Oggi facciamo un viaggio tra i libri che raccontano l’amore delle persone per i loro cani, (ma anche dei cani per le loro persone!) attraverso quattro tappe che mostrano come il tema e il rapporto siano trasversali e travalichino le età!
La prima proposta è un album molto semplice illustrato e scritto da Miguel Tanco che idealmente continua una serie di albi illustrati dedicati alle relazioni: c’è stato libro sul papà, quello sulla mamma, sui fratelli ed ora questo sul migliore amico peloso. Il mio migliore amico non ha una realizzazione inedita, ma i disegni di Tanco regalano a queste pagine una leggerezza e una calda intimità quotidiana davvero godibili. Le doppie pagine immortalano, in una ideale galleria, una serie di situazioni vissute da bambini con i loro amici cani, accompagnate da brevi didascalie che in modo, ora descrittivo ora interpretativo, raccontano il significato e il contributo che questo rapporto dona alla vita di entrambi.
C’è la bambina che fa conversazioni interessanti con il suo cane di fronte al cielo stellato, c’è il bambino che non è d’accordo con il suo cane quando vuole rincorrere un gatto, c’è il bambino che con il suo cane pregusta l’odorino della cena e quelli che si trovano complici nel rubacchiare i biscotti dal barattolo in cucina o nel gioire per gli acquazzoni improvvisi. Ogni doppia pagina mostra un bambino e una razza di cane diverso (alcuni anche ben riconoscibili!).
Il libro è semplice ma ha la capacità di restituire in modo molto genuino e spontaneo quella gioia che provano i bambini nel vivere la propria infanzia con un compagno a quattro zampe. (Dai 3 anni)
Salendo un poco d’età incontriamo la nuova proposta nella collana Questo lo leggo io di HarperCollins a firma di Patricia Mclachlan che inaugura una serie dedicata a Barkus, un cagnolone bruno e la sua bambina, come testimonia la copertina.
La cura della collana è immutata: un resistente volume cartonato di dimensione tascabile, una scelta del font maiuscolo chiaro e spaziato, illustrazioni curate – in questo caso affidate a Marc Boutavant -, un’organizzazione del testo pensata per lettori che devono ingranare.
All’inizio della nostra avventura incontriamo Barkus, appunto, che viene affidato alla famiglia da uno zio che deve partire per un lungo periodo, da qui ecco il costruirsi di cinque avventure che si sviluppano a partire dall’amicizia che nasce immediata con Nicky.
Barkus è un cane normale, che si comporta come un cane, pur avendo dalla sua l’eccezionalità unica di quei cani umani, intelligenti e spassosi.
Le cinque brevi avventure sono ben scritte, curate nella lingua, lineari nella strutturazione della trama e raccontano cinque piccoli episodi che si consumano nell’orizzonte quotidiano di una bambina di 7-8 anni. Dai giochi nella neve alla festa di compleanno per Barkus, dalle mattinate a scuola alla nottata trascorsa in tenda, fino al ritrovamento di un gattino. Un piccolo libro sulla vita con un cane, travolgente e spassoso, senza nessun secondo fine didascalico per primi lettori. (Dai 6 anni).
Ulteriore passo in avanti come crescita e consapevolezza dei rapporti – anche tra cane e bambini – è Pablo l’arte dell’amicizia della fumettista indonesiana Remy Lai. Il primo volume di un fumetto, che si annuncia – per il successo che avuto – primo di una serie, ci racconta di una bambina, Jen, e della sua estate appena iniziata. Una ragazzina apparentemente sola e defilata, alle prese con una malinconia legata ad un papà assente e comunque ad una serie di sommovimenti emotivi molto realistici. Tuttavia questa frustrazione e noia viene sbaragliata da un cagnolino che ogni giorno si vede attraversare il quartiere con un cestino in bocca, come se stesse andando a fare la spesa. La nostra protagonista viene smossa dalla sua immobilità un po’ arrabbiata e si lancia nell’avventura di risolvere questo mistero: a chi appartiene questo cagnolino? Cosa fa effettivamente con quel cestino in bocca? Lo spazio in cui si muove il cane diventa lo spazio di cui Jen si appropria progressivamente, con il nascere di rapporti e relazioni. La vera scoperta sarà rendersi conto che la cittadina e il quartiere in cui Jen vive è molto più accogliente di quanto ci si aspetti!
Tra i diversi negozi, la biblioteca, i parchi, la strada la piccola protagonista – per una serie di circostanze che si intrecciano – arriverà a sostenere di essere la padrona del cane e questo le permetterà di entrare in relazione con alcuni coetanei che, durante l’estate, vivono anche loro il quartiere tra la biblioteca e i corsi d’arte. La timidezza viene filtrata dal silenzio assecondante del cagnolino, che si fa mezzo e compagno affinché Jen osi uscire dal suo guscio.
L’amicizia tra la gente e questo cagnolino avanza sulla falsariga della consapevolezza di di Jen di non essere la padrona e nello stesso tempo il desiderio di custodire questa bugia per poter continuare nel rapporto con gli altri bambini che si è aperto in modo inaspettato.
I colpi di scena orchestrano una trama narrativa appena un poco complessa che tiene dentro fili indipendenti: Jen e la sua famiglia, il cane e la sua famiglia, la cittadina, i bambini coetanei… la risoluzione del mistero di Pablo coinciderà con una maturazione di Jen sia nel rapporto con i suoi coetanei che con le sue emozioni.
È interessante infatti la riflessione emotiva sulla propria identità, sulle relazioni, sul coraggio, la timidezza, la verità e la bugia… come anche l’approfondimento sulle dinamiche familiari: i padri lontani, la nostalgia, la crescita, i fratelli….
Il finale è positivo e ricompone in un quadro unitario, dove ogni cosa va al suo posto, ogni tassello narrativo. Alla fine la storia di Jen sembra quasi mettere in ombra Pablo, questo cagnolino che, pur nel suo assoluto mutismo, ha permesso che accadesse ogni cosa! Un protagonista affettuoso, accondiscendente, spiritoso, un cane vero che si sporca e fa schifezze e che allo stesso tempo è dotato di capacità intuitive ed empatiche non rare nei cani.
Certamente l’autrice è una grande amante degli animali e dei cani, come si evince dai ringraziamenti finali e dalla foto del vero Pablo! Un’ottima proposta non scontata per lettori della primaria. (Dagli 8 anni)
L’ultima proposta quattro zampe che desidero farvi è Il mio amico Toby di Grégory Panaccione, un fumetto sicuramente dedicato agli adulti, ma che mi ha molto colpito per la capacità rappresentativa delle emozioni e dei comportamenti canini, letti e raccontati nel rapporto con il suo umano.
Questo fumetto è senza parole con la sola esclusione dei balloon dedicati al linguaggio di Toby, appunto, che mostrano in modo molto sorprendente e riuscito ciò che i cani comunicano con la loro comunicazione non verbale, quindi con l’espressione degli occhi, la posizione del corpo, l’abbaio.
La storia segue Toby in uno spazio e un tempo non ben definito – anche se possiamo riconoscerci la campagna italiana o francese – e lo segue mentre vai in spiaggia, mentre annusa la campagna, mentre aspetta che il suo padrone pittore dipinga, lo sveglia di notte quando sente arrivare i gatti e guarda con lui, ammirato, le stelle… e poi ha fame, si nasconde, viaggia in macchina, rincorre i bastoni che gli lanciano… Toby vive una libertà che farebbe invidia a molti cani: è libero di girare, comunica con le mucche, rincorre i gatti e gioca con altri cani, conosce, impara, cresce. Prese da questo protagonista vividissimo (se vi soffermate sulla copertina lo sentirete ansimare!), percepiamo appena, sullo sfondo, la vicenda adulta di un uomo dalla vita molto solitaria e ritirata – forse completamente dedita all’arte – che un giorno incontra una donna di cui si innamorerà. Il fumetto è un racconto di istanti, di piccole avventure quotidiane, di allontanamenti e ritrovamenti, di spazi di libertà personale eppure di condivisione emotiva, come sempre accade con i cani.
Le illustrazioni mostrano una gabbia a riquadri molto rigida, che si ripete uguale a se stessa pagina dopo pagina, illuminata da acquerelli che sembrano riflettere la luce. La storia è molto bella e struggente nella sua semplicità, si legge tutta d’un fiato e appare molto vera nelle relazioni tra questo umano e il suo cane.
Si gode della storia di entrambi anche grazie ad un uso degli acquarelli e del colore davvero vivido ed espressivo.