La scuola è una grande occasione data ai bambini per incontrarsi e scontrarsi con la diversità, o meglio l’unicità dell’altro che è anche unicità di se stessi.
Spesso si è abituati a pensare al diverso, come qualcuno esterno a noi, qualcuno - appunto - diverso da noi, ma siamo sicuri di essere noi il modello di “normalità”?
I due libri di oggi parlano di come la consapevolezza di essere diversi possa diventare gioiosa consapevolezza di essere unici, anzi che tutti sono unici.
Gli unicorni non amano gli arcobaleni di Emma Adams e Mike Byrne pesca in modo ironico tra gli stereotipi sugli unicorni - che sono molto marcati e noti - e ci racconta, come si possa voler essere diversi.
La storia è divertente e segue le esternazioni nette del nostro protagonista:
«Calpesto gli arcobaleni, li trovo osceni
(per non parlare della cacca di unicorno, di quella poi siamo pieni)»
«i miei amici tra i fiori sono soliti saltellare,
e coroncine di margherite si divertono creare
(lo fanno per ore, vogliano scherzare?!)»
«Prediligono le cose luccicanti,
tant’è che sono sempre sgargianti,
ma ormai risaputo:
i brillantini pizzicano, aiuto!»
Come era prevedibile il nostro unicorno ama il nero, le tempeste, il buio, l’heavy metal… sembra proprio la pecora nera - o meglio - l’unicorno nero del gruppo: che fare? Isolarsi? Affermare il primato della propria differenza?
«No! Io posso essere me stesso e tu puoi essere te!
Insegneremo agli altri che va bene essere come si è!»
I disegni non sono particolarmente degni di nota, ma gli appassionati di unicorni troveranno tutto ciò che amano tra le pagine. Il testo è tendenzialmente in rima e si fa seguire con semplicità. L’importante è amare se stessi e gli altri per quel che si è.
Bimbo Bubble va a scuola di María Ramos, riprende lo stesso tema, declinandolo all’interno dell’esperienza scolastica. In questo caso le illustrazioni colpiscono subito per uno stile marcato, molto infantile e riconoscibile, unico nel suo genere. Il nostro protagonista è un bambino-gomma-da-masticare (Bubble gum boy) e questa mattina sta per raggiungere la sua scuola nuova. La preoccupazione è palpabile.
«ha paura che nessuno voglia giocare con lui. I suoi compagni di classe non sono fatti di gomma come lui. Sono tutti molto diversi».
Mandarina ad esempio è una splendida bambina-mandarino che profuma di fiori, sa tutto sui dinosauri e mangia certi pranzetti giapponesi…
Poi c’è Ernesto un bambino-ranocchio, appassionato di pianeti e Cipollina una bambina-cipolla che ride sempre.
«Tutti hanno delle qualità… E Bimbo Bubble?»
Il tono stringato quasi bambinesco, nelle sue dichiarazioni perentorie, si accorda perfettamente alle illustrazioni che sembrano disegni che hanno preso vita da piccole macchiette e figurine ritagliate sovrappensiero.
«Uguali è una noia, diversi è molto meglio!»
Il messaggio è chiaro, il viaggio tra le pagine quasi pop. Ognuno ha delle caratteristiche che diventano una ricchezza per il gruppo.
Una illustratrice da tenere d’occhio.