni grande studiosa del Medioevo ha spaziato, nella sua produzione editoriale, tra saggi divulgativi e testi esplicitamente rivolti solo ad accademici e studiosi, ma ha dato alle stampe anche alcune storie per bambini e ragazzi ambientate in quel periodo. Tra queste spiccano le storie dedicate a San Francesco famoso santo del Medioevo, patrono d’Italia, che ha segnato indelebilmente sia la storia letteraria (Il cantico delle creature è considerato il primo testo poetico autoriale in volgare) sia la storia italiana che della Chiesa.
In occasione dell’avvicinarsi della festa di tutti santi vi propongo il breve scritto, perfettamente interpretato dagli acquarelli di Felice Feltracco, dedicato all’episodio forse più conosciuto della storia di san Francesco, ovvero il suo incontro con il lupo di Gubbio.
La storia raccontata da Frugoni sceglie un andamento molto sintetico e asciutto, affidando la ricreazione di atmosfere, impressioni ed emozioni alle illustrazioni che occupano largamente le pagine.
Il testo si apre raccontando di un lupo e l’autrice sceglie di narrare molti tratti di questa storia, proprio dal suo punto di vista.
«I lupi cacciano in branco aiutandosi l’un l’altro, guidati da un capo, il più forte e il più abile. Quando il lupo dominante diventa vecchio, il suo posto è preso da un lupo più giovane, che i compagni giudicano migliore. Era successo così anche a un lupo che viveva ai tempi di Francesco»
Il lupo non più prestante, per riuscire a sopravvivere si avvicina alle abitazioni e agli uomini.
«Rubava loro cibo, uccideva gli agnelli. Gli uomini lo odiavano e cercavano di ucciderlo, senza riuscirci»
In un mondo come quello medievale un lupo poteva essere considerato un vero flagello per la comunità rurale. Per risolvere la situazione, dentro una mentalità molto lontana dalla nostra, il popolo invece che affidarsi a una squadra di cacciatori cerca un santo.
«Correva voce che un frate di Assisi, che si chiamava Francesco, capisse la lingua degli animali e che costoro lo ascoltassero e gli ubbidissero. Gli uomini chiesero aiuto. Francesco promise di parlare al lupo. Si incamminò, con i compagni, nella foresta»
Gli acquarelli di Feltracco contrappongono l’imponenza nobile del lupo alla piccolezza umilissima del fraticello di Assisi, che tuttavia vibra per fermezza e tenacia.
Se il primo spesso è rappresentato di fronte con lo sguardo che scruta alle spalle del lettore, i frati che partono insieme a Francesco quasi si mimetizzano con il marrone del loro saio tra il marrone terroso del bosco e degli alberi spogli.
Gli scorci boschivi umbri, i cieli offuscati dal fitto degli alberi ricreano una natura selvaggia, più selvaggia di quanto non lo sia ora.
San Francesco parte alla ricerca di questo lupo, non considera il freddo, non si preoccupa del tempo, gli amici rimangono indietro ma egli avanza («le promesse vanno mantenuteı»). Gode dei rumori del bosco e della compagnia degli uccelli, non che questa solitudine non lo impaurisse, ma fu l’affidarsi alla divina provvidenza ciò che segnò tutta la sua vita.
I crepuscoli arancioni e i cieli metallici delle sere d’inverno vibrano tra queste pagine, il lupo si confonde tra le rocce del paesaggio, segue, scruta e studia quest’uomo che non ha neppure un luogo in cui ripararsi.
Nell’ennesimo freddissimo tramonto invernale Francesco si sdraia per riposare nel greto di un fiume e in quel momento di totale vulnerabilità arriva il lupo, si avvicina, lo annusa e poi si sdraia accanto a lui per riscaldarlo.
Perché non lo uccise? Perché non lo sbranò?
Fu il suo odore unico e non fraintendibile che legò questo animale e quest’uomo.
«Era l’odore di un uomo buono»
La storia raccontata in modo centellinato, paratattico, semplice non dà mai voce al santo ed è interessante perché questo sottolinea come il linguaggio di Francesco fosse un linguaggio dei fatti, dell’affidarsi esistenziale più che delle parole e dei discorsi, un linguaggio per certi versi molto affine a quello che gli animali.
Senza nessuna pretesa di insegnare qualcosa o senza nessuna intenzione apologetica questa storia mette il punto su una definizione di umanità che forse non siamo più abituati ad apprezzare o a considerare un vanto: era un uomo buono.
P.S. l'albo non è più disponibile nella sua versione cartonata se non a prezzi molto elevati. Trovate questa storia, però, nella raccolta Francesco storie di un santo edizione economica Feltrinelli qui sotto.