Per ragioni personali, sono molto legata alla Cina: mi appassionano la sua storia, la sua cultura, la sua letteratura e seguo con interesse il fervore intorno alla letteratura cinese per l’infanzia. Da quest’anno, quindi, oltre a presentare gli illustratori italiani che saranno protagonisti della Bologna Children’s Book Fair, ho riservato uno spazio anche agli illustratori cinesi.
Tra i protagonisti della prossima mostra degli illustratori della Bologna Children’s Book Fair troviamo Tianyi You 阿天/天天.
→ Potete seguirla attraverso Instagram.
In attesa di vedere le sue tavole esposte alla mostra degli illustratori, ecco cosa ha risposto alle mie brevi domande. Grazie!
1) Che cosa significa per te illustrare?
È uno strumento che porta felicità sia a me stessa che agli altri. Sono una persona a cui piacciono molto le persone, quindi l’illustrazione è come la mia seconda lingua: mi permette di comunicare meglio ed esprimere i miei sentimenti di affetto in modo più sincero. L’illustrazione è anche il mio modo per fermare e ricordare la vita, renderla più interessante e segnare i momenti importanti. Credo che la vita quotidiana e le persone comuni meritino di essere raccontate. L’illustrazione è anche una lente d’ingrandimento attraverso la quale percepisco il mondo. Il mio percorso di studi iniziale non è stato artistico ma scientifico, e penso che studiare il mondo attraverso i libri sia completamente diverso da studiare il mondo attraverso l’osservazione e il disegno. L’illustrazione mi permette di incontrare continuamente nuovi soggetti. È confuso? È interessante? Disegnalo! Mettere su carta le piccole cose semplifica i grandi problemi.
2) In che modo lavori?
Quando non lavoro su un progetto preciso, osservo la vita, faccio tanti schizzi di scene quotidiane e schizzi veloci. Quando non ho carta e penna, a volte disegno con gli occhi o invento mentalmente storie senza senso. Comincio osservando il mondo esterno. Come ho detto prima, mi piacciono le persone, mi piace osservare gli esseri umani e disegnarli (questo è anche il motivo per cui ho disegnato così tanti piccoli personaggi bizzarri nei miei lavori). Durante l’isolamento per il covid ho acquistato un telescopio per osservare le persone del quartiere da casa mia (vivo all’ottavo piano), e poi ho acquistato un teleobiettivo per fotografare persone o cose da lontano, in modo da poterli osservare senza disturbarli.
Ho un cassetto delle ispirazioni in cui inserisco le frasi che mi piacciono, da cui poi ne scelgo alcune a caso per vedere se riescono a trasformarsi in una storia. Quando non lavoro, mi piace fare questi giochi di parole con me stessa, come esercizio di fantasia.
Quando, invece, ho un progetto preciso su cui lavorare, passo la maggior parte del mio tempo a pensare alle idee. Mi piace la fase di invenzione iniziale di un progetto, durante la quale le possibilità sono infinite. Mi piace intercettare queste possibilità e giocare con esse, collegando aspetti ed intuizioni sottilmente correlati, per vedere se si verificano reazioni sorprendenti. Di solito inizio con testi e parole, poi penso a come renderli immagini. Quindi inizio a disegnare miniature e schizzi approssimativi. Continuo a modificare la composizione, sperimentando colori e materiali, e infine inizio il disegno finale. Il processo di disegno dell’illustrazione finale è sempre, allo stesso tempo, gioioso e doloroso per me. Preferisco lavorare con il disegno a mano, perché toccare materiali veri mi rende felice. Il disegno digitale, però, mi alleggerisce il mal di schiena, quindi generalmente lo uso solo per modificare i miei pezzi finali.
Ora che sto frequentando il master di Illustration Practice al Maryland Institute College of Art, il mio processo lavorativo è diventato più ricco, perché i miei mezzi si sono moltiplicati, oltre la semplice carta e matita. Potrei posso considerare molte più strade: questa idea può essere presentata in legno? Può diventare un giocattolo interattivo? O trasformarsi in bambole cucite a mano? Diventare un libro di pezza? O un vaso di ceramica? Ciò rende il lavoro più interessante e soprattutto rende tutto divertente!
3) Che cosa ami del tuo lavoro?
Ci sono molti aspetti che amo del mio lavoro. Mi piacciono particolarmente i momenti di “vagabondaggio” sul mio quaderno da disegno, come quando si gioca in un parco divertimenti. Condurre alcuni esperimenti senza obiettivi specifici e poi improvvisamente arrivare a qualcosa che posso usare è sorprendente! Mi piace anche il processo di sviluppo del disegno finale: riempire progressivamente l’immagine mi dà un grande senso di soddisfazione e mi fa sentire che il passare del tempo è significativo.
4) C’è un albo illustrato cinese che ti piace particolarmente e che vorresti far conoscere ai lettori italiani?
Vorrei consigliare il libro che Tianran Qu ha realizzato per la tesi del master di Illustration Practice al Maryland Institute College of Art, lo stesso che sto frequentando io, dal titolo Slice of Life: 100 comic montage*. Ecco il link Amazon al suo libro, che attualmente sembra essere disponibile solo in cinese. Questo libro documenta molti momenti di vita ordinaria, aggiungendo brillantezza con pennello e fantasia: sono scene che arrivano al cuore dei lettori. Tianran Qu ha recentemente pubblicato il secondo libro di questa serie in Cina, ma non c’è ancora la traduzione in inglese, quindi te lo consiglierò dopo aver ottenuto maggiori informazioni.