Sono a letto, da sola per qualche ora, raggiunta dall’ennesimo malanno di stagione e ho qui accanto a me Le cose che passano di Beatrice Alemagna, un libro stupendo che tocca uno dei punti che nella vita mi fa fare più fatica.
A volte mi trovo a pensare che le cose non cambino mai, nelle piccole e nelle grandi questioni. Mio figlio non dorme per un paio di notti: non dormirà mai! Mi alzo con il mal di testa: non mi passerà più!
Beatrice invece con la solita levità e la solita profondità prende di petto la questione e la scioglie in un viaggio che, in fondo, è una grande domanda.
Le cose che passano possono essere dolorose perché si trasformano e non ci sono più, passano appunto, eppure le cose che passano possono essere anche un sollievo.
«Nella vita, sono molte le cose che passano. Si trasformano, se ne vanno».
Le immagini giocano con le pagine in carta da lucido, opaca e semitrasparente, così l’uccello posato sul dito, girando la pagina ha spiccato il volo: c'è la stessa mano, ma l'uccello ora è lontano.
Così incomincia il libro, con una frase neutra che non si sbilancia sulle conseguenze e le implicazioni sentimentali, ma lascia al lettore la libertà di pensare e vivere tutte le sensazioni che di volta in volta scatenano in lui il testo e l’immagine.
«Il sonno finisce».
«Una piccola ferita guarisce (quasi) senza lasciare traccia»
Le tavole pastosissime incantano e il gioco delle trasparenze curato con sincronia è perfetto perché costringe a rimanere sulla pagina un tempo “doppio” che lascia molto spazio al pensiero. Cosa provi quando la musica scivola via? E quando «prima o poi, i pidocchi (per fortuna) scompaiono»?
Le sensazioni dalle quali ci si circonda, pagina dopo pagina, non sono a senso unico: a volte è un senso di liberazione, a volte una malinconia o una preoccupazione, un’esaltazione, a volte è un’emozione confortante (pensate al fumo della tazza calda che vi raggiunge) o una meraviglia. Ci sono anche stessi eventi che portano esiti diversi: il sonno finisce e si è percorsi dall’aspettativa gioiosa della giornata, ma anche la veglia finisce e l’arrivo del sonno scaccia via le paure.
Si assaporano una ad una le immagini che rendono evidente e fanno esperire questo movimento che tende alla trasformazione costante; belle, bellissime e con una pittoricità granulosa molto particolare. Tutto passa, eppure il gioco della pagina trasparente fa intuire in un modo e nell’altro che qualcosa rimane sempre: una traccia, un’eco… e in ogni caso c’è molto altro che rimane lì, ugualmente bello, diverso, anche a volte migliore (?).
Ma in questo movimento sempiterno che sembra inarrestabile, cosa rimane costante? Anche in questo caso è solo l’immagine e l’emozione che comunica a lasciare che ognuno offra le sue parole per descriverla: un abbraccio intenso, carnale, esistenziale che non ha bisogno di parole.
A me ha ricordato un passo di Isaia molto commovente che parla della fedeltà dell’amore all’uomo: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai».
Perché senza un amore che costituisca la nostra persona ogni cosa che passa o che rimane non fa altro che logorare un corpo soggetto al tempo, ma se un amore abbraccia ogni giorno la nostra carne, ciò che passa e ciò che rimane sono un’occasione per essere felici che è poi ciò che le immagini di Beatrice, che ha una capacità comunicativa per me incredibile, unica e palpabile, trasmettono a chi le guarda, un senso di pace, mai finta. Essere ricordati dal cuore di qualcuno per l'eternità: cosa può fare paura?
Le esperienze raccolte sono universali e comprensibili da ogni lettore, anche i più piccoli - che tra l’altro adorano i giochi che riguardano la permanenza delle cose - , per cui non lesinate di regalarlo a destra e a manca.
Grazie, che bellissime parole mi hai regalato. Posso solo dirti: grazie!
Buonasera, cercavo curiosita’ sui libri di Beatrice Alemagna e mi sono imbattuta in questo commento di risonanza rara. Grazie per il rimando a Parola, essa sì che resta!, felicità nostra.. e a ogni frase chiara e coinvolgente. Sono una donna che ne ha viste passare un po’, di cose.. la passione per l’editoria accompagna e rimane anch’essa. I maestri illustratori poi fanno volare e pensare! Mi hai emozionata. Grazie!
Che bello Omar! Che classe fai? Sono contenta che tu sia venuto qui a scrivermelo. Ti è piaciuto?
bel libro , la mia prof ce lo ha letto