Quando si avvicina la fine della scuola, tra le mille scadenze, le esigenze di programma, gli imprevisti, i recuperi, la testa farfallina, la stanchezza… proprio allora alle maestre è chiesto uno sforzo che potrebbe, ad uno sguardo superficiale, apparire come semplice: la fantomatica lista dei libri per le vacanze.
Una lista che dovrebbe essere molto più di un banale elenco di libri per una determinata età, una lista che di solito vincola aspettative e a volte anticipazioni di concetti che si pensa torneranno utili a settembre, ma anche una lista che – volenti o nolenti – racconta qualcosa della propria insegnante.
E il punto su cui riflettere è proprio questo: esattamente alla fine di un ciclo di lavoro, quando le insegnanti devono tirare le fila, concentrarsi sul percorso fatto ed elaborare un giudizio sugli obiettivi raggiunti, viene chiesto loro anche di pensare all’anno successivo, offrendo agli alunni una lista di libri da leggere. Tra scrutini, ultime verifiche e interrogazioni, preoccupazioni e stanchezza le insegnanti compilano dunque queste liste, fidandosi per lo più delle loro conoscenze pregresse, del passaparola e degli investimenti di tempo che hanno potuto impegnare durante l’anno sul tema della lettura. E parliamoci chiaro: in una scuola dove le classi sono sempre più disomogenee, con ragazzi che presentano moltissimi bisogni e peculiarità da guardare singolarmente, il tempo da dedicare al tema della letteratura per l’infanzia sembra sempre il pallino dell’insegnante perfettina.
Questo rappresenta un altro scoglio problematico: esiste il desiderio di aggiornarsi sulle nuove uscite editoriali? La risposta è spesso no.
Potremmo aprire una discussione molto interessante sulle potenzialità che lo strumento letterario, la lettura e le immagini hanno nelle problematiche inclusive e didattiche, ma non è questo il luogo, vi invito però a riflettere su come la letteratura, nella nostra società, sia spesso considerata un passatempo e non un investimento di pensiero, un dono al ragionamento. Se non se ne vede la ricchezza e se non si ascoltano tutte le sfaccettatura che la letteratura assume nei toni e nelle vesti contemporanee, difficilmente nascerà il bisogno di aggiornarsi. Mostrate invece alle insegnanti i libri, leggeteli loro e, con semplicità, nascerà la domanda.
Supponiamo di aver destato una domanda e torniamo alle fatidiche liste dei libri per le vacanze. Alle insegnanti non si può chiedere una conoscenza costante e aggiornata delle nuove uscite dedicate all’infanzia: non si può per una ragione di mercato (le edizioni per ragazzi ogni anno si stimano in più di 18.000 titoli), ma anche per una ragione di tempo e richieste che si fanno alle insegnanti, oggi più che mai impegnate su diversi fronti, quasi 24 ore su 24.
Bisogna dunque rassegnarsi e accettare che le liste dei libri per le vacanze contino titoli usciti 20 o 30 anni fa, con la conseguente frustrazione e fatica per i genitori nel dover trovare libri fuori catalogo disponibili, se tutto va bene, in una sola copia in biblioteca? Bisogna dare per scontato che ciclo dopo ciclo – se si hanno più figli – saranno le medesime liste e i medesimi titoli ad essere letti dai nostri bambini? I classici non passano mai di moda, è vero, ma parliamo davvero di testi di questa levatura?
Non voglio sostenere che i “classici” siano inutili né tantomeno che i libri datati non abbiano valore, ma non posso anche pensare che le nuove traduzioni non permettano ai libri di parlare meglio alle nuove generazioni perché la lingua cambia, ad esempio… inoltre bisognerebbe ragionare sul canone di “classico” e accettare con lealtà che alcuni testi sono semplicemente vecchi e mediocri.
Un’evoluzione nello studio delle competenze e delle abilità e anche nella critica – a cui credo di dare un contributo quotidiano con Scaffale Basso – rende oggi il panorama editoriale per l’infanzia leggibile e interpretabile con una chiarezza che non è scontata e che ha il vantaggio di presentare e selezionare titoli e storie interessanti.
Le insegnanti hanno bisogno di una voce che le sostenga e le aiuti a orientarsi nel vasto mare della letteratura per l’infanzia. Per me questo è sempre stato un lavoro interessante e stimolante. Non mi interessa sostituirmi alle maestre che incontro, ma sono molto affascinata dal poter ascoltare e rendere “libro” i desideri e le consegne che hanno in mente. Mi è difficile consigliare genericamente 10 libri per una classe, preferisco invece indicare titoli e collane, spiegare le ragioni per cui le trovo interessanti e i criteri per cui terrei d’occhio alcuni autori e poi passare la palla alla lettura personale e al gusto di ciascuno.
Se possibile, chiedo che ci sia un momento di incontro con le insegnanti perché possano parlarmi direttamente della loro classe: il cucire su misura un progetto bibliografico è il requisito perché questo possa essere efficace. Efficace nel suo far venir voglia di leggere ai ragazzi.
Perché la risposta che dovrebbe basare ogni progetto e lista dovrebbe essere collegata alla domanda: perché vogliamo che i ragazzi leggano?
Le letture estive sono un’occasione grande e imperdibile per i ragazzi, perché hanno tempo di leggere e di godersi il tempo catartico della narrazione che spesso, durante l’anno, è relegata a tempi di stanchezza tra un impegno e l’altro.
Ecco dunque le mie proposte per questa estate: 3 nomi per 3 soluzioni diverse e su misura per tutte le insegnanti e le scuole primarie.
Potete scoprirle qui.
Per conoscere i prezzi ed acquistare le proposte scrivetemi: scaffalebasso@gmail.com.