Quello di oggi, La tempesta, non è un libro proprio da maggio - anche se il temporale che si è scatenato ieri sera in Brianza forse potrebbe farmi rimangiare quanto detto- così, sebbene mi sia molto piaciuto, ha latitato un po’ nello scaffale dei libri sospesi.
La storia della scrittrice francese Céline Claire è una storia molto esplicita e, a tratti, realisticamente dura sul tema dell’accoglienza e del bisogno, una esplicitezza che io non amo particolarmente negli albi illustrati, perché rischia di trasformare una storia in un discorso, eppure forse in alcuni casi e per alcuni argomenti l’essere diretti è la scelta migliore. Accompagnano la narrazione le magnifiche illustrazioni di Qin Leng che addolcisce e ammalia con le sue ambientazioni boschive e l’ideazione di un micro universo delizioso e particolareggiato.
È autunno, è mattina e la luce fa capolino dalle porticine di legno che segnano l'ingresso nelle varie tane del bosco e del sottobosco. Si svegliano tutti gli animali: chi dolcemente, chi lentamente, chi briosamente. Sembrerebbe incominciare una quieta luminosa giornata autunnale, ma il bollettino mattutino diffuso da una cinciallegra azzurrina non sono buone: «ARRIVA LA TEMPESTA! ARRIVA LA TEMPESTA!». Il bosco è in subbuglio, gli animali si preparano: gli scoiattoli mettono al sicuro le scorte di nocciole e ghiande, i conigli controllano che le carote siano sufficienti… E quando il vento incomincia ad infuriare il tenue calore dei focolari brilla e riscalda nel cuore della terra gli animali preoccupati ma al sicuro tra le radici e il caldo tepore del legno. Ad un tratto «due ombre avanzano in lontananza… Chi sono quei due tipi? Che cosa fanno là? Che cosa vogliono? La nostra casa? Le nostre provviste? I nostri vestiti?». La curiosità cordiale lascia spazio immediatamente alla paura e al sospetto: è un attimo fare un passo indietro e mettersi sulla difensiva, le bugie non sono che l’inevitabile conseguenza.
Sferzati dal gelo un orsetto e il suo papà si accostano ad un portone:
«“Il vento è freddo…abbiamo con noi un po’ di tè. In cambio possiamo scaldarci alla fiamma del vostro focherello?” “Il nostro fuoco si è spento. Provate nella casa a fianco».
Non c’è posto per voi. Non c’è proprio nessun posto per voi.
Solo un moto, isolato, di un volpacchiotto incrina appena il muro della menzogna: «È Volpotto. Ha con sé qualcosa che potrà essere loro utile. “Non sazia, non scalda né illumina quanto il fuoco, ma…». Una lanterna.
Incomincia a nevicare e i due pellegrini potrebbero pensarsi perduti, invece «questa notte, la neve sarà la loro salvezza». Nel frattempo la famiglia volpe non se la vede poi così bene: «il tetto si piega, scricchiola, inizia a cedere… CRAC! BISOGNA USCIRE, SUBITO!». Lo scenario cambia e chi era al sicuro ora non lo è più. Le volpi sprofondano nella neve, poi un tepore, una luce, un «dolce profumo di spezie, cannella e ginepro».
«“Il vento è freddo, La notte è buia. In cambio di qualche biscotto, possiamo condividere il vostro rifugio?” “La lanterna si sta spegnendo e il nostro rifugio è minuscolo. Ma il nostro tè riscalda più di qualsiasi focherello! Ed è delizioso accompagnato dai biscotti!”». Il rifugio di emergenza degli orsi diventa il riparo per tanti e il poco si fa abbastanza per tutti.
La virtù della povertà di spirito, che più di una povertà materiale è l’atteggiamento di chi non ha niente da difendere e che con disponibilità si accosta all’altro, a qualsiasi altro, sembra persa in una società dove il possesso e la paura chiudono cancelli e frontiere. L’altro cos’è per te?
Il finale della storia che tende un po’ meccanicamente a determinare il cambio di atteggiamento solo in virtù della condivisione del bisogno (le volpi prima scacciano e solo nelle ambasce comprendono il disagio), rivela invece una grande verità: per non aver paura dell’altro è necessario riconoscersi bisognosi come lui.
Bisognosi di che cosa?
Le immagini dell’illustratrice canadese con le sue linee lievi, i tratti accennati quasi scompigliati dal vento, i colori tenui degli acquerelli, la dinamicità delle figurine animali rendono esattamente il calore delle luci e la fosca oppressione della bruma. Ci si gode il bosco, le piccole accoglienti tane, si vive il bosco silenzioso spettatore e si segue la luce calda del sole e dei lumi grazie a tonalità che sfumano e giocano con gradazioni tonali e cromatiche.
Una storia semplice, esplicita ed efficace che apre domande oggi più che mai interessanti, sostenuta da un apparato illustrativo godibilissimo.
Dai 3 anni.
La tempesta
Céline Claire - Qin Leng
48 pagine
Anno: 2018
Prezzo: 14,00 €
ISBN: 9788865322437
Che bella recensione, complimenti! Anche io ho letto questo tenero libro.. Mi ha lasciato un senso di pace dentro incredibile, a volte quando mi sento un po’ malinconica lo rileggo e davanti ad una buona tazza di tè mi fa compagnia.. Non sono più piccina,ma amo spesso collezionare libri per ragazzi e se hanno grafiche belle anche fiabe.. In fondo non è mai tardi per sognare ! Grazie