Si potrebbe parlare per ore de Il signor Coniglio e il regalo perfetto, appena uscito per Adelphi, perché Sendak in questo solo albo illustrato lascia traccia del desiderio di un confronto con una certa corrente artistica statunitense che si concretizza in un tributo esplicito a Winslow Homer. Potremmo continuare, cercando le stratificazioni di senso e i richiami iconografici che interessano questa storia, che pur è stata scritta da un’autrice, Charlotte Zolotow, a cui va il merito di aver raccontato una storia leggiadra e perfetta, ma che Sendak con le sue illustrazioni ha contribuito a rendere indimenticabile.
L’autrice statunitense e Sendak armonizzano in queste pagine un’idea di infanzia che si tramuta in rispetto, senza che questo snaturi la sua destinazione ai bambini!
Sia quando scriveva sia quando illustrava, Sendak non aveva la preoccupazione di apparire, di prendere la scena. Quando progettava e illustrava un albo illustrato per un pubblico di bambini, la sua priorità era che il libro potesse parlare efficacemente a loro in modo non scontato, anche attraverso le sue immagini.
Questa premessa è necessaria, perché bisogna affiancarsi ai libri illustrati di Sendak (anche quelli di cui è solo illustratore!), con questa consapevolezza: oltre ad avere in mano un libro d’artista, abbiamo in mano un libro per bambini, perché a questa destinazione lui non abdicò mai.
Al centro de Il signor coniglio e il regalo perfetto, vi è una mamma che non vedremo mai, ma che permea ogni tavola acquarellata di questa campagna limpida e malinconica.
Quello a cui assistiamo, grazie ad un incipit in medias res che ci catapulta immediatamente tra le betulle, i prati e gli steccati, è il dialogo tra una bambina dal cappello di paglia e un coniglio (figura scelta non a caso, pensate solo al Bianconiglio di Alice...), mollemente abbandonato a riposare.
«“Signor Coniglio,” disse la bambina “mi serve aiuto”. “Aiuto? Se posso te lo darò senz’altro, bambina” disse il signor Coniglio. “È per mia madre, signor Coniglio” disse la bambina. “Tua madre?” disse il signor Coniglio. “È il suo compleanno. […] Ecco, è per questo che mi serve aiuto,” disse la bambina “non le ho ancora fatto un regalo. […] Devo trovare qualcosa che le piaccia” disse la bambina»
Quello che incomincia è un viaggio alla ricerca del regalo perfetto, ma in realtà è un viaggio che porta con sé molte più consapevolezze.
Abbiamo già accompagnato una bambina in un viaggio simile: Eddie cercava il Cicciapelliccia per la sua mamma, probabilmente l’abbiamo incontrata prima, ma è nata cinquant’anni dopo questa compìta bambina dalla gonna rosa!
Di questa protagonista non sappiamo nulla, nemmeno il nome - così possiamo immaginare di apporle il nostro -, ma con lei possiamo attraversare il tronco morto e avviarci in questa ricerca.
«“Ma cosa?” disse la bambina. “Già, cosa?” disse il signor Coniglio. “A lei piace il rosso” disse la bambina»
Appurato che un colore non si possa regalare, le proposte del coniglio si fanno esilaranti: esistono mutande rosse, i tetti, i cardinali rossi (un uccellino americano ndr.), i camion dei pompieri…
«Allora delle mele?” […] “Ottima idea. Le piacciono le mele. Ma ci vuole anche qualcos’altro”»
Questo viaggio che si trasforma in un viaggio cromatico ha il respiro di tutta l’immaginazione dei bambini. La storia è completamente basata sui dialoghi tra la bambina e il coniglio ed è intrisa dell’osservazione del mondo, ma anche dell’incanto e del desiderio spassionato che i bambini - in realtà le persone! - hanno di regalare le cose più grandi e belle alle persone amate.
Ti regalerei il mondo, si dice, no?
Quando si esplora il blu il coniglio, infatti, propone come regalo un bel lago o le stelle e, quando si pensa al verde, non si può non pensare agli smeraldi! E un taxi per il giallo?
Infinito e particolare si alternano nelle proposte del coniglio, con una certa ripetizione che i piccoli lettori apprezzeranno, ma trovano poi forma in quello che viene a comporsi come (solo) un cesto di frutta.
In fondo Sendak ci ha parlato spesso di come, senza neanche accorgersene, guardando e godendo di quello che c’è, si ottiene esattamente ciò di cui si aveva bisogno. La Zolotow e Sendak, evidentemente, condividevano questo pensiero.
Composto il regalo, scesa la notte, il coniglio se ne va, consapevole di aver svolto il compito per cui quella mattina era stato destato dal suo riposo.
Le immagini accompagnano questa storia in modo quasi assorto, lasciando che i pensieri attraversino la bambina senza materializzarsi nella pagina, le pause riflessive, finanche malinconiche, testimoniano che siamo di fronte non solo al meccanico gesto del “cercare un regalo”, ma del viaggio dentro la consapevolezza di una fondamentale inadeguatezza a corrispondere a un amore grande, come quello di una mamma. Eppure basta un cesto.
Un regalo bellissimo (anche per la festa della mamma!) da leggere insieme a bambini piccoli (dai 3-4 anni) e da sfogliare e risfogliare e risfogliare.
Grazie Anna!
Bellissimo articolo Maria!