Credo che le storie che raccontano della vita delle sorelle e dei fratelli siano di una bellezza e di un divertimento disarmante (ricordate Lotta? Dory?). Ricordo, ad esempio, vividamente di aver letto nella mia infanzia Io e mia sorella di Giuliana Maldini, un libro che raccontava le avventure e le disavventure di una secondogenita alle prese con la vita di tutti i giorni e una sorella maggiore.
Ho dunque letto con grandi aspettative la coppia di libri della bravissima Beverly Cleary che sono usciti per Il Barbagianni: Beezus e Ramona e Ramona la peste.
In questo caso la narrazione, che nella Maldini era focalizzata in prima persona, si fa esterna, in terza persona, pur non tralasciando un tono intimo e trasparente su tutte le emozioni e i pensieri delle ragazze e racconta la quotidianità di due sorelle: la grande Beezus, di 9 anni, e la sorellina Ramona, di 5 anni.
La narrazione è spassosa, ma al contempo esatta e ricca: trovo che questi racconti, se ben scritti come in questo caso, permettano ai lettori di rivedere situazioni quotidiane normalissime e probabilmente già vissute e osservarle di nuovo. La bellezza è quella di sentirsi letti da queste storie che mostrano che la tua storia, lettore, appartiene a tanti.
Pensate che la prima edizione di queste storie è del 1955, la stessa Beezus è una bambina d’altri tempi che vediamo, ad esempio, seduta sulla poltrona ricamare una presina, eppure le dinamiche che si instaurano tra sorelle sono identiche settant’anni fa come adesso.
La piccola Ramona, da perfetta secondogenita, è un’esplosione di energia, una costante ricerca di autonomia e di attenzione, una bambina tenace ed esuberante, Beezus, al contrario, è una ragazzina diligente, ligia e paziente, una bambina affidabile ed empatica.
Ramona è una bambina che corre in triciclo in salotto, suonando l’armonica fino allo sfinimento (di tutti gli altri!), è una bambina che vuole che le si legga il suo libro preferito decine e decine di volte, è una bambina che non accetta dei no e non sopporta le ingiustizie, così ad esempio decide di scrivere il suo nome su tutte le pagine del suo libro preferito della biblioteca, perché non capisce perché debba restituirlo!
Ramona è una bambina molto libera che spesso sembra travolgere con il suo mondo la più tranquilla Beezus. Eppure anche della primogenita il primo volume regala scorci commoventi e consapevoli sull’essere sorella:
«[Ramona] non sembrava mai capire che cosa non si deve fare» pagina 21
Nello stesso tempo Ramona riesce davvero a conquistare il cuore di tutti, perché è una bambina tenace, con le idee chiare, piena di trovate esilaranti, inconsapevole o forse insensibile alla presenza di regole e decisa a dettare le sue. Una personalità adorabile e pestifera allo stesso tempo.
È bello guardare Ramona con lo sguardo della sorella maggiore che questo lato sopra le righe le invidia e odia allo stesso tempo:
«Beezus affronta il suo lavoro, determinata a essere libera e fantasiosa. Essere liberi su un pezzo di carta non era facile come sembrava» pagina 52
«Beezus era sicura di una cosa. Non aveva più sensazioni confuse su Ramona. Ramona era perfettamente impossibile» pagina 107
Beverly Cleary è molto onesta e limpida nel raccontarci la competizione e la rivalità tra sorelle. Di solito la rappresentazione della fratellanza segue degli stereotipi fissi: o un’armonia quasi surreale o una competizione binaria come se i fratelli fossero il bianco il nero.
Questo primo romanzo, invece, ci mostra le dinamiche familiari tra papà, mamma e sorelle che giocano la propria personalità, il proprio essere, i propri desideri, le proprie fatiche, ma anche la gioia di essere una famiglia normalissima, con una vita normalissima fatta di feste di compleanno, di spese, di torte di compleanno, capelli da lavare, stivali da comprare, capricci, guai e cene insieme…
Il secondo volume riprende il filo di questa saga familiare quotidiana e speciale, focalizzandosi in particolare su Ramona e il suo ingresso al Kindergarten, una sorta di anno che precede l’ingresso alla scuola primaria.
Osserviamo Ramona con il suo entusiasmo e le sue aspettative:
«Era una bambina che non vedeva l’ora» pagina 9.
L’universo esplosivo ed entusiasta di Ramona si scontra con la vita sociale e tutta una serie di compromessi che si troverà a dover accettare, valutare e vivere in prima persona.
Bellissimo l’incontro con la sua maestra, una figura positiva che entra subito in sintonia con l’esuberanza di questa bambina e le fa spazio nella sua classe e nel suo cuore.
I colpi di scena sono inaspettati come inaspettata è la vita, come quando Ramona si siede in classe e fraintende «un posto idoneo» con “un posto e i doni” e per questo rimane incollata alla sedia in attesa che la sua maestra le porti dei regali. La maestra le chiederà scusa. Che meraviglia!
Le narrazioni delle vicende entrano quasi nei singoli minuti di ciò che accade nelle giornate, senza rimanere sulla superficie: ad esempio, si raccontano le domande nate nella classe di Ramona intorno a un famosissimo libro per bambini con le domande che si accavallano e gli interrogativi che vengono raccolti dall’insegnante.
In questo volume impareremo a conoscere uno spazio un po’ meno intimo della famiglia Quimby ed esploreremo il quartiere e i suoi abitanti: Howie un bambino che abita in fondo alla strada con cui Ramona farà l’andata a scuola insieme (pensate che Ramona verrà responsabilizzata ad andare a scuola da sola nonostante i suoi cinque anni!), la scuola, gli altri bambini…
Il narratore esterno riesce a far propria ed esprimere, nella sua onniscienza, i pensieri più profondi dei protagonisti, nella loro schiettezza e umanità:
«Se a Howie non piacevano i suoi jeans, perché non faceva scoppiare il finimondo a casa?» pagina 83
Molto bello l’episodio di Halloween nel quale Ramona, travestita da strega, ad un certo punto si rifiuta di mettersi la maschera, perché pensa che in questo modo la sua adorata maestra non la riconoscerà:
«No, non era Miss Binney ad avere paura. Era Ramona. Miss Binney non sapeva chi fosse questa strega. Nessuno sapeva chi fosse Ramona, e se nessuno sapeva chi era, lei non era nessuno» pagina 144
Accompagneremo Ramona diverse volte a scuola, arriveremo in ritardo, ci impantaneremo nel fango, incontreremo una supplente, ci nasconderemo tra i secchi della spazzatura, impareremo a scrivere le Q e, ad un certo punto, ci rifiuteremo di andare a scuola, quando la maestra chiederà a Ramona di smettere definitivamente di tirare i capelli ricci alla sua compagna.
Ma poi ci torneremo, perché la maestra di Ramona saprà trovare un varco nella testardaggine di questa pestifera bambina e richiamarla a sé!
I romanzi sono scritti in modo magistrale con un equilibrio perfetto tra il racconto degli intimi pensieri e delle emozioni delle bambine e una lealtà quasi fotografica nel descrivere le vicende quotidiane e comunissime che accadono in una famiglia come tante.
I due romanzi si prestano ad essere letti in condivisione dei cinque anni e in autonomia dai 8-9 anni
Una nota di plauso assoluto va data a Jacqueline Rogers che intervalla queste narrazioni con delle illustrazioni vividissime che ci catapultano negli anni ’80, e anche alla bravissima Susanna Mattiangeli che ci regala una traduzione scorrevole e piacevole dalla prima all'ultima pagina.