Il secondo volume di Leonid, L’orda, è un volume di passaggio che compie in parte ciò che si attendeva, risolvendo in modo un po’ più semplicistico di quanto ci si aspettasse, il climax creato nel primo volume, con la sconfitta momentanea dei due albini.
I due inquietanti gatti bianchi, perfidi e cattivi, che erano stati sconfitti da Leonid e dai suoi amici nel primo volume, si riorganizzano, chiamando a raccolta quelli che sono definiti l’“orda”: una congerie di gatti vagabondi pronti ad ogni efferatezza.
Il cerchio intorno ai nostri eroi nella fattoria si stringe e a complicare (o a sbrogliare) la situazione si unisce un ulteriore sviluppo della trama, che lega il gruppo di gatti semi domestici della fattoria di Leonid, nella figura del vecchio pechinese Rosso, ad Attila il bellissimo gatto d’Angora al capo della dell’orda.
La paura e i piani di sopravvivenza sfumano infatti in un attimo, non appena Attila e Rosso ricostruiscono di avere un passato in comune. Lo sviluppo è un po’ accelerato e si risolve un po’ meccanicamente.
Certamente per chi chiamato questi personaggi ritrovarsi tra queste pagine è piacevole e alcuni nuovi gatti e l’evoluzione di certi rapporti ci fanno sperare in uno sviluppo interessante della storia (è già uscito in Francia il terzo volume!) magari sganciato dal conflitto, tuttavia alcune soluzioni mi hanno lasciata perplessa, come ad esempio il passaggio dell’orda che non impensierisce gli umani (che pur ci sono!), come se lo spazio non fosse abitato, anche la risoluzione del conflitto è un po’ semplificata, quando la creazione del pathos ci faceva attendere un grande scontro.
Attendiamo di vedere come si svilupperà la storia!
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