Le vacanze con i nonni sembrano essere un trend riscoperto e in gran voga ultimamente. Ecco infatti che arrivano sugli scaffali, due avventure di personaggi a noi ben cari che raccontano proprio di questa esperienza; non chiamateli però “libri sui nonni” e non comprateli solo in vista di un regalo ai nonni, perché questi libri sono molto di più: la figura del nonno infatti permette ai nipoti (letterari e reali) di scoprire un mondo di libertà colmo di ebbrezza.
Torna Nico (QUI trovate la prima e la seconda puntata), amico delle balene spiaggiate, e Stina bimba sorridente dalla bianca capigliatura (QUI trovate la prima avventura).
Nico approderà in una piccolissima isola, in perfetto stile Benji Davies, per trascorrere le vacanze con una nonna alquanto eclettica, che abita in una barca rovesciata, fa yoga e mangia solo alghe. Il mondo illustrativo di Un’estate dalla nonna è ricco di piccoli dettagli sorprendenti e gustosi: i barattoli di vetro con le piante, gli odori secchi appesi al soffitto, le alghe abbandonate sull lavello, la trapunta a quadrettoni… e fuori una spiaggia battuta dal vento e un confine che è solo quello dato dalla stanchezza. Nico con il suo impermeabile giallo, la sua cuffietta nera e la maglia a righe può esplorare e vagare come e dove desidera: sarà l’ennesima tempesta a combinare l’ennesimo incontro, questa volta con un uccellino sperduto.
Costretto su di un’isola, circondata dal mare in tempesta, sarà salvato dall’ardimentosa nonna che da quel giorno non perderà più occasione di stare con il suo Nico, riscoprendo la bellezza del prendersi cura dei più piccoli.
La storia, per molti versi speculare e echeggiante le avventure precedenti (ritorna il tema della malinconia, della solitudine, del prendersi cura…), non lo fa però con banalità e imbastisce una storia toccante e piacevole, che presa nella sua individualità non delude.
Le illustrazioni di Benji Davies, forse meno spettacolari del solito (anche se i giochi di luce sono splendidi), sono però curate e belle e sanno parlare ai più piccoli con chiarezza e gentilezza.
Stina, invece, dall’isola del nonno ancora non si è allontanata e nel nuovo capitolo, Stina e il Capitan Fanfarone, le sue vacanze bruciano di quella luce metallicamente fresca che investe le isole del nord Europa. In uno dei lenti pomeriggi vacanzieri, tra rocchetti di filo, raccolte di piume e cassette di legno il nonno propone un’incursione a casa del suo amico Axel, alias Capitan Fanfarone, per festeggiare il suo onomastico. La merenda preparata con cura è a base di pane e miele e riposta amorevolmente in un cestino di vimini. Capitan Fanfarone e la sua casa di legno rossa sono una sorpresa a dir poco bizzarra e travolgente. Axel infatti, personificazione perfetta del ritorno infantile in vecchiaia, è un anziano spumeggiante che ama farsi cantare le ninnananne, che passa dal sonno catatonico all’euforia più sfrenata (per pane e miele) e che sbraccia e salta in cucina in preda all’entusiasmo più bambino. Capitan Fanfarone è, nomen omen, un gran fanfarone, ma ascoltare le sue storie è qualcosa di unico e la piccola Stina pende dalle sue labbra con la seria considerazione di chi non pensa possibile gli si stia raccontando favolette, o meglio con la seria considerazione di chi crede alle favolette. A poco servono le ripetute tenui insinuazioni del nonno («Ah sì?»), il pomeriggio trascorre tra squali, medaglie al valor mieloso e paradisi celesti… e quando Stina ritorna a casa con una nuova barca, solo una cosa non si spiegerà: «“come ha fatto Capitan Fanfarone a starci dentro, in quella piccola tinozza”».
Due storie piacevoli, due protagonisti amati, dai 4 anni, per tutti.