Immaginate di accucciarvi sul divano e diventare invisibili, scomparendo magari dietro le pagine di un libro, immaginate di avere due figli di 2 anni e 5 anni - come me - ecco, avrete l’impareggiabile occasione di assistere ad uno spettacolo che vi riempirà di gioia e commozione perché i bambini piccoli hanno una spontanea propensione a vivere realisticamente l’immaginato.
Questi momenti incantati sono spesso celebrati e idealizzati dall’adulto che li travasa in storie dai toni magnifici e giuggiolanti, l’adulto trasfigura in realtà idealizzate questi momenti, togliendo a mio parere la poeticità intrinseca delle trovate dei bambini che per lo più non sono pompose né articolate, ma spettacolari e sensate proprio per la loro semplicità.
iiiiiiiiiiiiiiii di Barbro Lindgren rinuncia ad ogni ricercata retorica e ci regala una storia che è pura invenzione bambina.
Un libro spettacolare.
Tornate all’immagine dei due bambini che giocano sul tappeto e adesso aprite il libro.
«Facciamo che siamo due gorilla. Io sono il papà gorilla e tu sei il gorillino»
(In questo periodo a casa nostra il canovaccio prevede un papà e una mamma con una moto, due unicorni e 5 figli).
«“Sì! iiiiiiiiiiiiii” Allora prendiamo questa stradina, facciamo che siamo nella giungla»
(Da noi spesso abitano in Cina).
La storia scorre splendida, animata in modo esilarante dai gridolini eccitati (o spaventati!) del fratellino minore alias Gorillino: iiiiiiiiiiii (in casa nostra spesso invece è trallalala oppure oooooooooohhh nooooo).
I momenti di intimità e i colpi di scena non mancano, proprio perché è nel gioco che i bambini si misurano con i sentimenti più estremi come l’amore e la paura (sentimenti spesso ironicamente “imposti”)
«e adesso facciamo che mi vuoi così bene che vuoi sempre stare vicino a me»
«adesso facciamo che arriva quatto quatto un coccodrillo?»
Non solo, anche le capacità messe in campo sono tutte “issime”: dite se non è vero? Non c’è cuore di bambino che desideri la mediocrità.
«facciamo che io ero fortissimo … facciamo che io ero il più veloce del mondo!»
Non continuo a raccontarvi la trama, perché come sapete i bambini sono assolutamente coerenti e ragionevoli nei loro racconti e i fratelli maggiori, senza ombra di dubbio, sono ottimi registi.
Dovete leggerlo.
La forza geniale dell’autrice sta nel rinunciare completamente a qualsiasi intervento o mediazione della storia bambina: tutto è dialogo tra i due gorilla, nessuna descrizione, nessun commento celebrativo. Il presente, il qui e ora si trasfigura in disegni abbozzati velocemente, disegnati con un segno veloce e irregolare come se l’autrice avesse voluto cogliere ogni istante in appunti schizzati al momento. Ma ancora una volta non è il filtro adulto a descrivere l’accaduto: infatti noi non intravediamo nessun bambino, ma proprio due gorilla!
E i bambini? Adoreranno questa storia, probabilmente una delle meglio scritte degli ultimi anni, ai loro occhi.
Se non lo avete capito, ve lo ripeto: dovete leggerlo!
P.S. mi è molto piaciuto l’uso ragionato dell’imperfetto ludico, una chicca linguistica.
P.P.S. ottima la scelta della copertina telata che impreziosisce giustamente un gioiellino.