La splendida copertina del nuovo libro di Barbara Ferraro, Quando arrivi è Natale, è la sintesi perfetta dell’atmosfera che ognuno si aspetta a Natale: una porta di legno color salvia, agghindata con una brillante corona di stelle di Natale. Apriamo con discrezione e timidamente la porta, incominciamo la storia e veniamo quasi prevedibilmente investiti dal calore umano, il profumo di cannella, la ruvida superficie dei ceppi pronti a accendersi nel camino… una collezione di impressioni che solo il Natale sa regalare e imprimere nella mente dei più.
In questo, Barbara Ferraro è bravissima: spicca la sua capacità di imbrigliare tra le parole una sensorialità data da profumi, immagini, sensazioni che si sono impressi nei suoi occhi e che riesce a restituire al lettore con una vividezza che le pagine emanano.
La storia è raccontata dalla voce di Tobia, un bimbetto che immaginiamo avere 4-5 anni, ma anche un po’ da Junior il suo orsacchiotto del cuore. La vigilia di Natale è alle porte e i due amici si preparano a partire verso la casa dei nonni.
La preparazione febbrile di quelle ore della vigilia è esperienza comune: chi impacchetta, chi cucina, chi chiude le valigie per tornare a casa… E poi si parte, anzi no meglio prima fare l’ultima pipì.
Ed è in quel momento che, per un secondo di disattenzione, capita che Junior rimanga sul tappeto in una casa ormai chiusa, fredda e molto lontana da Tobia.
Ma può un orsacchiotto di pezza arrendersi ad una separazione proprio alla vigilia di Natale?!
«Noi non ci separiamo mai. Stavamo per partire per le vacanze di Natale dai nonni, è il nostro momento preferito. Era tutto pronto»
Così un’improbabile alleanza tra un gabbiano ingordo e un pupazzo di pezza apre la finestra ad una grande avventura.
Per chi conosce i pupazzi e anche per chi conosce le storie, i ricongiungimenti con il proprio amico umano sono all’ordine del giorno: dalla rodariana Freccia azzurra, al coniglio egoista di nome Tulane. Tuttavia, sebbene la partenza e l’arrivo del viaggio possano essere prevedibili, quello che c’è in mezzo è una grande avventura, rocambolesca e magica, guidata dall’affetto in-scoraggiabile di un amico. Quando arrivi TU è Natale.
Le strade narrative, che si sono divise, continuano parallele: da una parte lo scorato e inconsolabile Tobia, dall’altro un orsetto intraprendente alle prese con voli, “nuvole pozze”, pesci volanti, fuochi d’artificio…
I miracoli di Natale esistono, in realtà accadono continuamente: sono quei piccoli miracoli particolari cuciti apposta per un nasino triste.
«È venuto fin qui, di notte! Da solo! Per me! Metto il naso in quello spazio soffice che ha tra le orecchie e il collo, sembra fatto apposta per me, è della mia perfetta misura»
Immagini e testo dialogano in modo perfetto (un plauso all’impaginazione), i colori pastellati quasi sfuocati di Serena Mabilia suggeriscono l’atmosfera oltre a narrare.
Una storia che può accompagnare le sere prima di Natale, proprio perché intessuta di attesa, l’attesa di chi - sopra ogni altra cosa - vuol essere circondato da chi ama.