I due libri di cui parleremo oggi sono a firma entrambi di Chiara Carminati e Massimiliano Tappari, una coppia autoriale rodata che quattro anni fa ha inaugurato un filone molto interessante di dialogo tra fotografia e poesia. Partiti all’interno dell’abbraccio familiare con due raccolte dedicate all’esplorazione del corpo bambino e alle ninne nanne, con Occhio ladro hanno segnato un passo molto interessante che ci ha portato fuori di casa a scoprire le storie nascoste tra le piccole pieghe della città.
Quattro passi continua idealmente questo percorso con un esplicito invito ad un esercizio di ricerca e di osservazione dello spazio antropico e naturale alla ricerca di suggestioni, storie e impressioni visive.
12 poesie affiancate da 48 fotografie ci guidano nella scoperta di 12 elementi comuni che possono dare grandi soddisfazioni in termini di pareidolia e incipit di storie: campanelli, lampioni, cortecce e poi maniglie, panchine, serrature…
«Esci a fare quattro passi:
prendi aria, ti rilassi
mentre conti mi racconti
quel che vedi, quel che incontri»
La poetessa, dunque, non ci racconta più la storia di un preciso personaggio, così com’era successo in Occhio ladro, ma cerca di introdurci come a dei gruppi particolari di abitanti fantastici della realtà: i lampioni sono personaggi molto educati con il cappello, molti leoni si aggirano indisturbati per la città, le panchine spesso sembrano pentagrammi… Le fotografie si compongono in gallerie ordinate che offrono diverse sfumature e variazioni sul tema.
«Il cielo è un bel cinema all’aperto
che funziona anche quando il tempo è incerto.
Nubi e luna son le attrici migliori.
La guardano dai prati bimbi e fiori»
Le poesie sono un esplicito invito ai ragazzi (piccoli e grandi) ad esplorare la città, scoprendo i personaggi inaspettati che la abitano, un esercizio per obbligarsi a vedere ciò che ci circonda, perché tutto può essere un’occasione per raccontare una storia o anche solo per destare la nostra meraviglia.
Si rivolge ad un pubblico più piccino e raccoglie al suo interno un’unica poesia Piccolo verde, cartonato fotografico in uscita la prossima settimana. Un libro dedicato agli occhi dei bimbi piccini che scorrono avidi vicino al terreno e che quindi possono intercettare piccoli scorci di verde su cui gli occhi “alti” dei adulti possono sbadatamente soprassedere.
Anche in questo caso all’inizio c’è un invito esplicito ai lettori:
«esci di casa e guardati intorno
la meraviglia ti aspetta ogni giorno»
Il filo conduttore piuttosto curioso e fantastico è la ricerca di piccoli ecosistemi, piccoli boschi creati inavvertitamente tra le pieghe del cemento cittadino dalla natura.
«Là dove giochi, corri e cammini
spuntano splendidi parchi e giardini»
I petali rosa di un fiore seccato, accumulati dal vento o dagli spazzini nelle cavità di un tombino, creano piscine dalle sfumature inaspettate, il muschio che si insinua tenace nelle fughe tra le piastrelle disegna labirinti degni della reggia di Versailles, l’erba testarda che si ostina a crescere tra le pietre crea oasi verdi nel deserto del cemento, la pianta vagabonda può scegliere una latta abbandonata per creare una rocca boschiva…
L’occhio del fotografo si abbassa e si avvicina al terreno per rendere grande anche le piccole e minute foglioline di ogni “erbaccia”.
I versi baciati di Chiara Carminati ci accompagnano in una poesia che è un inno alle piccole foreste che ogni giorno forse calpestiamo o che sfioriamo inavvertitamente e che gli occhi dei bambini, più vicini alla terra, potranno osservare e, chissà, potranno trasformare in sfondi per i loro giochi.