Se la vostra idea di Befana è quella di una vecchina gentile, cordiale e mansueta che giunge all’Epifania per donare indistintamente un poco di felicità a tutti, dovrete ricredervi. Barbara Cuoghi con Vostra Befana ci mostra un lato potente, magico quasi ipnotico di questa figura.
Raccontato in prima persona, con toni profondamente affondati nell’oralità, tra l’invettiva e l’orazione, la Befana firma questa ideale lettera inviata a tutti coloro che l’aspettano (perfetta la scelta della font da “macchina da scrivere!”).
«Non fatevi ingannare dal mio aspetto di curva vecchina, sono potentissima e travolgente»
A metà tra la strega e la buona vecchietta, questa Befana rivendica con vigore la propria carica di femminilità, primitiva, atavica ma profondamente reale che racconta la donna per la sua natura più intima, profonda e costitutiva una natura ambigua tra la vita e la morte.
È propriamente una figura ponte, la Befana, tra le feste e la quotidianità, tra la morte dell’inverno e la vita della primavera, tra il buio e la luce… solo una donna può avere questo potere, solo una donna può abitare questo spazio ibrido, senza cadere da una parte o dall’altra.
Così come era stato per Proserpina, così come è per tutte le donne che si trasformano ogni mese, seguendo la ciclicità delle maree e degli ormoni, mutando forma per dare la vita, la Befana abita un mondo limitare, come una strega.
«Non tentate di scorgermi, è inutile: prima di partire sorbisco una zuppa di mandragola, mignatte e salamandre giganti giapponesi che, notoriamente, rende invisibile. Non avete il permesso di guardarmi, è il prezzo della mia straordinaria visita»
La donna come creatura in continua e perpetua mutazione, profondamente legata al mondo naturale che, pure, una volta all’anno trascende nella magia, un momento quasi miracoloso che accade una sola volta all’anno.
«Questa, che è la dodicesima notte a partire da quella di Natale, è una notte e portentosa: l’unica nel corso dell’anno in cui si verificano straordinari eventi, del tutto fuori dal comune. Sta immota tra il sospiro finale delle feste e la ripresa del quotidiano»
Pur entrando nell’intimità familiare delle case e giungendo di notte a riempire le calze di dolciumi e piccoli tesori la Befana è tutt’altro che accomodante: non arriveranno i regali a tutti - è Babbo Natale, un uomo, quello che porta i doni indistintamente a tutti - la Befana può lasciarti anche solo del carbone freddo, sporco e nero.
«Decido chi vale il dono e a chi spetta il rimprovero. Non sento ragioni e non accetto reclami»
L’impressione di vigore che questa narrazione trasmette è forte e intensa, molto lontana dagli annacquamenti moralistici a cui siamo abituati. In appendice una serie di aneddoti ricostruisce la figura storica e letteraria della Befana, ribadendone la forza e il legame con la femminilità e le streghe.
Il testo è vigoroso, affascinante e trova nelle illustrazioni di Elenia Beretta una realizzazione perfetta: incisiva e gentile, morbida e scontrosa, decisa. Accade lo stesso nelle scelte cromatiche dove i marroni, i grigi, i neri e i blu vengono sferzati con violenza dagli arancioni fluorescenti.
Una storia della Befana, per piccoli (dai 5 anni), ma anche per grandi.