Quest’estate, quanto mai lontana, in occasione di uno di quei rari momenti in cui manca il papà (forse perché si è in rotta con la mamma che, forse, non ce la fa più!) mio marito ha portato in regalo al piccolo Saverio un libretto splendido. Splendido, ma temo, un po’ fuori tempo massimo. Il libro è Animali 1 2 3 di Britta Teckentrup, un libro sui numeri. Il che potrebbe non essere un problema perché Saverio da poco si diverte con i numeri, il punto è che è passato velocemente ad un livello superiore a quello del recitare a cantilena i numeri 1, 2, 3, 4, 5 etc.: lui vuole contare, per cui evviva i giochi tipo “conta tutte le palline nascoste”, “quanti pezzi di pizza mangia Pedro Pony?” :)
Il libretto di Britta Teckentrup è invece al livello precedente, direi 2 anni e mezzo o 3, infatti lo abbiamo sfogliato più volte quest’estate, ma purtroppo non ha coinvolto molto Saverio. E sono certa che è solo questione di target, perché le illustrazioni sono state molto amate e le abbiamo spesso ricalcate insieme e colorate.
Il bello di questo libro è che è inaspettato e ben pensato. I più semplici cataloghi di numeri, così come quelli con le lettere, possono essere molto banali, con l’aggravante che con i numeri il soggetto riproposto può essere sempre lo stesso, solo aumentato di numero! Non è però il nostro caso. Qui gli animali, i nostri soggetti, cambiano per ogni numero, ma non solo.
Ci accoglie in prima pagina un simpatico serpente sinuoso, tutto arrotolato in spire e sulla destra, ben grande e definito c’è il numero 1: bellissima l’idea di mettere un numero bello grande, perché spesso l’idea del contare vince sull’importanza di saper scrivere i numeri e per saper scrivere bisogna vedere, bene! Scrutiamo bene e il numero sagomato si rivela un’aletta e … sorpresa: non era un solo serpente, eccone un altro, 2 per la precisione, come suggerisce in numero scritto un po’ più in piccolo.
Le pagine si susseguono una dopo l’altra, animaletto dopo animaletto e numero dopo numero. L’organizzazione della pagina è ben equilibrata: gli animali sono prevalentemente ritratti su sfondi colorati privi di particolari e questo fa risaltare i soggetti e facilita il conto del bambino. Gli animali non sono statici, ma c’è un’evidente ricerca di creare movimento sia attraverso la texture del colore dei loro mantelli sia attraverso le posse plastiche, tanto che, anche se alcuni personaggi sono evidentemente doppi, la pagina non “perde il ritmo”. Le figure degli animali sono poi una via di mezzo tra il pupazzo e l’animale reale, tra il disegno e il collage e questo li rende molto originali.
Mi è piaciuta anche la scelta dei colori: non necessariamente primari (ci sono l’ocra, l’azzurro tempesta, il grigio, il verdastro…) che rende personaggi e sfondi molto particolari.
I numeri sagomati fungono da alette in modo funzionale, senza sbavature, anche alla fine dove il numero 1 del 10 ritorna ad essere 1 per il conteggio finale. Davvero ben pensata l’idea di nascondere non solo l’elemento in più, ma di farlo intravedere in modo che però l’illustrazione risulti completa in ogni caso e la scelta del formato orizzontale mi è sembrata più che azzeccata.
Non mi è piaciuto il font, ma direi che è una questione di gusti.
Per i piccoli che imparano a contare è davvero un bel libro da sfogliare, per i più grandi un serbatoio di personaggi da ricalcare e un memorandum visivo di come si scrivono i libri.
Britta è una delle mie illustratrici preferite, ed è bello conoscerla meglio attraverso la tua intervista Maria… e sbirciare nel suo studio!
Scaffale Basso è impareggiabile quando si avvicina la Bologna Children’s Book Fair. Brava!!