Quanti di voi hanno trascorso un pomeriggio ozioso, magari estivo, con il proprio papà, in garage o dietro casa, mentre lui indaffarato stava dietro ai mille progetti che si accumulano durante la settimana? Mio figlio è uno di quelli che potrebbe rispondere “io!” con decisione. Mio marito – in questo – ha molto da insegnarmi: io che cerco sempre di trovare qualcosa di bello da fare con i bambini, rimango affascinata da come il solo fare le proprie cose, permettendo ai bambini di guardare, li coinvolga e li metta in moto spesso molto più di quando pianifichiamo le attività del pomeriggio. È in pomeriggi di questo tipo che Saverio ha iniziato a piantare chiodi e poi a segare e poi a trapanare: mio marito faceva le sue cose, lui scopriva un mondo di possibilità nel suo pensiero.
È la stessa noncurante occasione di libertà che apre il libro senza parole di Bruna Barros, Insieme con papà, nelle cui prime pagine campeggia un bel bambino tondo e nero, immerso totalmente in un videogioco: intorno niente, solo bianco. Progressivamente il campo si sposta e ci accorgiamo che alle spalle del bimbetto c’è un papà, ugualmente immerso nel proprio mondo, fatto invece di attrezzi, progetti e legno. L’occasione di comunicazione tra le due bolle di concentrazione è offerta da un metro di legno, di quelli ripiegabili: realtà e immaginazione si mescolano in un attimo e il bambino abbandona il gioco virtuale, per passare ad un diverso gioco fatto di inventiva personale.
Il papà sembra non accorgersene, anzi la sua figura si defila sempre di più ed è la mente del bambino a occupare l’intera pagina. Sparisce lo spazio reale, rimangono soli lui e il metro che di volta in volta si trasforma in uno spazio, un elefante, una balena… una balena davvero discola o incontinente che dallo sfiatatoio inizia a schizzar fuori acqua!
In un attimo tutta la sala è sommersa dalle gocce, ma ecco che il papà si immerge (in senso letterale e simbolico) nel mondo del figlio, come a dire: eccomi gioco con te! Reale e immaginato, ancora una volta, giocano e si trasfigurano e la barca, progettata sul banco del papà e adesso completata in ogni sua parte, è adesso il mezzo ideale per navigare insieme.
Prima un po’ distanti e quasi imbarazzati e poi sempre più vicini, in uno di quegli abbracci paterni che sanno far guardare verso l’orizzonte lontano.
La tecnica digitale, integrata con collage e stampigliatura risulta originale ed espressiva, i gialli aranciati e il nero intensissimo dei corpi morbidi dei due protagonisti ci trasportano nella calura brasiliana aggiungendo un calore intimo e un’atmosfera esotica e quasi profumata. Ben studiate le soluzioni di dialogo illustrativo, fondamentali in un silent book: i lontani e i vicini, la progressione narrativa, i collegamenti e le dispersioni.
Un bel silent book, intimo, sul rapporto con il proprio papà, uno di quei rapporti tanto sintonici quanto spesso privi di parole espresse e in questo senso il libro senza parole è perfetto perché ognuno, possa – se vuole – mettere le proprie.
A Saverio e al suo papà è piaciuto un sacco!
Speriamo!
chissà che qualcuno ricavi qualche suggerimento per “staccare” ragazzi e ragazze dalla solitudine dei display; chissà se a qualcuno torneranno mente quei bei momenti con quella figura paterna (che nel mio caso non c’è più).