Quanto più si conosce e si incontra nella realtà la vita di chi vive la montagna, ci si accorge che l’idea, filtrata da un’esperienza spesso limitata alle gioie estive e vacanziere, non è uno specchio veritiero di quello che significhi vivere a contatto con i boschi, spesso isolati, assecondando i ritmi naturali.
Ci regala uno scorcio veritiero eppure stupefacente di questa vita Nel bosco, di Charline Collette, una raccolta genuina di racconti di vita montana.
12 brevi storie, scandite dal tempo delle quattro stagioni, che l’autrice riferisce di aver raccolto dalla voce di chi in montagna abita da tempo immemore o recentemente: una sorta di piccolo documentario di storie della vita della “comunità montana”.
«Caro lettore, cara lettrice stai per entrare nel bosco. Le 12 storie che troverai nel corso della tua passeggiata mi sono state raccontate da boscaioli, da camminatori, da costruttori di capanne, da raccoglitori di more di aglio orsino, e io, a mia volta, ho voluto raccontarle a te»
I racconti sono brevi organizzati nella pagina secondo uno schema che ricorda molto la gabbia dei fumetti francesi - segno evidente dalla vocazione e passione dell’autrice - con piccoli riquadri quadrati o rettangolari organizzati regolarmente nella pagina, ma senza il corredo dei fumetti; sono le piccole didascalie che riportano la narrazione, in prima persona, un raconto che però vive “fuori” dalla pagina stessa.
«Era la fine del mese di settembre. Aveva piovuto molto e, per la stagione, faceva anche abbastanza caldo. Era il momento perfetto per andare in cerca di funghi»
«È strano, ma la cosa che mi piace di più è partire da solo, la sera, quando piove o ci sono dei temporali, magari. E mi piace soprattutto correre quando nevica, di notte»
I racconti descrivono una quotidianità molto banale, per certi versi, ma sono comunque caratterizzati per una serie di epifanie che hanno fatto sì che questo particolare episodio si imprimesse nella memoria di chi lo ha custodito e poi regalato all’autrice.
A questo si aggiunga che molti degli eventi narrati hanno un ulteriore fattore di meraviglia, se pensiamo che i lettori cittadini difficilmente possono fare esperienza di episodi di vita di questo tipo.
C’è la giornata in cui si raccolgono i funghi in quello spiazzo nascosto dove c’erano le carbonaie, si trascorre una sera dedicandosi all’osservazione notturna dei tassi, c’è la possibilità di correre nel bosco di notte quando c’è la neve o di costruire ai margini del bosco una casa di rami per giocarci con gli amici. Ci sono ricordi di persone che in montagna e hanno trascorso l’infanzia - immaginiamo almeno 100 anni fa - quando per andare dai nonni era necessario attraversare il bosco, si andava da soli e, se ci se ci si perdeva, c’era il fattore amico che attaccava una slitta e ti portava a casa. C’è chi si accorge che il bosco cambia, abbattuto secondo regole che rispondono più all’economia che al rispetto naturale del luogo. Ci sono mattine in cui ci si imbatte in branchi di camosci o in piccolo branco di cuccioli di cinghiale…
Tutto questo intesse una narrazione piena di stupore che racconta la montagna attraverso gli occhi di chi la vive, nella semplicità e nella fatica quotidiana.
A tratti, solo in due casi, vediamo irrompere in questi racconti l’immaginazione: uno è proprio il primo che narra, attraverso la voce di un bambino, l’incontro inaspettato con un piccolo folletto boschivo (il cucù).
«Allora ho alzato la testa e l’ho visto! Era il cucù! Andava velocissimo. E saltava da un albero all’altro. L’ho visto solo per pochissimi secondi… Se lo si incontra, il cucù ha paura di farsi vedere perché è timido»
I testi sono semplici, la sintassi secca, ma il lessico non è banale e, sebbene la segmentazione dovuta alla scelta illustrativa sia forse più adatta a bambini dai 6 anni, credo che queste piccole storie possano colpire l’immaginario di tanti bambini anche più piccoli.
Un viaggio nei boschi e nelle montagne vivido e semplice.
P.S. mi permetto da amante dei boschi di fare 2 piccole osservazioni: il fiore dell’aglio orsino dovrebbe essere bianco e non rosso e le trombette dei morti sono grigie e non arancioni. Nel caso smentitemi!