L’ultimo volume della collana Pino dei Topipittori, In un seme, conferma l’impronta originale di questa collana, costruita e raccontata (per parole e immagini) a partire dal concetto di stupore, non a caso il sottotitolo di questo volume è Manuale per piccolo collezionisti di meraviglie.
In un seme è un manuale dedicato alla scoperta dei semi, o meglio, a discapito del titolo, la riflessione sui semi non è che l’incipit per raccontare il valore della biodiversità, non solo in termini di ricchezza e varietà, ma come status necessario alla salubrità dell’ambiente.
Il volume raccoglie e racconta le strategie di sopravvivenza e riproduzione delle piante, prese come esemplari emblematici di un processo e di una realtà ben più vasta che regola l’equilibrio della terra, del clima del mondo. All’interno di questo discorso la ricchezza della diversità diventa metro per giudicare la vitalità e la sanità di un ecosistema.
Come ci hanno già abituato i volumi precedenti, non è tanto l’esaustività la cifra di questa narrazione, curata in questo caso dall’agronoma Beti Piotto, ma il testo cerca di rendere note tutte le diverse strategie che piante, fiori e alberi hanno escogitato per sopravvivere attraverso racconti esemplari: ad esempio, tra chi ha scelto di avvalersi degli uccelli o degli insetti o dei mammiferi l’autrice sceglie un esempio specifico da raccontare, che serve a mostrare in modo emblematico le ragioni della scelta.
Un’ampia gamma di soluzioni prende vita nelle bellissime illustrazioni acquarellate di Gioia Marchegiani che offre scorci che, a volte, servono a spiegare ciò che il testo racconta, ma che si prendono anche la libertà anche di spaziare mostrando altri soggetti, magari non citati esplicitamente nel discorso, organizzandoli nella pagina come fosse un carnet d’appunti illustrato.
Ciò che colpisce e che lascia una sensazione di incanto è il rendersi conto della varietà di forme, colori, strutture che si rendono reali in una varietà pazzesca di declinazioni e che nascondono e narrano storie di una natura che ha saputo trovare strade diverse per raggiungere l’obiettivo della sopravvivenza nell’ottica di una collaborazione con le creature che abitano nello spazio prossimo. Ci sono fiori dagli odori particolari che attirano impollinatori precisi, fiori che hanno sviluppato calici accessibili solo a determinati lepidotteri, semi con scaglie disposte sapientemente per il volo, colori affascinanti per scimmie uniche e particolari…
Il mutualismo, cioè la disposizione a collaborare per il profitto di diverse forme di vita, sembra essere la chiave per il successo individuale, ma anche per una vitalità globale. La biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi sembra fondarsi sulla capacità che ciascuna forma di vita ha di collaborare, di relazionarsi e di accondiscendere alle caratteristiche di ciò che sta intorno: il successo, in fondo, sembra dato dalla capacità di instaurare relazioni!
A partire dal viaggio del polline e dalle tecniche di diffusione, passando per le “case” dei semi e per le strade scelte per viaggiare (vento, acqua, animali…) arriviamo a metà del libro, dove in inserisce una sezione laboratoriale per sperimentare e per veder accadere ciò di cui si sta parlando attraverso giochi, ma anche raccolta e catalogazione. Il percorso si conclude con la germinazione e le banche di semi.
Il discorso scientifico è rigoroso e chiaro, pur mantenendo il tono stupito dell’osservatore più che del divulgatore. Le immagini invitano a disegnare e ad osservare.
Un “quaderno” di lavoro perfetto per la primavera incipiente.