Una elegante ri-narrazione della fiaba di Riccioli d’oro e i tre orsi (Bouce d’or en chemin letteralmente Riccioli d’oro in cammino) è stata premiata quest’anno al BRAW, libro che esce per i tipi di Hélium con una bellissima copertina telata, firmata da Caroline Gamon. L’autrice e illustratrice francese mostra di avere una consapevolezza profonda del ritmo narrativo, della struttura dell’albo illustrato che valorizza attraverso fustellature, giochi ottici e font di dimensioni e forma differenti, ma anche una intima consonanza con la narrazione fiabesca.
La protagonista è un incrocio tra la Riccioli d’oro della tradizione orale anglofona, la Pollicina di Andersen e la celeberrima Cappuccetto Rosso.
«Boucle d’or était une toute petite fille. Si petite que parfois on ne la voyait même pas ! Même avec de grands yeux, grands ouverts»
[Riccioli d’oro era una bambina molto piccola. Così piccola che a volte non riuscivi nemmeno a vederla! Anche con gli occhi grandi e spalancati.]
«Boucle d’or vivait près d’un bois, dans une toute petite maison. La maison était si petite que parfois on ne la trouvait même pas. Même avec de grands yeux, grands ouverts»
[Riccioli d’oro viveva vicino a un bosco, in una casa molto piccola. La casa era così piccola che a volte non riuscivamo nemmeno a trovarla. Anche con gli occhi grandi e spalancati]
Il libro accoglie il lettore in un universo illustrativo estremamente affascinante, apparentemente bidimensionale che, però, trova la sua profondità in una sovrapposizione di piani, ma anche attraverso alcuni dettagli che, tridimensionalmente, suggeriscono una profondità: alcune voragini che si aprono nel terreno (tane dei conigli?), alcuni tronchi e rami posti trasversalmente, alcuni elementi dell’arredamento della casa in cui saremo accolti, ma soprattutto le fustellature (porte, finestre, serrature, …) che suggeriscono un dentro e un fuori, un sopra e un sotto.
In questo spazio c’è qualcosa di eccentrico, di magico. Quello che incomincia è un gioco, per l’occhio, tra il grande e il piccolo: Riccioli d’oro avanza in un prato dove le campanule hanno la stessa dimensione degli abeti e e dove gli insetti sono grandi quanto le cicogne, e dove la mamma riesce a tenere la piccola casa di riccioli d’oro in una mano. Dove ci troviamo?
Tutta impegnata nella raccolta di un mazzolino di fiori (vi ricordate Cappuccetto Rosso?) Riccioli d’oro segue una voce che sembra quella della mamma che la chiama per pranzo, ma che invece la conduce fuori dal confine del piccolo bosco attorno alla sua casina.
«Ohé? Boucle d’or? À table!»
[Ehi, Riccioli d’oro, a tavola!]
Riccioli d’oro si trova di fronte a una grande casa sconosciuta con i tetti di paglia, gli asciugamani puliti stesi ad asciugare, una catasta ordinata di di legna. Dalla finestra può scrutare l’interno: una casa moderna con un lavello di design e un cesto di frutta appesa al soffitto. Tutto è impercettibilmente scandito dal numero 3:tre lampade, tre pomelli per appendere i cappotti, tre seggiole, tre ciotole, tre pannelli in cui è divisa la finestra, tre i boccioli del fiore, tre le ore che segnala l’orologio, 3 maggio la data suggerita dal calendario.
Vi è un evidente scollamento tra testo e immagini: da quando Riccioli d’oro si è allontanata da casa, le parole riportate dal testo sono quelle di una voce fuoricampo sostenuta (il testo è imperiosamente in grassetto), mentre le illustrazioni seguono il corso della fiaba.
«Boucle d’or, je te préviens, je ne le répéterai pas trois fois!»
[Riccioli d'oro, ti avverto, non lo ripeterò tre volte!]
Eppure la correlazione è ribadita da un intrecciare curioso.
Al classico contare genitoriale fino a tre, corrispondono infatti le tre doppie pagine con la “prova” delle tre sedie e e delle scodelle, seguite dalla rottura della sedia piccola!
Sfinita, Riccioli d’oro si dirigerà poi sul lettino più piccolo per riposare. Le fustellature della finestra ci suggeriscono, però, che qualcuno stia tornando e che, in effetti, stia addirittura sbirciando dalla serratura. La fuga, come sappiamo, è a rotta di collo, per il bosco, tra le lepri.
«Boucle d'or? Pour la dernière fois»
[Riccioli d'oro? Per l'ultima volta]
«Je suis là!»
[Sono qui!]
E con una sorprendente trasformazione, accompagnata da un’ampia aletta da sollevare…Riccioli d’ora riacquista la sua vera (?) dimensione!
La cura e l’originalità con cui è raccontata questa storia sono sorprendenti: gli elementi della fiaba sono affidati alla narrazione illustrativa che intreccia armonicamente al suo interno l’affrontare il bosco, il dialogo tra piccolo e grande, la simbologia fiabesca… a questo si unisce un testo scritto che, pur aprendosi tradizionalmente, lascia presto il posto ad un discorso diretto esterno, inedito per la fiaba.
È come se Riccioli d’oro vivesse, come ogni bambino, la sua fiaba e la sua avventura in quella dimensione atemporale a cui le mamme che hanno appena preparato il pranzo non hanno più accesso, madri che però (come Sendak insegna!) rimangono come contesto sicuro a cui poter ritornare.
Una bella e originale fiaba contemporanea.