Versi di bestie è una raccolta poetica che si aggiunge alla collana La parola magica dei Topipittori; un volume di Bruno Tognolini che colpisce immediatamente per il titolo suggestivo basato sul duplice significato di verso (verso poetico ed espressione degli animali), ma anche per le immagini apparentemente abbozzate, ma finissime di dettagli di Viola Niccolai.
Tognolini ha la grande capacità di prendere un’idea e scolpirla col suono ed è questo che accade nei 32 ritratti di animali, custoditi in queste pagine.
Il poeta, infatti, non ha solo la capacità di destare delle immagini suggestive attraverso le parole o la struttura testuale, sono i suoni, i foni, il significante delle parole e il silenzio e le pause degli a capo che tratteggiano i musi-volti di questa galleria ideale. Ed è per questo che le poesie di Tognolini vanno lette ad alta voce, per mostrare a pieno la loro forza comunicativa. È solo così che le immagini prendono vita: grazie all’ascolto, alle orecchie.
Una trama fitta di allitterazioni e rime intessono il tessuto poetico, trasformandosi in una mimesi del verso dell’animale, ma in realtà in una mimesi dell’animale stesso.
«Fari, far fiori, farfalla
cuori, colori, volare
bella bellezza di foglia che balla
bolla di favole chiare
Folle volante folletto
folla della leggerezza
fiore fiammante di cielo fioretto
gialla folata di brezza
...»
Se la tradizione di filastrocche, a cui siamo spesso esposti nel mare della mediocrità, ci ha abituato, per favore di rima, a costruzioni fantasiose dove capita di immaginare animali antropomorfizzati e buffi, Tognolini mostra invece la sua statura di poeta e cantastorie vero, dando voce agli animali senza che questi diventino caricature.
«Forse il cammello si crede molto bello
e cammina elegante di profilo
come sfondo un bel cielo con uccello
oppure il Nilo
Occhi socchiusi, un’espressione grave
davanti a lui orizzonti da varcare
ondeggia lento, ha il passo di una nave
la sabbia e il mare»
Alcune poesie sono indimenticabili per il senso di selvatichezza che lasciano addosso al lettore, altre, dove la riflessione antropocentrica è più marcata, donano invece un po’ di amarezza.
È anche vero che, per come conosco il poeta e il suo spirito indomito che si batte per dar voce anche agli aspetti scomodi e censurati dei bambini e dei più piccoli, è quasi inevitabile immaginare che non abbia voluto sorvolare sugli aspetti più disturbanti del nostro rapporto con gli animali (la caccia, l’utilizzo per pellicce, i parchi “divertimento”, anche solo la pedata sulla blatta…). Mi riservo tuttavia di dichiarare il mio spassionato amore per quelle poesie dove la pesantezza della caccia, delle gabbie e del rapporto malato con l’uomo, si fa da parte per parlarci in modo rinfrancante e tonificante della bellezza, in sé e per sé.
«Sono
il lentissimo bradipo
quello
che va piano piano
perché
ogni passo lo medito
perché
ogni posto è lontano
[...]
Solo
in un posto bellissimo
vale
la pena di andarci
solo
in un posto che merita
tempo
per arrivarci»
«I grilli signorini all’alba vanno via
ci lasciano i violini, li giriamo a chitarre
e parte la bestiale strepitosa armonia
noi siamo le cicale musiciste tamarre
[...]
I fratellini grilli con signorina voce
vanno bene di notte, per la luna farfalla
per il sole giaguaro serve un canto feroce
aria calda che trema, luce cotta che balla»
Il legame più vero e interessante con l’uomo è quello che Tognolini racconta nell’ultima poesia Versi di bestia umana, dove il poeta idealmente unisce i cuori di diverse bestie ai bambini. L’idea che l’infanzia sia un luogo dove la differenza e la distanza con gli animali si annulli è tema affrontato variamente (conoscete Just me di Marie Hall Ets? o il più recente Anch’io faccio così) ed è forse l’aspetto più vero del rapporto animali-uomo: forse proprio dai bambini si può ripartire per ripensare il rapporto con la natura?
I bambini troveranno pane per il propri denti o meglio storie per le proprie orecchie, spaziando ben oltre i classici animali e ascoltando le voci, anzi i versi di echidne, bisce urlanti, zebre, libellule, grilli, cicale, bradipi, lemuri…
Un ennesimo, “bravo” a Tognolini.