Le coppie di amici amano scavare le buche, ancora di più se l’obiettivo della ricerca è un tesoro, oppure l’altro capo del mondo (io, Saverio e il suo papà abbiamo spesso scavato buche in riva al mare con l’obiettivo di raggiungere la Cina…). Mac Barnett e Jon Klassen, quando hanno deciso di scrivere Sam e Dave scavano una buca, probabilmente hanno condiviso questa passione: Mac Barnett ci ha messo una idea ironica e divertente che però sarebbe rimasta incomprensibile se Jon Klassen non avesse lavorato con la sua vulcanica capacità mordace e irresistibile.
Siamo nel caldo e nell’afa di un giardino americano (?): intravediamo un patio di legno e un giovane melo, esile ma generoso. Sam e Dave e l’immancabile cagnolino partono, zainetti in spalla, berretti in testa e pala in mano: «“Abbiamo una missione da compiere” dice Dave. “Non ci fermeremo finché non troveremo qualcosa di spettacolare”». Ottime premesse. Pagina dopo pagina il livello terra si alza in modo proporzionale alla profondità della buca: i ragazzi superano velocemente la loro altezza «Ma non hanno scoperto niente di spettacolare».
Mentre leggiamo queste parole, tuttavia, la tavola alla nostra sinistra ci mostra una sezione trasversale del terreno per cui scorgiamo, accanto alla profonda buca dei nostri eroi, un diamante delle dimensioni di una sedia a pochi centimetri dalla buca, in mezzo alla terra. Naturalmente Sam e Dave ne sono inconsapevoli, il cane invece la sa lunga, ma tant’è… Così continuano a scavare e, avanzando in profondità, notiamo che proprio sotto di loro in dirittura di scavo riposa un diamante delle dimensioni di una piccola utilitaria: beh finalmente troveranno il loro tesoro, ci diciamo! Ma a pochi centimentri dal diamante: «“Forse il problema è che stiamo scavando verso il basso”… “Credo che dovremmo scavare in un’altra direzione”». È con esilarante ironia che i due amici riescono ad evitare un tesoro dietro l’altro, deviando la loro buca sempre a poca distanza dalla scoperta di diamanti sempre più grossi. I lettori rimangono senza parole e ad un certo punto al colmo dell’assurdità intercettano l’occhiata del cane, iniziando un dialogo muto con l’unico che oltre a loro ha coscienza di ciò che sta accadendo. La buca ormai è più che altro un tunnel che si dirama probabilmente oltre il centro della Terra, tant’è vero che Sam e Dave, dopo aver finito latte e cioccolato e tutti i biscotti a forma di animali, esausti, decidono di fare una pausa e riposare. Il cane invece, probabilmente stufo di non concludere niente, continua a scavare seguendo la traccia di un osso… ma la buca è giunta al punto di non ritorno e il piccolo scavo del cane si trasforma in una voragine che trascina con sé anche i due ragazzi che cadono «giù, giù, finché non atterrano sul morbido… Ed entrano in casa per un latte al cioccolato con biscotti a forma di animale».
Ma oh oh: siamo sicuri che sia casa loro?? È ancora il cane a farci sospettare di qualcosa. Forse hanno davvero raggiunto l'altro capo del mondo!
Il divertimento è assicurato, Sam e Dave rappresentano l’immaginazione e le grandi imprese dell’infanzia. Jon Klassen riesce a rendere viva e vera una trama che senza un appoggio illustrativo su misura avrebbe rischiato di essere solo paradossale e dona personalità e una serietà epica alla situazione che strania e diverte tutti. I personaggi sono rappresentati senza bocca, quasi a sottolineare che non è tanto chi compie l’impresa, ma l’impresa stessa ad essere protagonista. Sono gli occhi e gli sguardi a comunicare tutto e, se ci fate caso, solo il cane si rivolge ai lettori, i due protagonisti invece non rompono mai la finzione narrativa guardandosi a vicenda od osservando la buca. Il calore degli spazi ci catapulta in un afoso pomeriggio che quasi dà alla testa e ci fa pensare di esserci assopiti («mamma ma forse stanno sognando come Alice» Saverio dixit), eppure il finale solo sottilmente inaspettato (a pensarci una soluzione proprio tipica di Klassen!) ci fa comprendere che in fondo la grande impresa è stata compiuta, perché non sono tanto i diamanti lo «spettacolare» ma la possibilità di raggiungere l’altro mondo, anche se poi in fondo quello a cui i bambini aspirano sono il latte al cioccolato e i biscotti a forma di animale… casa, insomma.
Un libro per piccoli avventurieri e grandi che devono ridimensionare la loro idea di tesoro.
Qui la versione di Apedario.
Qui la versione delle Briciole di Pollicino.
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[…] tale dagli adulti, mentre lo stesso è percepito dai bambini come possibile. Mi spiego. In Sam e Dave scavano una buca i due bambini scavano talmente a fondo da arrivare dall’altro capo del mondo o comunque in un […]