I pirati sono un argomento ricorrente nell’immaginario dei bambini, sicuramente lo sono in quello di mio figlio Saverio, rimane quindi un mistero il perché non si trovino titoli interessanti su questo tema nella fascia d'età 3-6, anche perché, appena si accede alla narrativa, i titoli si moltiplicano fino ad arrivare agli adulti. Le storie per i più piccoli sembrano non volere o non poter parlare di pirati. Quando quindi mio figlio ha chiesto una festa in stile pirata per i suoi 6 anni un po’ ho tremato. Da un paio di anni infatti ho scoperto che utilizzare un libro come filo conduttore delle festicciole a casa ha indubbi vantaggi: innanzitutto aiuta ad alternare i momenti di movimento e agitazione del gioco con altri di pace e calma, in secondo luogo si crea uno spazio immaginario in cui immergersi dall’inizio alla fine della festa e questo coinvolge anche i bambini più timidi, scardinando le "solite" dinamiche relazionali, in terzo luogo i bambini non sono molto abituati a sentirsi leggere delle storie e i loro visi estasiati sono davvero uno spettacolo.
Così se a livello organizzativo ero piuttosto avvantaggiata, grazie a Quickparty, un provvidenziale regalo di una cara amica lanciatasi (anche) nel mondo degli accessori festaioli, dall’altra non sapevo che pesci (o meglio libri) pigliare. Fortunatamente alla fine ho trovato Chi trova un tesoro trova un pirata di Francesca Bossini e Agnese Baruzzi.
Così in un freddo pomeriggio di novembre abbiamo accolto ben 7 pirati e 2 piratesse. Io e Saverio avevamo preparato cappelli e bandane per gli occhi (preparati con semplice cartoncino nero e bianco ed elastico), ci abbiamo aggiunto qualche foulard per le piratesse più vezzose e qualche collana di perline così all’arrivo degli invitati ciascuno ha potuto travestirsi a proprio piacimento.
Quando ognuno dei pirati aveva completato la propria vestizione, la festa è incominciata con una breve lettura: «Di solito i pirati sono fatti a forma di pirata. Alcuni indossano cappelli con le piume, ti agitano sotto il naso le loro spade affilatissime...» L’incipit del libro sembrava fatto apposta per le nostre presentazioni: la storia infatti riassume tutti i luoghi comuni sui pirati, prima di presentarci «Lilla», una bambina «moooolto strana» che a scuola «ululava cose tipo: “corpo di mille cannoni!”». I bambini sono stati subito coinvolti: che tipo di pirati erano loro? A ognuno è stata data una cornice bianca al cui interno disegnare un proprio autoritratto insieme al proprio nome di battaglia: abbiamo avuto "Ted baffi neri", ma anche piedi puzzolenti e pirati robot. Seguendo la traccia della storia abbiamo poi cercato di pensare a tutti gli oggetti che servono ad un pirata per essere tale. Identificati i cannoni abbiamo giocato ad una versione “piratizzata” della patata bollente, la Jolly Roger è stata al centro del nostro gioco “attacca la bandiera sul pennone” (tipo attacca la coda all’asino), la nave è stata costruita da ognuno dei piratini grazie a due fogli e qualche pennarello, il tesoro (una cinquantina di perline di plastica) è stato cercato in un baule pieno di stracci e peluches …
Tra un gioco e l’altro i bambini sono stati ipnotizzati dalla storia, molto semplice, ma altrettanto spiritosa, perché Lilla è un pirata, ma non un pirata qualsiasi è il capitano di una ciurma di pirati spersa da qualche parte nell’oceano. Così tra una legge e l'altra della filibusta (scopriamo che «un pirata non si arrende giammai!» e che «non si fa dare ordini da nessuno») seguiamo la piccola piratessa alla ricerca del suo tesoro scomparso su una spiaggia un po’ sporca in compagnia di un nuovo ammiraglio appena arruolato, un bambino un po’ solo e annoiato trovato lì per caso. È il modo stesso di agire della piccola Lilla a testimoniare il vero carattere ostinato e avventuroso dei pirati: Lilla non si arrende, scava, cerca, impreca scherzosamente, cosicché quando il vero tesoro salta fuori dalla sabbia non ci stupiamo poi molto della colorata e rumorosa ciurma che raggiunge i due bambini sulla spiaggia per festeggiare il capitano ritrovato.
«”Urrà per la nostra capitana! Tre urrà per il suo bottino!” “Ciurma di canaglie! Ce ne avete messo di tempo per venirmi a prendere!” ha sbraitato Lilla. “Ma che mille meduse vi sgranocchino le mutande…non vi sarete dimenticati del mio valoroso ammiraglio. Senza di lui non si va da nessuna parte, razza di trippe molli! Legge della filibusta numero 3: un pirata fa sempre a metà di tutto, Ed è così che la grande festa è incominciata». E proprio su queste parole ci siamo trasferiti a banchettare insieme!
In cucina la razione del corsaro prevedeva muffin, crostata con teschio ben in vista, palle di cannone al formaggio, occhi di pirata, gallette al cioccolato, acqua di oceano.
Il libro si presta perfettamente alla lettura ad alta voce, al coinvolgimento del pubblico e anche ad attività e giochi: il cuore del libro sta nell’offrire un pittoresco catalogo di pirateria tramite parole e discorsi pirateschi che, come sottolinea l’uso del lettering, sottolineano la vocazione attiva di questo testo. L’unico appesantimento della trama, leggera e poco pretenziosa, è, a mio parere, l’inserimento un po’ campato per aria del tema inquinamento/natura (la spiaggia in cui i bambini cercano il tesoro è evidentemente inquinata, ma poteva essere tranquillamente solo una spiaggia), tuttavia il campionario di spazzatura è stato rimando appropriato nel nostro gioco del tesoro dentro al baule pieno di stracci. Le illustrazioni di Agnese Baruzzi piatte, ma sopra le righe, e rifatte citando i manifesti slogan con baloon a megafono, volti raggianti e bandierine a cornice delle tavole amplificano l’effetto spiritoso e rumoroso di personaggi e situazioni.
Scegliete un libro per festeggiare con i vostri bambini: i compleanni sono occasioni uniche e potrete trovare libri che vi verranno dietro con facilità e spigliatezza.
Ai bambini leggo molto, e mi piace farlo.
Ho letto spesso ai bimbi del nido di Rania, ed è stupefacente rendersi conto di come nessuno sfugga al magnetismo creato da un libro aperto e da una voce adulta che lo legge ( per quanto, anche allora, l’ansia da performance non mi ha risparmiato. Sì, persino di fronte a un pubblico di due-treenni). Comunque i bambini sono un pubblico migliore di quello adulto. Non giudicano e non commentano il “come”, ma si calano nel “cosa”.
Io però parlavo delle aspettative create dalla festa in sé. Dovermene sobbarcare un’organizzazione così capillare (come sembra esser stata la tua) che va dal buffet in tema all’animazione (pure a tema) penso mi manderebbe in tilt. Finora ho puntato sul “far meno” e tutti felici. Come ti dicevo poter organizzare una festa ai giardini pubblici ti esonera quanto meno dall’obbligo di dover pensare a delle attività di intrattenimento. Ma anche così, ti assicuro, ne sono uscita distrutta!
oh grazie!! ma come mi è sfuggito?!?
E anche stavolta non ho potuto resistere e ti ho inserita nel primo Top of the Post dell’anno!
Il tuo post mi è piaciuto molto e ho voluto inserirlo nella mia top of the post di questa settimana!
http://lanemina.blogspot.it/2016/01/top-of-post-110116.html
Non ci credo: tu sei una narratrice nata, il tuo blog ne è una testimonianza palese! Provaci al parco 😉
Non ci credo tu sei una narratrice nata, il tuo blog ne è una testimonianza palese! Provaci al parco 😉
Tu dici?
Io direi che occorre come minimo saperci fare.
Io, a parte che non saprei dove mettermeli in casa (il vantaggio di una figlia nata a luglio è almeno quello di potermi evitare ricerche di location potendo usufruire dei giardini pubblici sotto casa) mi farei divorare dall’ansia da prestazione. Oddio, e se poi non mi ascoltano? E se si annoiano? E se mi demoliscono casa? Se diranno a mia figlia che è stata la festa più brutta a cui siano mai andati? Sono un caso disperato, lo so.
Cara Susanna, ti rivelo un grande segreto: credo che sia più rilassante avere 10 nanerottoli in casa (che tra l’altro si intrattengono con pochi pennarelli, qualche foglio di carta un baule) che avere l’onere, la spesa e la preoccupazione di delegare l’organizzazione a qualcun altro. E poi i bambini non sono più abituati a giocare in modo semplice con gli adulti e rimangono affascinati e attentissimi quando qualcuno lo fa: ti dico solo che il gioco dei mimi degli animali (per il quale non serve nient’altro che l’immaginazione) li ha intrattenuti per un’ora! Quindi ogni complimento è immeritato, sono una madre pigra, molto pigra!
Ma tu sei un mito.
Non tanto per la festa in sé, che mi sembra sia stata fantastica (mi chiedo sempre come facciate, voi madri del web, a realizzare queste grandiose feste a tema. Ma esistete davvero anche nella vita reale?), quanto per il coraggio di metterti in casa dieci nanerottoli da intrattenere e gestire. A quanto pare sei riuscita egregiamente. Grande idea quella del libro come filo conduttore della festa. A pensarci bene lo facevamo anche ai campi estivi degli scout, aiuta molto ad entrare nello spirito di gruppo e a calarsi nel ruolo come partecipanti attivi. Fantastica, davvero.