Non c’è certo bisogno di tessere le lodi del gatto, chi ha la fortuna di vivere con uno di loro sa già.
Io ho un cane e appartengo ad una diversa mentalità, ma sono circondata da amici e persone con gatti e mi sorprendo ogni volta a sorridere davanti all’evidenza che ogni luogo comune sui gatti sia irrimediabilmente confermato da ciascuno dei gatti dei miei amici.
Chiara Carminati dedica a questo inafferrabile, presuntuoso, altezzoso amico dell’uomo una raccolta di poesie irresistibile, fin dal titolo: Poesia con fusa.
Evidentemente compagna di un felino, Chiara Carminati riesce a cogliere l’essenza di questi animali in modo vivido. Le poesie raccontano piccole scene di vita o storie che diventano subito universali perché i comportamenti dei gatti sembrano accomunare ogni singolo esemplare. La pigrizia, l’indolenza, la goffaggine, l’eleganza aristocratica, il fare cospiratorio, le manie, le trovate impensabili… diventano un inno ai gatti e di riflesso un tributo di gratitudine spesso ingiustificata – agli occhi dei più – dei loro compagni umani:
«la mia casa è un disastro:
ha tre graffi sul divano
tende tonde e strapazzate
le zampate su un ripiano
ciotoline rovesciate
dietro ai libri un topo finto
una tana sotto al letto
nell’armadio un labirinto.
E un bel gatto che mi aspetta.
Casa mia è perfetta»
Le illustrazioni di Alessandro Sanna sono perfette: le macchie di colore degli acquerelli si trasformano in gatti, lasciando quell’attimo di confusione che fa chiedersi se siano proprio loro o un cuscino sul divano. Gli sguardi poi degli umani che ai felini si accompagnano sono a dir poco adoranti.
Le parole giocano con le allitterazioni che si trasformano quasi nei rumori strani prodotti dai gatti nel grattare, sfilare, ronfare, nascondersi… oppure semplicemente narrano con spirito e acume.
Una raccolta divertente eppure sempre elegante e mai prevedibile che testimonia come la poesia sia un genere capace di parlare di tutti a tutti.
Altri gatti altra prospettiva. Arriva in Italia un fumetto italo francese, primo volume di una saga, al cui centro c’è appunto un gruppo di gatti. In un paese di campagna gatti di fattoria e gatti selvatici condividono un’esistenza più vicina di quanto ci si aspetti e proprio l’amicizia e la capacità di stringere legami sarà la risorsa principale che permetterà al gruppo di protagonisti di far fronte ad un mistero che li coinvolge tutti. Gli umani rimangono ai margini di una vicenda ben descritta e ambientata in un luogo preciso e non pretestuoso che dona a questa storia un gusto particolare.
L’uccisione degli agnelli in una società rurale è un delitto che chiede soddisfazione e che rischia di investire tutti, colpevoli e innocenti. In un continuo e necessario adattamento dei punti di vista, i gatti e Leonid su tutti, si troveranno a dover mettere in discussione i facili pregiudizi sugli altri: i cani sono davvero i cattivi? I gatti sono tutti buoni? I topi sono solo prede? Nel ritessersi e riorganizzarsi dei legami, l’amicizia e la collaborazione saranno le chiavi per la risoluzione del mistero.
Riconoscerete nelle immagini il tratto di Stefano Turconi che colpisce anche in questa prova per la sua capacità di mantenere l’attenzione sulla vicenda e l’azione, senza mai sacrificare gli sfondi, i dettagli, lo spazio e il contesto. Chiari i fumetti, rare le discalie, un po’ sfuggente il font che si salva grazie al bianco nitido su cui spicca.
I personaggi sono delineati e caratterizzati con sapienza e partecipano alle vicenda con coerenza che non scade però nella prevedibilità; la stessa varietà di vita che distingue i diversi gatti attribuisce alla trama un tono disomogeneo e realistico. La vicenda è solo parzialmente autoconclusiva, perché sia la numerazione del capitolo (1. I due albini) che le battute finali ci fanno intuire che la storia ha un respiro più ampio.
Un bel fumetto, che racconta di gatti al punto di vista dei gatti. Un giallo da risolvere e molta azione, che sgattaiola tra amicizia e pregiudizi da abbattere (dai 7-8 anni).
Unica nota: da amante dei cani mi hanno colpito i “segugi”, due cani pastori che del segugio non hanno proprio niente 🙂